Scuola, Consiglio sistema educativo e Gerosa bocciano Parolari e la sua interrogazione: "Perplessità e amarezza. Non conosce la materia o strumentalizza un nuovo ente?"
La consigliera del Pd Francesca Parolari aveva attaccato l'assessora all'istruzione ma arriva secca la replica di Francesca Gerosa: "Ritenevo che l’attività di ascolto degli insegnanti delle scuole superiori potesse essere apprezzata, ma dopo l’uscita del Partito Democratico non bisogna mai smettere di stupirsi". Duro anche il Consiglio del sistema educativo: "Perplessità e amarezza"

TRENTO. Perplessità e amarezza del Consiglio sistema educativo provinciale, un'uscita bocciata dalla vice presidente e assessora all'istruzione della Provincia: "Assoluta mancanza di conoscenza". Nel mirino Francesca Parolari del Partito Democratico.
"Sul tema delle carenze formative e degli esami di riparazione l’assessora all’istruzione esautora il Consiglio del sistema educativo provinciale, l’organo di rappresentanza delle componenti della comunità scolastica", le parole della consigliera provinciale del Pd. "Quali le ragioni della mancata audizione del Csep sui temi che riguardano la scuola e della sua scarsa incisività?". Questo in estrema sintesi il contenuto dell'interrogazione (Qui articolo).
"Apprendo con una certa perplessità dell’ultima interrogazione della consigliera Parolari del Pd, il cui testo mi fa pensare ancora una volta che forse sulla scuola si debba informare un po’ di più", dice la vice presidente e assessora all'istruzione Francesca Gerosa. "Tralascio come forma di cortesia commenti sulla sua recriminazione relativa alla mia volontà di ascoltare una rappresentanza di docenti eletti all’interno di ogni singolo istituto superiore nei Consigli dell’istituzione, cosa peraltro da parte mia non dovuta ma fortemente voluta in quanto per me importante, come se questo togliesse qualcosa a qualcun altro, il Csep nella fattispecie. Ritenevo che l’attività di ascolto degli insegnanti delle scuole superiori su un tema importante da parte dell’assessore potesse essere apprezzata, ma dopo l’uscita del Partito Democratico mi rendo conto che nulla va mai dato per scontato e non bisogna mai smettere di stupirsi".
La vice presidente "tralascia" e rispedisce al mittente "anche la velata accusa di inefficienza mossa dalla consigliera del Pd verso un organismo, il Consiglio del sistema educativo provinciale, appena insediato, e che ho trovato un po’ azzardata visto che ha iniziato il suo lavoro solo pochi mesi fa, e quello precedente si era già espresso sul tema oggetto di confronto evidenziando le criticità del sistema attuale delle carenze formative e la necessità di una sua revisione (strada che ho scelto per una terza via) o dell’adesione al sistema nazionale".
E arriva la stoccata. "L'interrogazione evidenzia l’assoluta mancanza di conoscenza della materia da parte della consigliera, che per capire quale sia il ruolo del Csep dovrebbe semplicemente andare a leggere l’articolo 39 della Lp 5/2006, che non prevede suoi interpelli da parte dell’assessore, ma altri tipi di attività", continua Gerosa. "Cara consigliera, ascoltare tutti su un tema importante e di impatto sulla vita e la formazione dei nostri studenti (i dirigenti, i docenti, gli studenti, le famiglie) non significa esautorare qualcuno, il Csep, che ha tutta la mia disponibilità, oltre ai percorsi d’obbligo previsti dalla norma, come più volte ho ribadito, ma ampliare la platea del confronto e del coinvolgimento. Queste saranno da parte mia le uniche parole necessarie per rispondere alla sua interrogazione".
Ma le critiche, la perplessità e l'amarezza arrivano anche dal Consiglio del sistema educativo provinciale, "per le inesattezze riportate e le accuse perché definito poco propositivo e poco attivo", commentano la presidente Giulia Bortolotti e il vice presidente Maurizio Freschi. "E' opportuno chiarire alcuni punti per evitare fraintendimenti e imprecisioni. Non riusciamo innanzitutto a capire come un organo che ha avviato la propria azione solo da pochi mesi alla fine del 2024, riunitosi già in tre occasioni, possa essere accusato di scarsa attività, tanto più da una consigliera che non risulta abbia mai richiesto interlocuzioni o documentazione in proposito e non essendo pubblici i verbali".
Per il Csep, dal testo depositato, emergono due possibili interpretazioni: "Una conoscenza non del tutto approfondita delle funzioni attribuite al Consiglio del sistema educativo provinciale - proseguono Bortolotti e Freschi - oppure, in alternativa, un tentativo di strumentalizzare il ruolo di questo organismo".
E' importante ricordare, prosegue il Csep, che il Consiglio, istituito dall’articolo 39 della Legge provinciale 5 del 2006, ha compiti ben definiti.
"In particolare, il comma 2 prevede che il Consiglio esprima pareri 'sugli atti provinciali d’indirizzo e di programmazione' e 'sui disegni di legge provinciale attinenti il sistema educativo provinciale', intervenendo quindi successivamente all’avvio di un’azione politica", spiegano Bortolotti e Freschi. "Inoltre, il Consiglio può intraprendere altre iniziative di propria volontà, come dimostrato dalle numerose mozioni pubblicate negli anni. Se la consigliera Parolari si fosse almeno adeguatamente informata sul lavoro del Consiglio, avrebbe facilmente reperito sul sito istituzionale il documento di sintesi della scorsa legislatura".
I vertici del Consiglio del sistema educativo provinciale citano inoltre parte del documento di indirizzo: "Il sistema trentino, prevedendo nella scuola superiore la promozione dello studente anche in presenza di carenze non sanate, determina un’evidente difformità rispetto al sistema nazionale nel meccanismo di ammissione alla classe successiva che conduce all’esame di Stato, di fatto consentendo il protrarsi di
gravi lacune non sanate che talora pregiudicano la completezza del profilo formativo dello studente. Si ritiene pertanto inderogabile una sostanziale revisione per affrontare e risolvere le palesi criticità emerse negli ultimi anni o per adeguare il meccanismo a quello nazionale".
Questo "dimostra chiaramente che il tema delle carenze formative non è una novità - evidenziano Bortolotti e Freschi - ma una questione seguita con attenzione e oggetto di discussione già da diverse legislature. E' proprio da queste riflessioni che si è avviato l’iter attualmente in corso. Dobbiamo sottolineare, inoltre, che l’attuale modalità di gestione delle carenze scolastiche ha radici in una decisione specifica della Provincia di Trento che nel 2007, diversamente dalle scelte nazionali, optò per non riallinearsi al sistema che prevedeva la reintroduzione degli esami di riparazione".
Il Csep ribadisce la consapevolezza dei "propri compiti previsti dalla legge 5/2006 e, pur rivendicando la necessità di una consultazione dell’organo nei casi previsti, non può sostituirsi all’iniziativa legislativa. E' superfluo sottolineare che, come già avvenuto nelle scorse legislature, il Consiglio opererà per fornire sollecitazioni e proposte, sulla linea del percorso svolto fino a oggi. Tuttavia, per fare questo serve tempo, e le segnalazioni giunte in questi primi mesi di attività sono numerose, importanti e tutte meritevoli della giusta attenzione", concludono Bortolotti e Freschi.