Display, smartphone, schermi illuminati: la tecnologia che ci rovina il sonno e come recuperare il nostro tempo


di Angela De Santa – Psicologa consulente del sonno
Fin da quando l’uomo ha scoperto il fuoco ha cercato di usare la luce artificiale per estendere le ore di veglia. Con la diffusione dell’illuminazione elettrica, il tempo dedicato alle attività diurne è diventato potenzialmente illimitato. È facilmente comprensibile però che ciò abbia portato anche a conseguenze sfavorevoli per la salute e il benessere delle persone. In altre parole, la carenza del sonno notturno porta con sé numerose criticità, cosa del resto comprovata da innumerevoli studi.
Negli ultimi anni, inoltre, l’uso dei dispositivi elettronici prima di coricarsi è aumentato in maniera significativa. Grandner e colleghi, ricercatori dell’Università dell’Arizona, hanno pubblicato uno studio secondo il quale il 90% degli americani utilizza dispositivi tecnologici nell’ora precedente al riposo notturno. L’uso di device elettronici ravvicinato all’ora di andare a dormire sembra avere diversi effetti negativi. Altri studi ci dicono ad esempio che la luce dei display di tablet e smartphone riduce la produzione di melatonina, l’ormone che regola il ciclo sonno-veglia.
È il caso dello studio effettuato dallo Sleep Disorder Center del Medical Center di Edison, nel quale viene riportato che due ore di utilizzo dello schermo illuminato per giocare, leggere e frequentare social network fa diminuire del 22% la produzione di melatonina. Secondo questi autori la troppa tecnologia serale non solo compromette la qualità del sonno ma provoca anche un’attivazione psichica eccessiva, causando ansia e iperattività.
La conferma dei risultati di questi studi la troviamo anche in Italia con il notevole incremento dei cosiddetti insonni digitali: adulti e ragazzi con telefonini sotto le coperte per chattare, leggere le ultime notizie, navigare in internet in attesa che il sonno si presenti. In realtà si tratta di attività che protraggono la veglia e che ostacolano l’abbandono mentale e corporeo propedeutici al sonno.
Un altro dato che stupisce è che il 22% degli americani intervistati nello studio di Grander tiene il cellulare acceso di notte, con la suoneria a volume elevato, e il 10% sostiene di essere svegliato dalle notifiche più di una notte a settimana proprio a causa del telefono acceso.
Come si può facilmente comprendere, i risvegli causati dalle suonerie accese sono risultati correlati significativamente alle difficoltà di mantenimento del sonno. In un mondo che ci impone ritmi sempre più veloci e una reperibilità immediata, sarebbe utile riconsiderare le proprie abitudini pre-addormentamento. Fondamentale sarebbe darsi un tempo limite entro cui spegnere gli apparecchi elettronici e provare a sfogliare un libro, farsi un bagno caldo o ascoltare buona musica.