Se le dighe "rubano" il letto alle trote in amore


Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Censire i siti ottimali di frega delle trote nei torrenti del Trentino. E’ questo l’obiettivo che intende raggiungere l’ittiologo Leonardo Pontalti dell’Ufficio faunistico della Provincia di Trento che ha coinvolto nell’impresa gli addetti dei 9 distretti forestali del Trentino che si occupano di fauna ittica. Il numero dei siti di frega ottimali perché dotati di sufficiente ampiezza e profondità del substrato, dice l’esperto, è sempre più ridotto.
L’apertura delle dighe porta a valle la sabbia trattenuta dalla barriera artificiale. Viene quindi a mancare il materiale fine necessario per la formazione di siti adatti per la frega. Se lo spessore del deposito sabbioso è ridotto, le uova di trota rimangono negli strati superiori del deposito di sabbia e quindi sono facilmente predate dagli uccelli. L’ittiologo non esclude il ricorso al rifacimento di siti di frega con apporto di sabbia dall’esterno.