San Michele dedica un vino a Bruno Kessler, ma il risultato è tanto banale quanto fiacco. Il presidente meritava di più di un Rebo così scontato

Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia
Bruno, un Rebo in onore di Bruno Kessler, esponente politico artefice dell’autonomia del Trentino, senatore e per anni illustre e visionario Presidente dell’allora Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Per onorare i 100 anni dalla nascita di Kessler e nel 150esimo di fondazione della scuola, la cantina dell’omonima struttura ha presentato appunto il 100 Bruno - Rebo Trentino Doc.
Subito una considerazione: Kessler meritava di più ( enologicamente parlando). Sicuramente il Rebo - vino che scaturisce dall’omonimo vitigno costituito negli anni Cinquanta da Rebo Rigotti, genetista di Padergnone, operativo proprio nei laboratori della scuola a San Michele all’Adige - ha un suo intrinseco significato, ma poco o nulla ha da spartire con l’indomita attenzione enoica - e altrettanta autorevolezza - di un Kessler da sempre in prima fila nella promozione e tutela del vino trentino.
Il Rebo non ha sicuramente la forza del vino tanto caro al senatore, il rosso Castel San Michele, un vino di stampo bordolese, elaborato già nel 1960 negli avvolti della cantina scolastica. Un vino blasonato, che vanta primati e premi di stampo internazionale. E che è sempre stato il vino prediletto da Kessler.
Chissà perché gli strateghi della Fondazione Edmund Mach hanno selezionato il Rebo, imbottigliato con altrettanta scenografica etichetta, mentre sul retro della bottiglia campeggia pure un ritratto stilizzato del mitico senatore. Dunque, Kessler si meritava di più. La conferma viene pure dall’assaggio del vino in questione.
Un sorso per nulla emozionante, scarsa complessità, per certi versi andamento scontato, quasi banale, privo di quel nerbo che caratterizzava il ‘nostro politico’. Forse perché al Rebo non bisogna chiedere molto. La forza di questo vitigno non trova intriganti riscontri, riesce ad essere determinante solo nella correzione del timbro rossastro di qualche vino dozzinale. Raramente sorprende per persistenza, neppure per agilità della beva.
E’ però - questo 100 Bruno - vino in sintonia con la maggior parte della produzione enologica locale, con la DOC che generalmente (Teroldego compreso) non mantiene la sua forza, perde in appeal - a favore dell’IGT Dolomiti. Ed è in linea con la spettacolarizzazione dei 150 anni della Fondazione Mach. Ma gli anziani ex allievi della Scuola fondata da Mach ricordano con dovizia i vini preferiti dal senator Kessler: il Castel San Michele e il raro Moscato Rosa. Altro che Rebo.