“Fr**i di me**a”, aggressione omofoba in Trentino. In quattro contro due, le vittime a il Dolomiti: “L'odio nei loro occhi era reale”

TRENTO. “Froci di merda”, le risate, l'auto che li segue fino quasi a casa. E' successo in Trentino l'ennesima aggressione omofoba che ha visto come vittime due ragazzi di circa 25 anni. Un episodio grave, raccontato a il Dolomiti, e denunciato anche ai carabinieri che hanno avviato immediatamente le indagini per rintracciare i responsabili. 

Una violenza verbale che va di pari passo con un clima di odio nei confronti della comunità Lgbt+ e dell'enorme distanza che ancora oggi c'è tra le valli e la città in tema di accettazione delle persone omosessuali. 

L'ultimo episodio è avvenuto in Val di Non poco prima di Capodanno. “Siamo turbati per quello che è successo. Paura? No, ma quelle parole ci hanno segnato, sicuramente ci hanno lasciato un senso di allerta con cui dovremo convivere.” ci racconta uno dei due ragazzi vittime dell'aggressione che hanno deciso di raccontarla chiedendo l'anonimato. 

I due amici, entrambi gay dichiarati, erano seduti su una panchina e stavano conversando tranquillamente fumando una sigaretta. Ad un certo punto, però, a circa un metro e mezzo davanti a loro si è fermata una macchina con quattro ragazzi a bordo.

“Inizialmente si sono avvicinati – ci racconta una delle due giovani vittime – fingendo di doverci chiedere delle informazioni per raggiungere un luogo. Ma abbiamo subito capito che il loro intento era quello di disturbare. Il ragazzo a destra del guidatore ha iniziato a riprenderci con il cellulare, abbiamo chiesto di spegnerlo ma non è servito a nulla. Ci ridevano addosso e nonostante cercassimo di ignorarli hanno iniziato anche a mimare dei baci”. 

L'auto si è poi allontanata per ritornare poco dopo con una escalation di aggressioni verbali nei confronti dei due giovani. “Froci di merda” è la frase che i due si sono sentiti dire mentre assieme avevano deciso di alzarsi dalla panchina per raggiungere casa.

“Abbiamo scelto di percorrere una strada secondaria – ci raccontano – ma a un certo punto l’auto è tornata una terza volta sfrecciandoci affianco”.

Attimi di apprensione per i due che dopo aver raggiunto l'abitazione hanno chiamato le forze dell'ordine. Successivamente è stata presentata formale denuncia ai carabinieri con tanto di targa e modello dell'auto su cui viaggiavano i quattro ragazzi. 

“Quello che è successo ci ha scosso” racconta a il Dolomiti uno dei due giovani coinvolti. “Dopo aver denunciato e raccontato l’accaduto, alcune persone lo hanno definito una 'bravata' ma così si nasconde un problema radicato nelle nostre valli che invece di essere affrontato viene semplicemente mascherato. Dobbiamo lavorare ancora molto tutti assieme per rendere le nostre comunità  un posto sicuro, partendo da un sano dibattito pubblico sul tema . Quello che è successo a noi non è una bravata, è omofobia. L'odio negli occhi di quei ragazzi era reale”.