Gesù disse loro: ''Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'''


Laureato in Filosofia e in Scienze Religiose. Insegno Pluralismo e dialogo fra le religioni,
Mc 6,30-34 [In quel tempo] Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
In seguito all'invio missionario dei Dodici (6,7-13), Marco racconta la decapitazione di Giovanni il Battista (6,17-29) – sostenuta soprattutto da Erodiade, prima moglie di Filippo, fratello di Erode, poi risposata con Erode stesso. L'evangelista non ha mai fatto mistero del profondo legame che intercorreva fra Gesù e Giovanni – alcuni studiosi sostengono che Gesù fosse, inizialmente, uno dei discepoli di Giovanni – e quindi è più che lecito sostenere che la notizia della sua uccisione abbia profondamente scosso Gesù. In quella decapitazione cominciava ad annunciarsi una fine violenta anche per lui.
I Dodici ora sono ritornati dal loro maestro, con la voglia di riferirgli tutto ciò che avevano detto e fatto nella missione. È interessante notare che Marco utilizza solamente qui (ed in un altro versetto di dubbia attribuzione) il termine “apostoli” - che letteralmente significa “inviato”, “messaggero” - per definire il gruppo dei Dodici.
Gesù, a questo punto, invita i discepoli a recarsi in un luogo isolato, deserto, solamente con lui. Per riposarsi: «È un invito pieno di tenerezza, di sollecitudine per i discepoli, ma anche per Gesù è una necessità: egli deve fare discernimento sulla sua missione. Marco annota anche che quanti cercavano Gesù e venivano da lui erano talmente numerosi che i discepoli, impegnati nell’organizzare questi incontri personali con Gesù, non avevano neppure il tempo di preparare da mangiare e di mangiare. Sì, anche per Gesù occorre a volte avere il coraggio e la forza di prendere le distanze da ciò che si fa, occorre uscire dall’agitazione delle moltitudini, dal rumore delle folle. Se noi sentissimo nel nostro cuore questa chiamata: “Fuggi, fa’ silenzio, cerca quiete” (Detti dei padri del deserto, Serie alfabetica, Arsenio 2), saremmo certamente più disponibili a trovare un “luogo deserto”, uno spazio solitario in cui pensare, meditare, ascoltando il silenzio, il nostro cuore, la voce di Dio che cerca di parlarci nel nostro intimo più profondo. Senza ottemperare a questa esigenza, si cade nella superficialità, ci si disperde, si finisce per vivere senza sapere dove si va» (E. Bianchi).
Le persone che volevano incontrare ed ascoltare Gesù, però, non si danno per vinte, ed – intuendo la meta – lo precedono. A questa “forzatura” da parte della folla, Gesù non risponde in modo indispettito, ma la accoglie: «ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose». La figura del “buon pastore”, e la sua missione, qui vengono pienamente assunte da Gesù. E non è secondario ricordare che l'Antico Testamento è ricco di profezie riguardanti, appunto, la venuta del pastore buono: «Mosè disse al Signore: “Il Signore, il Dio della vita in ogni essere vivente, metta a capo di questa comunità un uomo che li preceda nell'uscire e nel tornare, li faccia uscire e li faccia tornare, perché la comunità del Signore non sia un gregge senza pastore”» (Nm 27,15-17); «Figlio dell'uomo, profetizza contro i pastori d'Israele, predici e riferisci ai pastori: Dice il Signore Dio: Guai ai pastori d'Israele, che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge? Vi nutrite di latte, vi rivestite di lana, ammazzate le pecore più grasse, ma non pascolate il gregge. Non avete reso la forza alle pecore deboli, non avete curato le inferme, non avete fasciato quelle ferite, non avete riportato le disperse. Non siete andati in cerca delle smarrite, ma le avete guidate con crudeltà e violenza. Per colpa del pastore si sono disperse e son preda di tutte le bestie selvatiche: sono sbandate. Vanno errando tutte le mie pecore in tutto il paese e nessuno va in cerca di loro e se ne cura. Perciò, pastori, ascoltate la parola del Signore: Com'è vero ch'io vivo, - parla il Signore Dio - poiché il mio gregge è diventato una preda e le mie pecore il pasto d'ogni bestia selvatica per colpa del pastore e poiché i miei pastori non sono andati in cerca del mio gregge - hanno pasciuto se stessi senza aver cura del mio gregge - udite quindi, pastori, la parola del Signore: Dice il Signore Dio: Eccomi contro i pastori: chiederò loro conto del mio gregge e non li lascerò più pascolare il mio gregge, così i pastori non pasceranno più se stessi, ma strapperò loro di bocca le mie pecore e non saranno più il loro pasto. Perché dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura.
Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. Le ritirerò dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d'Israele, nelle valli e in tutte le praterie della regione. Le condurrò in ottime pasture e il loro ovile sarà sui monti alti d'Israele; là riposeranno in un buon ovile e avranno rigogliosi pascoli sui monti d'Israele. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia» (Ez 34,2-16); «Poiché gli strumenti divinatori dicono menzogne, gli indovini vedono il falso, raccontano sogni fallaci, danno vane consolazioni: per questo vanno vagando come pecore, sono oppressi, perché senza pastore. Contro i pastori divampa il mio sdegno e contro i montoni dirigo lo sguardo, poiché il Signore visiterà il suo gregge e ne farà come un cavallo da parata» (Zc 10,2-3).