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L'inverno dell'orso che per le femmine vuol dire anche fare i cuccioli

I nostri orsi si rifugiano in cavità rocciose o già presenti nel terreno e vanno incontro ad uno stato di torpore che non equivale a letargo di tipo tradizionale. Nei ricoveri non si nutrono affatto, ma interrompono il torpore fisiologico se vengono spaventati
DAL BLOG
Di Sergio Ferrari - 13 gennaio 2017

 Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele

L’orso durante l’inverno si rifugia in cavità rocciose o già presenti nel terreno e va incontro ad uno stato di torpore che non equivale a letargo di tipo tradizionale. Lo afferma il naturalista Sergio Abram che segue da decenni il comportamento del plantigrado e può fare il confronto con gli orsi dell’Alpenzoo di Innsbruck realizzato nel 1971 dal suo amico zoologo Hans Psenner.

 

Anche nel recinto gli orsi si muovono pochissimo e si nutrono solo per la sopravvivenza. Nei ricoveri naturali, dice Abram, gli orsi non si nutrono affatto, ma interrompono il torpore fisiologico solo se vengono spaventati da rumori e intrusioni inattese o a seguito di innalzamento di temperatura.

 

La femmina partorisce durante la permanenza nel ricovero da uno a tre cuccioli a partire da gennaio. La permanenza nel ricovero dura anche fino a aprile. 

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