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Umberto Guidoni attera sul pianeta Trento Film Festival per l'evento speciale 'Sos Terra, abbiamo un problema'

L'intervista al primo astronauta europeo a salire sulla Stazione spaziale internazionale nel capoluogo per il Trento Film Festival. "Il Trentino ha un ruolo importante. Tra tren'anni si potrebbe atterrare su Marte"

L'astronauta Umberto Guidoni
Di Luca Andreazza - 02 maggio 2017 - 21:13

TRENTO. Il Trento Film Festival scollina nel suo settimo giorno e il suo ricco programma non conosce soste (Qui programma e luoghi della kermesse). La serata speciale di mercoledì 3 maggio all'Auditorium Santa Chiara è dedicata alla straordinaria avventura dell'uomo nello spazio e si intitola 'Sos Terra, abbiamo un problema'. 

 

L'evento tra teatro e divulgazione scientifica, organizzato in collaborazione con il Muse, è impreziosito dalla 'copertina' dell'attrice Teresa Mannino, quindi spazio all'astronauta Umberto Guidoni, che accompagnerà gli spettatori in uno straordinario viaggio nel cosmo e nel nostro pianeta visto dallo spazio, in compagnia del meteorologo Luca Lombroso, scrittore e divulgatore ambientale, noto al pubblico televisivo per la partecipazione per diversi anni alla trasmissione 'Che tempo che fa' condotta da Fabio Fazio su Rai 3 e del giornalista Giorgio Zanchini, celebre voce di Rai Radio1, conduttore della trasmissione 'Radio Anch’io'.

 

Umberto Guidoni, classe 1954 nato a Roma, è stato il primo europeo a salire sulla Stazione Spaziale Internazionale nel 2001, ma è stato protagonista di altre due missioni con lo Space Shuttle e con l'Endeavour, e oggi, dopo aver smesso la tuta da astronauta si dedica alla divulgazione scientifica. Al Trento Film Festival in 'Sos Terra, abbiamo un problema' che argomenti tratta?

Affronto la mia esperienza nel cosmo, partendo dalla realizzazione della Stazione Spaziale Internazionale e come oggi si può osservare il nostro pianeta con sempre maggiore precisione grazie ai satelliti e all'evoluzione tecnologica.

 

Da dove si può comprendere meglio la crisi climatica in atto.

La Terra vista dallo spazio è bellissima. E' stato ribattezzato il pianeta azzurro per la predominanza dell'acqua, ma in realtà è una palla colorata dal verde delle foreste oppure il giallo dei deserti. A occhio nudo, durante il giorno, non si vedono le tracce dell'uomo, mentre si vedono purtroppo molto bene i danni causati dall'umanità: gli incendi, la deforestazione e l'inquinamento.

 

Il Trentino nel suo piccolo contribuisce molto alla causa spaziale, basta nominare Astrosam, ma anche il professore Stefano Vitali (principal investigator del satellite LISA Pathfinder) e Roberto Battiston, presidente dell'Agenzia spaziale italiana.

Questo sforzo è importante, così come l'internazionalità della partecipazione. La diversità delle identità e delle culture porta una marcia in più nell'investigare lo spazio e i suoi segreti.

 

Un settore dove le donne astronauta sono in grande ascesa.

Un apporto importante, ora il capitano della Stazione spaziale internazionale è donna e ormai si è quasi raggiunta la parità tra colleghi di sesso maschile e femminile. Questo mestiere è nato al maschile in quanto di estrazione militare. Le prime missioni tramite Space Shuttle hanno sdoganato, per fortuna, questo aspetto, ampliando la platea. Ora nessun limite è precluso.

 

Una domanda ricorrente, quali sono le emozioni che si provano lassù? La partenza, la permanenza nello spazio oppure il rientro, quali sono le sensazioni?

Nello spazio ci si sente leggeri e la percezione è diversa. Inoltre si comprende quanto sia piccola la Terra e come rappresenti un'isola felice nel mezzo al nulla.

 

Le sensazioni fisiche prima del viaggio sono particolari, la preparazione è lunga e nonostante l'addestramento non si può sapere la reazione allo spazio. Nel tempo libero si osserva la Terra e si scattano foto, quando invece si rientra si apprezza la banalità dei piccoli gesti, come una doccia oppure camminare nuovamente.

 

Dopo l'allunaggio e la contrapposizione Stati Uniti-Unione Sovietica lo spazio sembra avere perso un po' di fascino. L'evoluzione tecnologica e le missioni robotizzate rendono l'esplorazione meno eroica.

Io appartengo a quella generazione ha assistito allo sbarco sulla Luna e milioni di ragazzini sognavano di fare l'astronauta: Apollo 17 è stato il punto più alto della nostra evoluzione, l'unico momento in cui l'uomo si è allontanato dalla propria orbita. Si era arrivati sul nostro satellite partendo letteralmente da zero e allora tutto sembrava possibile, compreso raggiungere Marte in meno di 30 anni.

 

Oggi le missioni spaziali sono di routine, non ci sono missioni epiche come quelle lunari e le missioni attorno alla Terra ci sono da trent'anni. L'aspetto eroico si è certamente ridotto, così come i finanziamenti. La conquista spaziale sembra rallentata, ma nel frattempo sono successi altri avvenimenti importanti, come la Stazione spaziale internazionale. Non è eroico, ma questo progetto è riuscito a unire le conoscenze di tantissimi paesi, compreso americani e russi. L'interesse verso le esplorazioni si sta rinnovando e di pari passo la spinta dei giovani verso questo universo. 

 

Qualcosa cambierà con la prima missione umana su Marte.

Le missioni utilizzando sonde e robot non hanno la stessa portata rispetto a quelle umane. L'interesse deriva dalla curiosità, dal coraggio e dalle emozioni delle persone, unito alla tecnologia. Non bisogna dimenticare che proprio dallo spazio arrivano poi i progressi scientifici e tecnologici che diventano un bene di uso comune. La missione su Marte è in lavorazione e credo che massimo tra trent'anni l'uomo potrà mettere piede sul pianeta rosso.

 

E il turismo spaziale?

E' un modo per attirare finanziamenti privati in un settore dove quelli pubblici si sono ridotti. Penso che non sia una possibilità così remota, ma neppure così vicina come dicono. Credo anche dovrebbe essere gestita da un ente sovranazionale per garantire la preparazione minima e il massimo grado di sicurezza. Sicuramente questa corsa al turismo spaziale può accelerare anche il processo per raggiungere Marte.

 

 

 

 

 

 

 

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