Un minore su tre gioca d'azzardo, il termometro in Trentino Alto Adige tra slot, gratta e vinci e scommesse sportive
I dati Ipsad mostrano che il Trentino Alto Adige va meglio rispetto al resto d'Italia, ma le dinamiche sono simili a livello nazionale con la diffusione del gioco anche tra i più giovani. Il rapporto mette in luce anche l'importanza della prevenzione nelle scuole

TRENTO. Quasi 17 milioni di persone hanno giocato d'azzardo almeno una volta nell'ultimo anno in Italia, questo quanto emerge dai dati dell'indagine Ipsad-Italian population survey on alcohol and other drugs. "La prevalenza dei giocatori è di sesso maschile - afferma Luca Bastiani, ricercatore della sezione epidemiologia dell'istituto di fisiologia clinica - mentre l'indice delle donne si attesa intorno al 30%. Un dato particolarmente allarmante è rappresentato dal 43% di giovani e giovanissimi tra i 15 e 34 anni che si avvicinano al gioco d'azzardo".

L'identikit del giocatore d'azzardo è in prevalenza maschio, disoccupato e precario, "mentre solo il 4% è rappresentato da redditi oltre i 55 mila euro all'anno - aggiunge il ricercatore - quindi si parla di imprenditori, avvocati e professionisti. Le persone identificate come a rischio spesso consumano alcol oppure ricorrono al binge drinking, un ciclo di almeno cinque bevute in massimo dieci minuti".

La statistica evidenzia come il 'gratta e vinci' faccia la parte del leone, mentre anche superenalotto e le scommesse sportive vanno per la maggiore. Non bisogna poi sottovalutare il poker texano. Se il Molise e il Friuli Venezia Giulia indossano la maglia nera, la fotografia del Trentino Alto Adige nel 2015 mostra dati incoraggianti e più contenuti rispetto alla media nazionale, il trend è infatti inferiore del 10% in confronto all'Italia. "Le tipologie di gioco si sono diversificate - dice -. Gli uomini prediligono il poker, le scommesse sportive e il totocalcio nella sale oppure online, mentre le donne il 'gratta e vinci' a casa e tra amici. Non si evidenziano distinzioni particolari tra giovani e adulti".

Il rapporto indica che il 62% delle persone gioca intorno ai 10 euro, quindi il 30% tra gli 11 e i 50 euro e il restante 8% anche 51 euro e più. "Il gioco si è diffuso tra i minori - spiega - anche se è vietato dalla legge: spesso i più giovani utilizzano il cellulare del fratello, ma in alcuni casi è il genitori a comprare il 'gratta e vinci' per il figlio".

I fattori di rischio che avvicinano i giovani al gioco sono in particolare l'utilizzo di alcol, droghe e sostanze illegali, "mentre i comportamenti identificati come protettivi - commenta - sono un controllo dei genitori rispetto alla spesa della paghetta, la soddisfazione nel rapporto con i propri amici e un rendimento scolastico medio alto".

Il rapporto mette in luce anche i risultati della prevenzione attraverso le attività nelle scuole. Nel 2009 solo il 4% ha previsto incontri di sensibilizzazione, questo tasso è raddoppiato nel 2012, mentre nel 2015 il 23% degli istituti programma iniziative preventive: le persone a rischio sono calate. Al contrario si è mollata la presa sulle droghe e l'uso di sostanze stupefacenti è cresciuto. "E' stata attivata una help line centralizzata con sede in Lombardia - conclude Bastiani - le linee hanno ricevute 3.337 telefonate dirette e 2.468 da parte di famigliari e amici. La prevalenza delle chiamate sono dei maschi, mentre nel secondo caso sono le mogli e madri. Le telefonate rispecchiano le dinamiche nazionali".

Nell'ambito del gioco d'azzardo patologico viene assicurata dall'Apss la continuità nell'attività di presa in carico dei pazienti affetti da tale patologia, nonché nella realizzazione delle iniziative di prevenzione e promozione della salute condotte in ambito scolastico, nonché nella gestione della convenzione con Ama per il contrasto alla ludopatia; vengono inoltre implementate le iniziative di formazione per gestori, operatori sociali e sanitari, educatori, insegnanti, personale delle forze armate. "Il gioco d'azzardo influisce sulla sfera sociale, economica e famifliare. Le prime attività - conclude Miriam Vanzetta dell'associazione auto mutuo aiuto - risalgono al 1998, mentre nel 2010 assistiamo all'ampliamento delle opportunità di gioco. Al fine di prevenire e sensibilizzare le persone nel 2012 abbiamo firmato con i comuni di Trento e Rovereto un'Alleanza, trovando terreno fertile in particolare nella figura di Violetta Plotegher. Anche la Provincia ha recepito le istanze e oggi i canali dell'amministrazione non ammettono le pubblicità sul gioco d'azzardo".
Un intenso lavoro di rete sfociato nella legge del 2012 che istituisce una fascia di rispetto di 300 metri dai luoghi sensibili quali scuole, asili, chiese, case di riposo e simili. "La nuova frontiera - conclude Vanzetta - è il gioco online e le nostre attività si incentrano sui ragazzi, partendo dal basso".
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