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Aumentano i luoghi di diffusione delle zecche, presenti anche nei parchi urbani. Tagliapietra: "Tra le cause la fauna selvatica. Anche i merli le trasportano in giro"

Le zecche hanno anticipato il loro proliferare. Le zone in prossimità dei laghi risultano essere quelle più colpite. L'intervista a Tagliapietra: "L'anticipo stagionale è possibile a causa delle temperature più calde che si sono verificate in primavera. Rispetto al passato è stato riscontrato un aumento dal 16 al 20% della circolazione di alcuni batteri, come la Borrelia"

Di Francesca Cristoforetti - 31 maggio 2022 - 18:56

TRENTO. Aumentano i luoghi favorevoli alla diffusione delle zecche che arrivano fino in città. Un avvicinamento possibile "causa la presenza di fauna selvatica anche nei parchi urbani, senza dimenticare che anche uccelli come i merli possono trasportare le zecche da un luogo all'altro", dichiara Valentina Tagliapietra dell'Unità di Ecologia Applicata della Fondazione Edmund Mach.

 

"Le zone in prossimità dei laghi sono sicuramente quelle più colpite - aggiunge Tagliapietra - per la circolazione di alcuni batteri, come la Borrelia (ndr responsabile tra le altre anche della Malattia di Lyme) è stato riscontrato un aumento rispetto agli anni passati, dal 16 al 20%". L'inverno molto secco, la primavera già con temperature quasi estive hanno permesso alle zecche di proliferare perfettamente e in anticipo di qualche settimana rispetto agli standard del territorio (Qui l'articolo). 

 

In Italia sono note 36 specie di zecche raggruppate in 7 generi. Le specie più diffuse e rilevanti da un punto di vista sanitario sia in Italia che in Europa sono Ixodes ricinus (la zecca dei boschi), Rhipicephalus sanguineus (la zecca del cane), Hyalomma marginatum e Dermacentor reticulatus

 

La quantità di pollini dispersa nell'aria, misurata dalle stazioni di monitoraggio aerobiologico, potrà contribuire a prevedere l’incidenza di casi umani di encefalite virale (Tbe), sostiene una ricerca condotta dalla Fem secondo cui la quantità di polline di alcune specie di alberi, in particolare faggio, carpino nero e quercia, registrata nel corso di un certo anno risulta relazionata con i casi di Tbe osservati due anni dopo: "Dal momento che le quantità registrate nel corso del 2020 sono risultate molto elevate, - spiega Fem in una nota - il 2022 potrebbe rivelarsi un anno con circolazione del virus particolarmente intensa".

 

Riguardo a questo tema risponde Tagliapietra, intervistata da Il Dolomiti.

 

Qual è la diffusione delle zecche in Trentino e quali sono le aree più colpite?

Le zecche hanno un andamento stagionale con un massimo di attività tra maggio e giugno. L'anticipo stagionale è possibile a causa delle temperature più calde che si sono verificate in primavera. Le zecche sono distribuite in tutto il territorio. Prediligono le aree con presenza di specchi d'acqua e ambienti forestali freschi e umidi con vegetazione arbustiva.

 

E' stato registrato un aumento nel corso degli anni?

La presenza degli ungulati favorisce la mantenimento di un buon numero di zecche nel territorio. I nostri campionamenti passati non hanno rivelato aumenti nel tempo all'interno di una stessa area ma è probabile che le zecche abbiano trovato ambienti favorevoli in aree che prima non lo erano, dando  quindi la percezione che le zecche siano aumentate.

 

I roditori e i pollini sono collegati alla quantità di zecche?

La quantità di polline in aria è un indicatore della produzione di semi da parte delle piante, che rappresentano una risorsa di cibo molto importante per alcuni roditori selvatici ampiamente diffusi nei boschi trentini, quali il topo selvatico dal collo giallo (Apodemus flavicollis) o l’arvicola rossastra (Myodes glareolus).  Quando questa risorsa di cibo è abbondante, le popolazioni di roditori selvatici presentano un picco demografico significativo l’anno successivo, che a sua volta andrà ad amplificare la circolazione dei patogeni tra gli stadi giovanili di zecca. I roditori non sono responsabili dell'aumento delle zecche in quanto nutrono solo gli stadi giovanili. Ma la loro massiccia presenza può contribuire alla sopravvivenza di queste popolazioni favorendo così il completamento del ciclo vitale fino allo stadio adulto.

 

E' possibile che le zecche si siano avvicinate sempre di più ai centri urbani, viste le continue segnalazioni?

E' possibile causa la presenza di fauna selvatica anche nei parchi urbani, senza dimenticare che anche uccelli quali i merli possono trasportare le zecche da un luogo all'altro.

 

Cosa comporta questo per le persone?

Bisogna stare attenti e controllarsi attentamente, e controllare anche gli animali domestici. Per alcuni batteri, quali la Borrelia, abbiamo riscontrato mediamente un aumento rispetto agli anni passati (dal 16 al 20%).

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