In Valle di Ledro piatti tipici della Repubblica Ceca per riscoprire la storia
L'iniziativa si terrà durante il ponte dell'Immacolata e coinvolgerà 5 ristoranti

VALLE DI LEDRO. Ripercorrere, comodamente seduti a tavola, le vicende che nel corso della Prima guerra mondiale portarono alla deportazione della gente ledrense in Repubblica Ceca. L'iniziativa arriva dalla Valle di Ledro che nel prossimo ponte dell'Immacolata promuoverà l'appuntamento stagionale con “Menù Ledro Ceco”.
Per conoscere questo spaccato importante della storia, 5 ristoranti si metteranno al lavoro per far gustare le specialità boeme "Made in Ledro" per esaltare la cultura culinaria della valle trentina e della regione dell'attuale Repubblica Ceca. Tra la Valle di Ledro, in Trentino, e la Cechia, infatti, sussiste un legame particolare, stretto cento anni fa durante la Grande Guerra e poi coltivato sempre più fino a diventare un abbraccio costante anche ai giorni nostri.
Durante i mesi, gli anni di permanenza nella Cechia, la gente ledrense - furono circa 5.000 i deportati - ha potuto apprezzare prima ed imparare poi i segreti della cucina locale, portandoli poi con sé al momento del ritorno a casa. E così i piatti della tradizione boema sono diventati pilastri della realtà ledrense; dai noti gnocchi boemi al gulasch fino alle livanze.
LA STORIA:
Con l'ingresso in Guerra del Regno d'Italia la Valle di Ledro si ritrovò nel 1915 nella scomoda condizione di terra di frontiera, con le cime circostanti a rappresentare il vero fronte tra l'esercito Austro-Ungarico e le truppe italiane.
Una situazione altamente pericolosa e fu così che Vienna decise di imporre la deportazione in Boemia per salvaguardare la popolazione: il 22 maggio 1915 venne notificata l'evacuazione da effettuarsi nel giro di 24 ore. Va ricordato che a quel tempo l'Impero Austro-Ungarico era già coinvolto nella Grande Guerra da quasi un anno, con i giovani ledrensi già arruolati ed impegnati in battaglia sul diversi fronti della Prima Guerra Mondiale. Proprio per questo gli sfollati furono soprattutto anziani, donne e bambini, molti dei quali mai usciti prima dai confini della valle.
Da un giorno all'altro furono così chiamati ad affrontare un viaggio con destinazione sconosciuta e raggiunta la stagione ferroviaria di Riva del Garda, la popolazione Ledrense affrontò il lungo trasferimento nell'allora Austria Superiore, la Cechia moderna, tra Boemia e Moravia.
Una lingua sconosciuta, usi e culture diversi, il dispregiativo "talianski" cucito addosso: l'impatto fu tremendo, ma con il tempo le cose andarono migliorando, perché in fondo anche la popolazione ceca era in una situazione simile, non di deportazione, ma comunque costretta ad affrontare le privazioni della guerra. Mese dopo mese si istaurò un legame sempre più forte, i Ledrensi conquistarono la fiducia dei cechi e il disprezzo iniziale venne a trasformarsi un saldo vincolo, rinnovato al termine della Grande Guerra e vivo ancora oggi.