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Tra i migliori vini del mondo 6 italiani e uno ''parla trentino'': è il Bellone Santarelli tutto laziale ma con 'testa' in Val di Cembra

DAL BLOG
Di Ades, by Nereo Pederzolli - 05 luglio 2024

Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia

L’autorevole quanto indiscussa rivista londinese Decanter ha rivelato la classifica dei migliori vini del mondo per il 2024. Mettendo sul podio 6 vini italiani, i soli a conquistare il ‘Best in Show’. Tra Barolo, Brunello, Amarone, Valpolicella classico, un Passito di Traminer della cantina di Andriano, troviamo un vino laziale … che parla trentino. E’ l’Anthium Bellone 2023 di Casale del Giglio, dinamica quanto portentosa azienda laziale della famiglia Santarelli, da oltre 30 anni diretta dall’enologo cembrano Paolo Tiefenthaler. Un premio alla caparbietà, alla costante dedizione agronomica applicata con maestria e lungimiranza dall’enologo trentino.

 

Che ha davvero rivoluzionato la storicità della vitivinicoltura laziale. Un cipiglio dolomitico per portare ai massimi livelli - non solo qualitativi - un vino da un vitigno semisconosciuto: il Bellone. Un vino che ha profonde radici nel passato, per rilanciare la piacevolezza della modernità. Recupera i meriti che Roma Antica vanta nella diffusione della cultura del vino per stimolare nuove sensazioni. Nasce su terreni che portano al mare di Anzio, da un vitigno esclusivo del Lazio. Luoghi dove ancora oggi s’intravvedono i ‘segni’ di un passato ‘fabulosus’, per l’intreccio indissolubile con l’origine dei vini di Casale del Giglio.

 

Ha carattere inconfondibile nella sua versatilità: concilia l’immediatezza con altrettanta persistenza nel tempo, per gustare un vino ampio, con sentori di frutta esotica e un gusto avvolgente, potente quanto gentile. La tenuta di Casale del Giglio è stata fondata negli anni ’60 da Dino Santarelli, sviluppata dal figlio Antonio, che ha magistralmente recuperato un territorio inconsueto, trasformandolo - con la strategica gestione agronomica di Paolo Tiefenthaler - in uno dei migliori ambiti enoici nazionali.

 

Quasi 200 ettari vitati, riservando specifiche attenzioni a spazi attigui l’agro pontino, ogni territorio la giusta uva, dalla Biancolella sull’isola di Ponza, al Bellone curato ad Anzio. Senza tralasciare la cura di viti custodite da monasteri. Sempre nel rispetto della biodiversità, nell’impegno per tutelare la vasta gamma dei vitigni messi a dimora con grande strategia imprenditoriale. Per differenziarsi e per rendere onore alla spesso dimenticata storia vinaria dell’antica Roma. Casale del Giglio è ambito archeologico, terra dei Volsci - custodisce un raro museo - e propone luoghi dove pullulano ancora ‘segni’ di un passato ‘fabulosus’.

 

Vitigni ancestrali, unici nella loro assoluta identità storica quanto storiografica. Un giacimento enoico favoloso, nell’immaginario, per un dialogo dove è il vino che prende ‘senso’ e che trova fondamento nei luoghi dove sono state per la prima volta vinificate le loro uve. Proprio perché il legame tra Roma e il vino evoca bucoliche interpretazioni, gioiosi banchetti legati anche al dio Bacco, divinità che rappresentava la forza vitale della terra nel donare piacevoli frutti della natura.

 

Vino come spiritualità, piaceri da condividere, dovuti anche alla giusta ebbrezza alcolica…Con stimoli di assoluta modernità, proprio perché vini contemporaneamente di stampo internazionale e assolutamente ‘local’, originari e originali del Grande Lazio, la millenaria culla della cultura. Anche del buon bere. L’Anthium Bellone 2023 di Casale del Giglio si distingue per le sue caratteristiche organolettiche eccezionali. Prodotto da un vitigno autenticamente laziale, il Bellone, questo vino bianco è descritto dai giudici come “raffinato, solido e generoso con i sapori“. Il Bellone è un’uva dalle origini antiche, coltivata sin dai tempi dei Romani.

 

L’Anthium Bellone 2023 si presenta con un colore dorato brillante, accompagnato da un bouquet complesso di aromi fruttati e floreali, con note di agrumi, pesca e fiori bianchi. Al palato, questo vino si rivela equilibrato e armonioso, con una piacevole acidità che bilancia perfettamente la sua struttura morbida e avvolgente. Un vino pure dall’ottimo rapporto prezzo/qualità: attorno ai 13 euro la bottiglia! Per un top selezionato pure tra i vini italiani serviti nei prossimi banchetti delle Olimpiadi parigine.

 

Autorevolezza e modernità, intraprendenza vitivinicola e una costante attenzione alla qualità, sempre con il duo Santarelli & Tiefenthaler saldamente al comando. Un premio internazionale che per la prima volta elogia in assoluto un vino laziale. Merito anche - non è una questione campanilistica - delle intuizioni di Paolo Tiefenthaler, enologo di una famiglia radicalmente cembrana, pronto pure a cimentarsi (assieme ai suoi due giovanissimi figli, già laureati in enologia) in un progetto spumantistico in quel di Giovo. Ne riparleremo.

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