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“Sono uomini, devono combattere”: in Ucraina le donne transgender in fuga bloccate al confine

Dal 24 febbraio, con l'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, agli uomini tra i 18 ed i 60 anni è proibito lasciare il Paese. La polizia di frontiera al confine starebbe però bloccando il passaggio anche di centinaia di donne transgender

Foto Askanews
Di F.S. - 23 marzo 2022 - 12:00

TRENTO. Dall'arrivo della legge marziale, imposta dal governo dopo l'invasione russa il 24 febbraio, in Ucraina è vietato per tutti gli uomini dai 18 ai 60 anni lasciare il Paese: nell'ultimo mese però, ad essere bloccate al confine dalle guardie di frontiera sarebbero state anche centinaia di donne transgender, alle quali è stato in sostanza impedito di varcare il confine. 

 

La problematica, riporta il Guardian citando attivisti e operatori umanitari nell'area, riguarderebbe non solo quelle donne che legalmente non sono ancora riconosciute come tali, ma anche quelle ufficialmente dichiarate di genere femminile sul loro documento d'identità. Una situazione che spaventa molto, soprattutto in vista di una possibile presa di potere del regime russo nel Paese, conosciuto tra l'altro per le sue posizioni transofobiche.

 

“La legge marziale dice che tutti gli uomini sono obbligati a servire nell'esercito – ha detto al quotidiano inglese Olena Shevchenko, a capo di Insight, un'organizzazione Lgbtqi+ ucraina – e quindi non possono lasciare il Paese. Tecnicamente la legge si applica anche alle persone trans, inclusi sia i trans certificati uomini e donne che non hanno cambiato i loro documenti. Ma a quanto pare le guardie di confine in Ucraina starebbero impendendo anche alle persone trans con un valido certificato che dimostri il loro nuovo genere di lasciare il Paese, e nessuno sa perché”.

 

Molte persone poi, nella fretta di lasciare le loro case e i loro paesi per sfuggire ai bombardamenti delle forze d'invasione russa, avrebbero dimenticato i documenti d'identità o il passaporto. Una situazione che avrebbe spinto il governo ucraino a riconoscere al confine ogni documento, originale o in fotocopia.

 

Alcune donne trans intervistate dal Guardian hanno raccontato di essere state spogliate e toccate dalle guardie, che in alcuni casi avrebbero addirittura tirato i loro capelli per verificare che fossero veri e non una parrucca. È il caso di Judis, che nelle scorse settimane sarebbe stata bloccata al confine mentre cercava di raggiungere la Polonia nonostante si trovasse in possesso di documenti che attestavano il suo genere.

 

Secondo l'Associazione internazionale Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex, l'Ucraina si classifica 39esima tra i 49 Paesi europei per quanto riguarda il trattamento ricevuto dalle persone Lgbtqi+. I matrimoni omosessuali per esempio non sono permessi nel Paese, la Chiesa cristiana ortodossa considera l'omosessualità un peccato e non ci sono leggi anti-discriminazione per difendere le persone Lgbtqi+ nel Paese, dove il percorso per ufficializzare la propria transizione è estremamente complicato, spingendo molti cittadini a rinunciare alla speranza di ottenere nuovi documenti.

 

 

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