Una raccolta firme per dare la cittadinanza italiana a Razi e Soheila i due registi che a dicembre sono diventati "cittadini del nulla"
Derubati di tutti i documenti sul treno mentre cercavano di andare in Iran i due rifugiati politici che dal 2008 vivono a Villazzano hanno presentato domanda di cittadinanza il 2 giugno 2015. Ora una petizione online chiede al commissario del Governo e a Zeni di arrivare rapidamente a una soluzione

TRENTO. L'appello è indirizzato al commissario di governo di Trento Pasquale Gioffrè e all'assessore alla salute e politiche sociali della Provincia Luca Zeni e in pochi giorni ha superato le 150 firme. E' una petizione online lanciata su change.org che chiede di dare, finalmente, la cittadinanza italiana ai due registi, rifugiati politici e ormai trentini d'adozione, Muhammad Razi Muhib Ali e Suhaila Mohd Ibrahim. Lui afgano (avevamo raccontato la sua storia nell'articolo Dalla schiavitù in Pakistan alle torture a Kabul, storia di Razi un regista internazionale a Villazzano) lei iraniana vivono a Trento dal 2008 e qui stanno crescendo loro figlio Sepanta.
Abitano a Villazzano e ormai sono integratissimi nella realtà locale rappresentando un vanto per il Trentino. Sono, infatti, due dei registi internazionali più conosciuti e stimati vincitori di svariati premi nei Festival più importanti d'Europa da Cannes, a Berlino, da Locarno a Venezia, dove entrambi si sono aggiudicati il premio Mutti. E proprio per realizzare il film tratto dalla sceneggiatura vincitrice del Mutti all'ultimo Festival di Venezia, Razi e Soheila un mese fa hanno provato a tornare in Iran per girare le riprese necessarie. Ma la sorte si è messa di traverso e sul treno i due sono stati derubati di tutti i documenti (passaporti, fogli di circolazione, addirittura del loro certificato di matrimonio afgano che stavano portando in Iran per farlo riconoscere in quel paese che fino a pochi anni fa non ammetteva il matrimonio tra un'iraniana e un afgano) oltre che del materiale per le riprese (Si legga Derubati in treno i registi Razi e Sohelia Mohebi: "Addio anche al certificato di matrimonio afgano. Ora siamo cittadini del nulla").
"I documenti sono fondamentali per lo svolgimento stesso della loro professione - si legge nell'appello su change.org -. Dopo quasi dieci anni di permanenza in Italia, non avere la cittadinanza e la possibilità di viaggiare significa infatti essere esclusi anche da molteplici opportunità di lavoro e dagli inviti a festival internazionali. Tale situazione condiziona anche la casa di produzione trentina con cui finora hanno collaborato, che vede così deteriorarsi i rapporti con importanti partner internazionali, e a dispetto dei riconoscimenti insieme ottenuti in diversi paesi. Razi e Soheila hanno presentato domanda di cittadinanza il 2 giugno 2015 e l'istruttoria è stata avviata. Chiediamo che si prenda in considerazione al più presto la loro pratica e che si arrivi rapidamente alla concessione della cittadinanza".
Un appello al quale sentiamo di unirci anche noi.