Mali, festa dell'Indipendenza: dall'inferno dei battilamiera alle passeggiate in solitaria di Jovanotti
Il giornalista trentino Marco Pontoni ci porta alla scoperta di un Paese pieno di energia ma minacciato da jihadismo e guerre civili. Si parte da Bamako, la capitale

BAMAKO (Mali). Il 22 settembre è la festa dell'Indipendenza qui a Bamako, capitale del Mali. Questo è il paese della mitica Timbuctu, miraggio inseguito da tanti esploratori, del re Kankan Moussa, che quando andò in pellegrinaggio alla Mecca si portò dietro tanto oro da provocare un'inflazione epocale in tutto il Sahel.
La realtà di oggi è un po' diversa. Le tensioni secessioniste nel Nord del Paese, che nel 2013 hanno provocato l'entrata in campo della Francia, ex-potenza coloniale, hanno quasi azzerato il turismo (che qui ha sempre trovato cose molto interessanti da vedere).
Andiamo al mercato con la nostra guida, nipote di un capo Dogon, una delle popolazioni più famose dell'Africa grazie agli studi di Marcel Griaule. Finiamo nella "ferriera" di Bamako, che si sviluppa ai piedi di una scarpata. Girone infernale di battilamiera, saldatori, riciclatori abilissimi di ogni utensile, lastra, filo, coperchio, sbarra o frammento metallico si possa trovare negli oggetti che il mercato scarta e ammucchia quaggiù, sotto a queste tettoie dove si fonde, si taglia, si crea ex-novo. Africa che lavora.
Nel pomeriggio, con Fabio Pipinato, visito un villaggio SOS, 30 chilometri fuori dalla capitale. Il Trentino lo sostiene da anni, anche grazie all'attivismo di una donna del Mali che vive a Trento, Massitan Kanté. Struttura molto bella, ariosa, in stile locale, che può ospitare fino a 150 bambini con le loro famiglie. Mentre il sole si avvicina alla linea dell'orizzonte, ci accompagnano a vedere una partita di calcio. E' anche qui la festa dell'Indipendenza. Una festa serena, nulla fa supporre che in questo Paese covino delle tensioni, non c'è una asfissiante presenza di militari in giro né incappiamo in continui posti di blocco.
I bambini del villaggio SOS hanno preparato uno spettacolino per l'intervallo fra il primo e il secondo tempo. Un rapper intona la sua canzone, vagamente nostalgica. Il Mali è paese di musicisti straordinari e prima della guerra - che ha visto le spinte secessioniste dei Tuareg saldarsi con lo jihadismo - a Timbuctu si teneva il festival del deserto.
La nostra guida, Dolo' Lesserou, ci racconta di Jovanotti, che girava da solo per Timbuctu, senza neanche una persona a indirizzarlo. E scappava se vedeva degli italiani.
(1. continua...)