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Abbattimento controllato dei cinghiali affidati ai cacciatori? No, meglio che se ne occupi la Provincia

Gli appassionati all'arte venatoria si erano impegnati a ricostituire il cotico dei prati devastati dai cinghiali e segnalati dall’Ufficio Agricoltura. Non hanno mai mantenuto fede alla promessa
DAL BLOG
Di Sergio Ferrari - 26 settembre 2017

 Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele

Dalla Valle del Chiese i cinghiali si sono spostati anche nelle Giudicarie esteriori recando danni al mais da granella e da foraggio. Due femmine con figli al seguito, dice un funzionario dell’Ufficio agricolo periferico di Tione, distruggono in una notte mezzo ettaro di mais.

 

E aggiunge: quest’anno la siccità estiva ha spinto i cinghiali verso i prati di mezza montagna in cerca di cibo fresco rappresentato da bulbi e/o da insetti sotterranei. Con conseguente aratura del cotico erboso provocata dal grugno dei selvatici.

 

L’abbattimento controllato con fucile è l’unico rimedio alla crescita numerica dei cinghiali. Ma va affidata agli operatori del Servizio Foreste e Fauna, non ai cacciatori. Questi si erano impegnati a ricostituire il cotico dei prati devastati dai cinghiali e segnalati dall’Ufficio Agricoltura. Non hanno mai mantenuto fede alla promessa.

 

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