In Siria, tra le macerie di un popolo. "E' in atto un olocausto guidato da Assad e armato dai russi"
La trentina Nibras Breigheche ci racconta il dramma che sta vivendo la terra di origine della sua famiglia. "Il Paese è al disastro. Anche un mio cugino è stato ucciso da un cecchino. L'esercito di Assad è ormai composto solo da truppe di terra iraniane e aviazione russa e poi ci sono i pazzi dell'Isis. Il male assoluto. Solo la comunità internazionale può fare qualcosa"

TRENTO. “In Siria è in atto un vero olocausto. Assad e la Russia stanno massacrando un popolo intero. Solo la comunità internazionale può fare qualcosa”. A parlare è Nibras Breigheche (nella foto sotto), figlia dell'imam di Trento e, dall'alto delle sue due lauree conseguite in Francia, considerata una delle donne più apprezzate dell'Islam italiano. E' parte del direttivo dell’Associazione islamica italiana degli Imam e delle Guide religiose e nonostante sia nata nelle Marche e viva a Trento da quando ha 6 mesi, è legatissima alla sua terra di origine, la Siria dove molti dei suoi parenti ancora vivono, tra le bombe e i colpi di artiglieria. "Resistono" ci dice lei usando una parola che ha avuto un significato preciso nel nostro Paese e che forse proprio lì ritrova il suo senso più profondo.
"Sui giornali italiani si legge la parola "ribelli" - ci spiega Nibras - ma quella è la "resistenza del popolo siriano". Sono loro quelli che andrebbero aiutati, sono loro che combattono per la libertà della Siria in città ormai fatiscenti segnate da una guerra che va avanti dal 2011". Una guerra che ad oggi ha causato 470 mila morti, 1,9 milioni di feriti, e circa 10 milioni di sfollati (praticamente metà della popolazione di prima della guerra). I dati li fornisce il Syrian Centre for Policy Research che aggiunge come l'aspettativa di vita in quel paese, sul quale si combattono forze contrapposte (Isis, esercito di Assad, i curdi e la resistenza siriana) sia passata dai 70 ai 55 anni.

“I miei zii sono ancora lì – ci racconta Nibras – non hanno voluto finire la loro vita da profughi. Altri nostri parenti, invece, sono scappati in Giordania, in Turchia e in Europa. Ma chi resta lo fa in un contesto di distruzione assoluta. Un mio cugino è stato ucciso da un cecchino mentre stava portando del pane. Intere città sono state rase al suolo. I bombardamenti russi sono indiscriminati o meglio, il discrimine c'è: sono praticamente sempre diretti contro la popolazione e la resistenza siriana. Ci raccontano che stanno bombardando l'Isis ma i testimoni diretti di questa tragedia (si veda la mappa sotto ndr) e anche tantissimi studi internazionali ci dicono che la verità è tutt'altra. Lo ha detto anche Massimo Campanini (docente di Islamistica e Storia dei Paesi arabi all'Università di Trento e uno dei più apprezzati orientalisti d'Europa). L'Isis è una “creatura” che ha fatto comodo essenzialmente a russi e iraniani. Sono iper strutturati sul piano della comunicazione, sono ben armati e hanno avuto come principale effetto quello di fermare la spinta popolare che chiedeva democrazia e libertà e voleva destituire Assad”.

Sono del 2011, infatti, le “primavere arabe” quelle spinte di popolo che anche in Siria hanno cercato di cambiare le cose ma che in quasi tutti i paesi del Nord Africa sono sfociate in caos e disperazione. “Tranne in Tunisia e per un certo periodo in Egitto – prosegue Breigheche – le primavere arabe sono fallite perché è venuto a mancare l'appoggio dell'Europa che ha preferito anteporre i suoi interessi geopolitici agli interessi dei popoli, peccando di miopia perché un popolo stabile, libero e con una struttura di governo democratico è l'unico interlocutore utile sia sul piano economico che sociale”.
E oggi la Siria è nel caos divisa in più porzioni: da un lato c'è l'esercito di Assad, poi c'è la resistenza del popolo siriano, a nord ci sono i Curdi e a macchia di leopardo l'Isis. Ed è notizia di questi giorni che sono ripresi i bombardamenti ad Aleppo. Gli squadroni aerei siro-russi (fonte Save The Children) hanno ucciso 136 bambini e ne hanno feriti 397 in un mese usando le bombe a grappolo il cui utilizzo è vietato dal 2010. Sono terribili ordigni che una volta sganciati ad una altezza prestabilita dal suolo, si aprono liberando centinaia di sub-ordigni, che esplodono alcuni immediatamente, all'impatto con il terreno, altri a mesi di distanza, trasformandosi in mine anti-uomo. E le cose sono destinate a peggiorare. Una flotta russa composta da 7 navi da guerra (guidate dalla portaerei Admiral Kuznetsov: qui si può seguire il loro tragitto finché resterà acceso il transponder) sta solcando le acque del nord Europa direzione Mediterraneo, sponda Siriana. Serviranno a dare la spallata decisiva in favore di Assad.
“L'esercito di Assad, ad oggi praticamente non esiste più – prosegue Nibras – conta essenzialmente su truppe di terra provenienti dall'Iran e sui bombardieri russi. Molti dei soldati un tempo fedeli al regime, infatti, hanno preso le armi e si sono schierati a fianco del popolo e oggi combattono con la resistenza siriana. E poi ci sono quei pazzi dell'Isis. Gente ignorante che non sa quello che predica e che proprio per questo non può essere definita mussulmana. E infatti le loro prime vittime sono proprio i mussulmani. A raccontarcelo sono stati anche alcuni dei profughi che sono arrivati qui a Trento. All'inizio si sono guadagnati la fiducia dei popoli occupati fornendogli qualche servizio come l'acqua e l'elettricità ma poi hanno imposto le loro folli regole. Per fare due esempi agli uomini senza barba vengono inflitte punizioni corporali, come anche alle donne che non si coprono completamente. Stanno imponendo una visione medioevale del mondo che niente ha a che vedere con la nostra religione. Il secondo pilastro dell'Islam è quello di riconoscere gli altri profeti, è un messaggio di tolleranza e pluralismo religioso. Questi non rispettano il Corano. Sono un male assoluto. Come male assoluto è il regime di Assad. Lui e i suoi alleati stanno usando armi chimiche sulla popolazione. Ogni famiglia ha perso dei cari per mano di questo dittatore sanguinario che da subito ha definito i giovani e gli studenti che protestavano nel 2011 con i social network e le manifestazioni di piazza, terroristi".
"Oggi - conclude la Breigheche - non si può più tornare indietro. Anche se la Russia dovesse radere al suolo tutta la Siria il nostro popolo non accetterebbe di tornare ad Assad. L'unica speranza è che intervenga la comunità internazionale e faciliti la nascita di un governo di transizione che traghetti il Paese fino a delle elezioni democratiche. I siriani meritano dopo quasi 60 anni di Assad (prima il padre e poi il figlio) e di partito unico, la libertà e quindi il voto”.