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Tre ragazzi, due asinelli e il loro viaggio a piedi da Covelo a Roma

Sono partiti il 5 novembre: "Attraversiamo l'Italia e ovunque l'accoglienza è clamorosa". L'obiettivo del viaggio? "Viaggiare"

Di Donatello Baldo - 16 novembre 2016 - 21:56

TRENTO. Damiano ha fatto un sogno. C'era un asino di nome Diego e c'era lui, e assieme percorrevano le strade dei pellegrini verso Santiago di Compostela. “Mi sono alzato dal letto e sapevo quello che dovevo fare: cercare un asino e mettermi in cammino. L'ho trovato e per lui abbiamo preso un piccolo appezzamento di terra”. Inizia da qui l'avventura di due ragazzi e di una ragazza di Covelo che oggi sono in marcia verso Roma. Con Diego e con un altro asino di nome Sigaro.
 

“Misurarmi subito con il cammino di Santiago – racconta Damiano – era forse troppo al di sopra delle nostre possibilità. Non tanto per noi, io sono già stato quattro volte a Santiago di Compostela, ma per il viaggio con due asini che non abbiamo mai fatto. Io – ammette Damiano – non ho mai avuto animali, non ho mai avuto nemmeno un gatto o un cane”. E ora Damiano ha due asini. “E per prepararci al viaggio più lungo abbiamo deciso di provare ad andare da Covelo a Roma”.
 

Sono infatti di Covelo questi strani pellegrini. Sono giovani: Damiano ha 34 anni, sua moglie Angela 29 e il loro amico Francesco 32. “Io lavoro in un vivaio e Francesco è un gelatiere”. Lo corregge subito Francesco: “Si dice gelataio”. Tutti stagionali insomma, “a parte mia moglie Francesca – precisa Damiano – lei è ricercatrice all'istituto Edmund Mach e si è dovuta prendere ferie”. In questi giorni al gruppo si è aggiunto Mattias, 28 anni: “Scrivilo che c'è anche lui, è un nostro amico”.
 

“Percorriamo soprattutto piste ciclabili, ora stiamo camminando su quella “Del Sole”, poi da Bologna prenderemo il “Cammino degli Dei” e a Firenze imboccheremo la via Francigena”. Fino a Roma saranno circa 600 chilometri e al giorno ne percorrono una trentina. “Arriveremo in piazza San Pietro, chissà – rispondono i viaggiatori, interrogati sulla destinazione – di sicuro dobbiamo tornare per il 10 dicembre: saremo a Madruzzo a fare il presepe vivente con Diego e Sigaro”. Ma ragazzi, volete andare dal papa? Ridono: “Sì, scrivilo che vogliamo andare a farci una foto con papa Francesco e gli asinelli, anzi facciamo un appello: se qualcuno lo conosce lo contatti e gli dica che stiamo arrivando”.
 

Ridono un sacco, sprizzano felicità. Sono stanchi morti e stanno montando le tende per la notte ma sono comunque allegri, sembra che l'obiettivo del viaggio sia il viaggio in sé. “Tutti i giorni succede qualcosa, questo è il viaggio, non ci si annoia mai, si incontrano persone, ci raggiungono amici che fanno un pezzo di strada con noi”.
 

Sono partiti da Covelo il 5 novembre. “Siamo partiti sotto la pioggia, la sera prima il paese ci ha voluti festeggiare con una castagnata. Una giornata durissima – raccontano ridendo i pellegrini – siamo arrivati fino ad Arco accolti dai frati cappuccini, poi Mori, Avio. Affi e Pescantina, Mantova. E abbiamo attraversato il Po”.
 

“A Mantova – raccontano divertiti – abbiamo dormito nel museo diocesano. Gli asini si sono fermati davanti al parco della struttura e sono entrati all'interno per brucare l'erba. Alla fine ci hanno ospitati, abbiamo passato la notte lì”. Non cercano ospitalità, non bussano alle porte delle case, non si fanno regalare cibo e non inseguono la speranza di un letto caldo.

 

“No, noi abbiamo la nostra tenda e il nostro fornello a legna, tutto caricato in groppa agli asini”. Ma già quando sono alle porte di un centro abitato i bambini iniziano a correre loro incontro, “e non solo i bambini, ci accoglie il paese intero. Veramente – afferma orgoglioso Damiano – l'accoglienza è ovunque clamorosa”.
 

Un esempio? San Benedetto Po, nel mantovano. “Ci siamo appena stati. Angela è entrata in una pizzeria per chiedere un po' d'acqua per dissetare gli asini – raccontano – ma è uscita con un un carico di pizze che i proprietari ci hanno voluto regalare. E poi hanno chiamato il prete perché ci facesse dormire in canonica, i contadini della zona ci hanno portato il foraggio per Diego e Sigaro”.

 

Ma cosa ci raccontano di Diego e di Sigaro? “Non sono soltanto gli animali che portano i nostri bagagli, sono molto di più”. Sono parte del sogno, sono loro che hanno iniziato il cammino, loro che hanno spinto tre ragazzi di Covelo ad attraversare il Paese per arrivare a Roma, come i pellegrini di un tempo.
 

Ma non ci sono tante parole per spiegare la magia di due asini in cammino. Pirandello diceva che davanti a un asino crolla ogni impalcatura filosofica. Davanti al viaggio di tre ragazzi e due asinelli si innalza però l'orgoglio di una sfida che sa antico, delicata e profonda al tempo stesso. Buon cammino viaggiatori. 

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