Tramondi, il cortometraggio sull'autismo girato a Rovereto ha vinto il primo premio "Cortisonanti"
Protagonisti anche i ragazzi della cooperativa "Il Ponte": "Non è un documentario in cui si spiega, niente toni drammatici, zero esperti che insegnano. Solo ragazzi che vivono".

ROVERETO. Cinque giovani con autismo, quattro ragazzi e una ragazza, si incontrano a Rovereto. Lì entrano in contatto con dei loro coetanei, Lorenzo Dabon e il collettivo SeriousGrafia, giovani artisti col pallino della serigrafia, e assieme a loro imparano la tecnica di stampare disegni su t-shirt.
È la storia di Tramondi, il cortometraggio che venerdì 25 novembre ha vinto il primo premio della sesta edizione del Festival Cortisonanti, sezione Documentari. I protagonisti sono i pavesi Lorenzo Modini e Beatrice Sanna, e i roveretani Elia Pavoni, Michele Tranquillini e Matteo Cazzanelli, che assieme ai loro educatori e alla collaborazione tra due realtà che da molti anni si occupano di autismo (la Fondazione Il Tiglio di Pavia e la Cooperativa Sociale Il Ponte di Rovereto) hanno avuto la possibilità di tuffarsi in un’ esperienza davvero gratificante.
L’idea alla base del cortometraggio nasceva dalla volontà di raccontare l’autismo da una prospettiva che potesse mettere in luce le caratteristiche individuali, le specificità, ma anche la grande potenzialità umana delle persone che vivono in prima persona questa complessa condizione. Obiettivo centrato in pieno dal regista Fausto Caviglia, che già nel 2011, con il suo “Francesco e Bjorn” aveva dimostrato la capacità di approcciarsi con delicatezza e coraggio al mondo dell’autismo.
Tramondi è stato, tra l’altro, patrocinato dall'Università di Trento e dall'Università di Pavia, ricevendo il plauso della professoressa Paola Venuti e del professor Francesco Barale, docenti nelle rispettive università e tra i maggiori esperti italiani nel campo dei disturbi dello spettro autistico.
“Ho appoggiato il progetto Tramondi fin da subito - ci racconta soddisfatta Paola Venuti, arrivata a Napoli per assistere al festival - e questo perché avevo capito che poteva essere utile anche per far capire alla gente che autismo non significa necessariamente chiusura o assenza di emozioni. Nel corto vediamo ragazzi entusiasti, vogliosi di conoscere coetanei, che se sostenuti da persone che danno loro sicurezza riescono a farsi degli amici, a svolgere delle attività gratificanti e a viversi la dimensione dello stare assieme”.
Quando ritira il premio, il regista Fausto Cavilgia è emozionato per il calore e l'apprezzamento manifestati verso la sua opera: “Questo premio è un bellissimo riconoscimento, ma non solo per me; lo è per tutti quelli che lo hanno reso possibile, e non sto parlando solamente della tropue ma anche degli educatori che hanno fatto in modo che i ragazzi si sentissero sempre a loro agio. Ma naturalmente il riconoscimento è anche per per Michele, Beatrice, Lorenzo, Elia, Matteo. Lavorare con questi ragazzi è stata un'esperienza unica”.
Filippo Simeoni, direttore della Cooperativa Il Ponte, si dice orgoglioso che Tramondi abbia avuto tutto questo successo. “Abbiamo proiettato il cortometraggio in diverse occasioni - spiega - e tutte le volte l'apprezzamento è stato al di sopra delle aspettative, non solo da parte degli addetti ai lavori, ma sorprendentemente da parte di chi di autismo ne sapeva poco o nulla. Volevamo rendere l'idea di chi sono e di che cosa sono capaci questi ragazzi e ci siamo riusciti".
"E la loro esperienza nel campo della serigrafia ha portato dei frutti - spiega Simeoni - ora i ragazzi sanno serigrafare e lo fanno abitualmente, si divertono a farlo”. L'esperienza Tramondi ha infatti creato contatti, collaborazioni, opportunità. Il direttore ci spiega che la cooperativa, con il supporto dell'artista roveretano Federico Lanaro ed in collaborazione con lo store 100one ha creato una linea di magliette e felpe serigrafate, in vendita presso il negozio di Corso Bettini a Rovereto.
E a questo punto siamo curiosi di guardarci il cortometraggio vincitore. Così capiamo che tutto il successo di Tramondi è meritato. Forse, ciò che piace, è che Tramondi non è un documentario in cui si spiega, o in cui si vuole far piangere a tutti i costi. Niente toni drammatici, zero esperti che insegnano. Solo ragazzi che vivono. Qui sotto il teaser del cortometraggio.