Trentino: natalità, dispersione scolastica e tasso di disoccupazione meglio che in altre regioni, ma peggio dell'Alto Adige
Presentato il rapporto "Crescere in Trentino. Alcuni dati sulla condizione giovanile in Provincia di Trento" stamattina nell'ambito del Festival della Famiglia. Il Trentino non si sottrae alla tendenza dell'invecchiamento generale della popolazione in Italia, ma risulta una delle province più giovani. Sabato 3 il Trentino dei bambini protagonista con tanti appuntamenti

RIVA DEL GARDA. 3 date, 3 sedi, 30 relatori, 85 studenti, 20 iniziative collaterali, 30 eventi per i più piccoli: questi i numeri essenziali della quinta edizione del Festival della Famiglia a Trento da ieri a domenica 3 dicembre. Giovedì 1 dicembre, l’auditorium Santa Chiara ha ospitato la mattina dedicata a giovani e scuole alla quale parteciperà anche il Sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali con delega alle politiche giovanili; il pomeriggio di venerdì 2 dicembre, la sala Depero del palazzo della Provincia accoglierà le istituzioni, alla presenza del Ministro per gli affari regionali e autonomie con delega alle politiche familiari e della Capo Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri; la mattina di sabato 3 dicembre, al Muse sarà dato spazio alle famiglie.
Se le nuove generazioni sono un "peso piuma", secondo la definizione del demografo Rosina, in Trentino ci sono però alcuni segnali che marcano la differenza rispetto al resto d'Italia. Al 1 gennaio 2016 i giovani fino a 19 anni erano il 20%, mentre in Italia la percentuale era del 18%.
La crescita dei figli, in Trentino, è poi supportata da un sistema di istruzione e formazione inclusivo ed efficiente: il 97% degli studenti prosegue gli studi dopo l’assolvimento dell’obbligo di istruzione e il tasso di dispersione scolastica è al di sotto del 10%.
Questo quanto emerge dal rapporto “Crescere in Trentino. Alcuni dati sulla condizione giovanile in Provincia di Trento” (Qui la versione Pdf del volume), presentato questa mattina a Palazzo Trentini, nell'ambito della quinta edizione del Festival della Famiglia. Si è parlato di demografia, istruzione e formazione, lavoro, salute, immigrazione ed emigrazione con gli esperti autori dei diversi capitoli. Fra gli interventi quello dell’assessora provinciale all'università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo e dei professori Carlo Buzzi dell’Università di Trento e Alessandro Rosina dell’Università Cattolica di Milano.
"Questo lavoro non sarebbe stato possibile senza la partecipazione dei colleghi – afferma la curatrice, Arianna Bazzanella. Oltre alle informazioni e delle riflessioni che offre, ha valore anche perché è il risultato di una sinergia che ha permesso di valorizzare ulteriormente documentazione di qualità già presente nella nostra Provincia".
La pubblicazione evidenzia che i nostri giovani sono pochi. La demografia dipinge da tempo un Occidente che sta invecchiando costantemente e rapidamente, rendendo il segmento giovanile sempre più residuale. Il Trentino non si sottrae a questo trend, nonostante sia una delle zone più giovani del Paese dopo la Campania e l'Alto Adige.
Un contesto non facile che si ritrova anche in un mercato del lavoro che penalizza le nuove generazioni. In Provincia di Trento si registrano però dati lusinghieri rispetto ad altre aree del paese e alla media nazionale e i più recenti indicatori danno segnali di ripresa; il tasso di disoccupazione giovanile in Trentino riferito al 2015 è del 24% per i 15-24enni (in Italia è del 39%).
In Italia, anche per le difficoltà a trovare un lavoro che garantisca continuità di reddito, i giovani rimangono più a lungo in famiglia: nel 2015 in Italia vivevano con i genitori il 98% dei 18-19enni e il 90% dei 20-24enni, numeri che non stupiscono, se consideriamo che in queste fasce molti sono ancora in età di studio. Ma lo stesso facevano il 62% dei 25-29enni e quasi un terzo degli over 30 (29%). Anche in questo caso il Trentino si distingue e anticipa ampiamente l’abbandono del nido, visto che nel 2014 era appena il 27% dei 25-34enni a vivere ancora con mamma e papà. E si rivela più ospitale per fare famiglia: il tasso di fecondità pari a 1,54 è tra i più alti d’Italia, dopo la Provincia di Bolzano (1,74) e la Valle d’Aosta (1,54) contro una media nazionale pari a 1,37.
La crescita dei figli, in Trentino, è poi supportata da un sistema di istruzione e formazione inclusivo ed efficiente: il 27% dell’intera popolazione dei più piccini (0-2 anni) frequenta nidi o tagesmutter e quasi il 100% dei bimbi di 3-5 anni frequentano la scuola dell’infanzia. Parlando dei più grandi, il 97% degli studenti prosegue gli studi dopo l’assolvimento dell’obbligo di istruzione e la Provincia di Trento ha già raggiunto l’obiettivo della Strategia Europa 2020 di ridurre la dispersione scolastica al di sotto del 10%, poiché il tasso di drop-out in Trentino è al di sotto del 9%. Per non parlare degli esiti nelle indagini internazionali OCSE PISA sugli apprendimenti in cui le 50 scuole trentine raggiungono complessivamente il miglior risultato in Italia e, se comparate con i 65 paesi partecipanti, il settimo posto.
Infine, dal punto di vista dei consumi alimentari e dell’attività fisica i ragazzi trentini adottano per lo più stili di vita equilibrati, mentre va prestata attenzione all'utilizzo delle sostanze nocive: "I dati sulle dipendenze sono uno dei segnali di nicchie di disagio presenti anche tra i nostri giovani – commenta l’assessora provinciale all'università e ricerca, politiche giovanili – La prevenzione e l’accompagnamento nell’età evolutiva sono un elemento nevralgico su cui l’amministrazione provinciale investe da tempo e sono tanti gli interventi e le azioni messe in campo, ma la responsabilità verso i giovani deve essere necessariamente condivisa e per migliorare i risultati bisogna che istituzioni, enti, associazioni, agenzie anche del comparto privato dialoghino tra loro, partendo da un ruolo di coordinamento delle politiche giovanili".
"La centralità dei giovani in provincia di Trento non è nuova, ha radici lontane – commenta Carlo Buzzi, professore all’Università di Trento. Gli studi periodici sulla condizione giovanile così come i dispositivi dei Piani giovani di Zona e d’Ambito sono assurti a esempio per altre realtà. Lo stesso sistema di istruzione e formazione ha raggiunto livelli di inclusione sconosciuti in altre aree del paese. I dati del rapporto ci confermano della bontà di questi investimenti e della necessità di continuare lungo la strada della sperimentazione anche nell’ambito delle policy, andando incontro a una maggiore integrazione tra settori".
Sabato 3 il Trentino dei bambini sarà protagonista al Festival della Famiglia e organizza 30 laboratori gratuiti per i più piccini da 0 a 12 anni. Circa 500 posti disponibili per iniziative che si svolgeranno in 16 punti della città, tra musei e luoghi di aggregazione. L’idea è di accompagnare gli appuntamenti principali del Festival, dedicati a riflessioni su presente e futuro delle politiche famigliari e della transizione all’età adulta, con una giornata per più piccoli e le loro famiglie. Tra giochi e divertimento, grandi e piccini potranno conoscere diverse realtà che in Trentino operano nel settore della didattica e dell’accudimento.