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Infezioni da zecche, in Trentino aumentano i casi di malattia di Lyme e di Tbe. Zuccali: "Ora 1 su 5 è portatrice di Borrelia, quindi è infetta"

Dal 2000 al 2020 i casi noti di malattia di Lyme sono 372, con una media di 17 casi all'anno, mentre i casi di encefalite virale (Tbe) notificati sono 204. Per la Tbe i numeri maggiori si registrano in alcune aree come la Valle di Non, Val di Cembra, Valle dei Laghi. Zuccali: "Non andate al pronto soccorso per un morso, per rimuoverla basta una pinzetta"

Di Francesca Cristoforetti - 03 giugno 2022 - 11:49

TRENTO. Negli ultimi anni è aumentato il numero di casi di malattia di Lyme e di Tbe (encefalite virale), le due malattie trasmesse da zecche notificate in provincia di Trento. In particolare, solo in Trentino, si è passati da una media di 17 casi/anno di malattia di Lyme ai 41 degli ultimi 5 anni per arrivare a 45 nel 2020. E la Tbe? La media annuale è stata per molto tempo di 9,7 casi/anno ma negli ultimi 5 anni i casi sono diventati 23,2 e per arrivare, nel 2020, ad essere 32. Il quadro che mostra una sempre maggiore pericolosità delle zecche anche in Provincia di Trento lo mostra l'Azienda provinciale per i servizi sanitari con il suo ultimo report sull'argomento.

 

Come confermano i monitoraggi dell'Unità di Ecologia Applicata della Fondazione Edmund Mach la circolazione di alcuni batteri, come la Borrelia, sarebbe cresciuta rispetto agli anni scorsi, passando dal 16 al 20% (Qui l'articolo). "Questo significa che 1 zecca su 5 ne è portatrice, quindi infetta", commenta anche Maria Grazia Zuccali, dirigente dell’Unità operativa di igiene e sanità pubblica del Dipartimento di prevenzione dell'Apss.

 

Nonostante sia stata dimostrata la presenza di altri patogeni nelle zecche (rickettsie, babesia, anaplasma, ehrlichia), ad oggi non risultano casi umani di queste malattie, dichiara l'Apss. "A seconda della stagione e del periodo di maggiore proliferazione, varia anche il pericolo di trovare zecche - prosegue Zuccali - più aumentano, maggiore è la probabilità di trovarne di infette".

 

La malattia di Lyme è la più comune diagnosticata in Trentino: l’agente patogeno Borrelia burgdorferi si stima sia presente nel 20% delle zecche, sostiene Valentina Tagliapietra dell'Unità di Ecologia Applicata della Fem. Dal 2000 al 2020, i casi noti di malattia sono 372, con una media di 17 casi/anno; negli ultimi 5 anni, la media annuale è salita a 41 casi. Nel 2020 sono stati registrati 45 casi. 

 

"Si presenta come un alone rossastro - descrive la malattia Zuccali - che si separa in cerchi concentrici in cui si riconoscono aree più chiare aree più rosse. Se nel giro di 10 giorni compare anche febbre allora in quel caso ci si deve rivolgere a un medico".
 

I casi di Tbe notificati dal 2000 al 2020, in 20 anni, sono 204, con una media annuale di 9,7. Negli ultimi 5 anni la media annuale dei casi è raddoppiata: 23,2 casi. Nel 2020 sono stati registrati 32 casi. Attualmente, tutta la provincia di Trento può considerarsi a rischio, tuttavia, negli ultimi anni, i casi sembrano concentrarsi in alcune aree come la Valle di Non, Val di Cembra, Valle dei Laghi.

Per la Tbe è possibile vaccinarsi ed è consigliato "per chi è esposto ai morsi zecca, quindi chi va nei boschi, dove la vegetazione è rigogliosa".

 

La letalità non è elevata ma spesso la malattia lascia sequele prolungate: "I casi di Tbe propriamente detti, cioè con sintomatologia neurologica, rappresentano in genere il 25% delle infezioni che, in gran parte, sono asintomatiche o causano una forma detta 'cefalea febbrile', senza progressione della sintomatologia al sistema nervoso", prosegue Zuccali.  "E' una malattia che può dare dei postumi, in alcuni casi può lasciare una paralisi permanente".

 

Non è necessario andare al pronto soccorso per rimuovere una zecca, sottolinea Zuccali: "Basta una pinzetta per rimuoverla. La zecca rimane sulla cute ed è percettibile anche al tatto. Riesce a inserire il rostro nella pelle per succhiare il sangue, quindi per evitare l'infezione va tolta al più presto. Una volta rimossa disinfettare e gettarla via, altrimenti può tornare a mordere". 

 

L'Apss ricorda le principali misure di prevenzione delle malattie da zecche:

 

1. Evitare la puntura di zecca, riducendo il contatto diretto con le piante; indossare abiti coprenti, usare repellenti a base di Deet.

2. Dopo ogni escursione nel verde, controllare la pelle di tutto il corpo; togliere subito le zecche che si trovassero attaccate alla pelle, usando una pinzetta (non mettere sostanze sulla zecca). Non è necessario recarsi al pronto soccorso.

3. Dopo puntura di zecca, per almeno 30 giorni, controllare la pelle e sorvegliare la comparsa di disturbi. Se compaiono macchie sulla pelle o altri disturbi, rivolgersi al medico di medicina generale.

4. È possibile contrarre l’infezione da virus Tbe anche per via alimentare attraverso l’uso di latte crudo o di formaggi freschi a base di latte crudo contaminato (in Trentino, ad oggi, non sono conosciuti casi di Tbe a trasmissione alimentare)

5. È disponibile un vaccino contro la Tbe in tre dosi. È raccomandato a chi esegue spesso attività all’aria aperta per motivi professionali o ludico-ricreativi. La vaccinazione viene eseguita gratuitamente presso gli ambulatori vaccinali dell’Apss.

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