Scuola di Medicina, nulla di fatto nel vertice tra Trento e Padova. Collini: ''Posizioni diverse''. A dividere tempi, risorse e modalità di gestione
Questo pomeriggio in Provincia il confronto tecnico finalizzato a verificare possibili convergenze per realizzare una Scuola di Medicina fra le Università di Trento e di Padova. Le posizioni rimangono ancora distanti. Nessuna dichiarazione dai vertici dell'ateneo di Padova. Per Trento, il rettore Collini: "Forse oggi speravo di più sul fatto di poter trovare un progetto comune con Padova ma mi sembra difficile"

TRENTO. Risorse, tempi di partenza, modalità di gestione di corsi e professori. Sull'idea di Medicina a Trento le idee rimangono ancora lontane. Nel vertice che si tenuto questo pomeriggio in Provincia tra i rappresentanti dell'Università di Padova e dell'Ateneo di Trento i nodi non sono stati sciolti. Erano presenti, tra gli altri, il rettore dell’Ateneo trentino, Paolo Collini, insieme al prorettore vicario, Flavio Deflorian e alla prorettrice alla didattica, Paola Iamicelli, e per l’Ateneo padovano il prorettore vicario, Giancarlo Dalla Fontana e la prorettrice alla didattica Daniela Mapelli. Per la Provincia il direttore generale, Paolo Nicoletti, presente insieme al dirigente generale del Dipartimento Salute e politiche sociali, Giancarlo Ruscitti e al direttore dell’Azienda sanitaria provinciale, Paolo Bordon.
Se da un lato nessuno nega che ci sia un qualche dialogo tra i due principali protagonisti, dall'altro le posizioni rimangono ferme. A farlo trasparire è il rettore Paolo Collini alla fine dell'incontro. “Ci siamo confrontati, abbiamo presentato i rispettivi punti di vista e le rispettive visioni – ha affermato – se da parte dei 'trentini' vi è l'obiettivo di far nascere una scuola di medicina trentina sul come arrivarci ci sono posizioni diverse. E anche sui tempi permangono differenze di opinione”.
Padova ovviamente ha la sua idea e lo ha fatto capire con il progetto che ha presentato qualche settimana fa (QUI L'ARTICOLO). Un progetto che però vedrebbe relegata la componente trentina a ruoli marginali (QUI L'ARTICOLO). Chiaramente, poi, per un ateneo grande è importante assumere un certo tipo di impegno e lo fa se ha una prospettiva non brevissima. Questo significa che Padova, se deve impegnarsi per la creazione di una scuola di medicina, lo vuole fare con un respiro di gestione che guarda molto in là, si parla di 10 – 15 anni. E vi è poi la questione dei professori e su quale ateneo andrebbero incardinati.
“Dal nostro punto di vista – ha spiegato il rettore Collini - c'è l'esigenza di avere, a fronte di nostri investimenti, anche un ritorno che si traduca per l'ateneo con tempi diversi da quelli proposti da altri”. Il rettore Collini, insomma, sta lavorando per costruire una scuola di medicina dove l'ateneo trentino sia capofila e il territorio protagonista (QUI L'ARTICOLO). Martedì a Roma ha incassato l'ok da parte del Miur sui requisiti necessari per l'accreditamento che dovrà essere presentato tra meno di due settimane (22 gennaio). In parole povere il Ministero dell'istruzione ha detto che l'ateneo trentino ha tutte le carte in regola per andare avanti con il proprio progetto.
“Per ora non c'è alcuna conclusione – chiarisce Collini alla fine dell'ultimo incontro – e credo che nei prossimi giorni ci confronteremo di nuovo con l'amministrazione provinciale. Forse oggi speravo di più sul fatto di poter trovare un progetto comune con Padova ma mi sembra difficile. Oggi rimangono due posizioni che devono eventualmente avvicinarsi soprattutto su tempi e risorse”.
Non si può certo dimenticare la posizione espressa da tutti i direttori dei dipartimenti dell'Università di Trento che, attraverso un documento hanno espresso il “profondo rammarico per l’intenzione di non valorizzare i ricercatori e i docenti dei dipartimenti e centri trentini. Ciò determina una palese violazione dei principi che dovrebbero regolare le relazioni tra la sfera politica e l’università'' (QUI L'ARTICOLO).
Su questo Collini spiega che “oggi rispetto a quella posizione non c'è una soluzione. Padova non è disponibile a fare passi indietro".
Accanto a questo non sembra aver trovato una risposta positiva nemmeno l'ipotesi proposta da alcuni che vedrebbe la scuola medicina portata avanti da Trento, Verona e magari Ferrara ed in questo progetto l'innesto di Padova. In questo caso, però quest'ultima non sarebbe capofila.
C'è poi la Provincia. Nell'incontro tecnico tra le due università non si sono viste figure politiche. Non ha partecipato Fugatti ma nemmeno l'assessore Mirko Bisesti oppure l'assessora Stefania Segnana. Con i vertici della Provincia e l'Università di Padova, però, l'incontro è avvenuto nelle prime ore del pomeriggio. Durante l'incontro tra Università a parlare è stato il direttore generale Paolo Nicoletti ad evidenziare come l’obiettivo della Giunta provinciale sia quello di mettere in campo, in tempi rapidi, un progetto concreto che possa dare risposte alla carenza di medici sul territorio trentino. “Obiettivo – ha aggiunto – che intende comunque salvaguardare la valorizzazione delle peculiarità presenti sul territorio, in particolare sotto il profilo tecnologico, come sostegno alla medicina di oggi e di domani".
Non è certo una novità che il presidente Fugatti sostenga il progetto presentato da Padova. Mancanza di fiducia sull'ateneo trentino? Il rettore Collini non commenta e guarda avanti: “Ci saranno altri incontri e vederemo”. La strada, però, non è facile.