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Scuola, scontro tra sindacati e Provincia. Uil: "Il comparto merita attenzione. Se non arrivano i fatti, si va per vie legali"

I sindacati puntano i riflettori sui nodi relativi al rinnovo contrattuale del personale docente, le modifiche normative per il contratto Ata e per la dirigenza scolastica, il precariato, la staffetta generazionale e la riapertura delle graduatorie e dei concorsi. Pietro Di Fiore: "L'apparenza inganna: tanta disponibilità, ma tutto è fermo da mesi"

Di Luca Andreazza - 30 marzo 2017 - 12:41

TRENTO. Il rinnovo contrattuale del personale docente, le modifiche normative per il contratto Ata e per la dirigenza scolastica, il precariato, la staffetta generazionale e la riapertura delle graduatorie e dei concorsi. Queste le questioni portate sul tavolo da Pietro Di Fiore, Lucia Vinti e Tullio Campana, delegati della Uil Scuola, nell'incontro di mercoledì 29 marzo tra il presidente e l'assessore all'istruzione provinciale Ugo Rossi e le organizzazioni sindacali.

 

"L'apparenza inganna - spiega Pietro DI Fiore, segretario di Uil Scuola - ancora una volta sembra che l'incontro sia andato bene e che il presidente sia sia mostrato disponibile a prendere in considerazione i diversi argomenti proposti. Sono però mesi che vengono affrontati questi argomenti. Tutto è ancora fermo e nel frattempo nelle scuole crescono il disagio, l'insofferenza e la rabbia".

 

La Uil ha ribadito la necessità di trovare una soluzione equa e un quadro che offra certezze ai docenti precari. "Non servono - dice - concorsi riservati al 50% in quanto è già previsto dai regolamenti vigenti. La norma di attuazione deve offrire la possibilità di costituire Graduatorie Provinciali autonome ai fini della immissione in ruolo: in prima fascia i docenti già nelle GPT, quindi tutti i docenti abilitati a vario titolo, compresi gli insegnanti IRC e infine i docenti con più di 36 mesi di servizio effettuati". Una situazione di stallo a Trento, mentre a Bolzano il comparto procede e porta avanti le sue scelte "che - prosegue - a Roma non sono state impugnate perché considerate legittime". Una decisione che risolverebbe anche i problemi legati ai diplomati ante 2002

 

Un altro nodo è quello del rinnovo contrattuale del personale docente "che deve essere considerato come integrativo - commenta Di Fiore - e non sostitutivo del contratto nazionale. Non serve aspettare il rinnovo nazionale: è sufficiente inserire nelle direttive una norma di aggancio al rinnovo del contratto nazionale per conferire l'opportunità dal punto di vista economico e normativo gli obblighi provinciali a negoziare un nuovo testo contrattuale. Un testo chiaro, univoco, leggibile che eviti le storture applicative prodotte dall’ultimo accordo di modifica, sottoscritto nell’estate del 2014. Il Presidente ha accolto la nostra istanza". Dalla prossima settimana si dovrebbe aprire il tavolo tecnico-politico volto alla negoziazione di un nuovo testo normativo: "Siamo fermi - sottolinea - a 15 anni fa e nel frattempo il mondo è cambiato. Anche la Corte costituzionale ha stabilito nel luglio 2015 che è tempo di procedere".

 

La Uil ha inoltre chiesto inoltre l'apertura del tavolo contrattuale sulla revisione di tutti i profili professionali, non solo delle figure apicali. "E' necessario - continua - riconoscere lo sforzo che tutto il personale, in costante stress per l'ambiente lavorativo in continua evoluzione. Il presidente e la dirigente generale, dopo un primo rigetto delle richieste, hanno garantito l'apertura del tavolo tecnico negoziale volto alla revisione di tutte le mansioni".

 

Si è sollevata, inoltre, la questione della contrapposizione con l’amministrazione sulla revisione del bando di concorso per il posto di Funzionario amministrativo scolastico e stabilizzare o docenti precari: "E’ un impegno preso questa estate dal presidente - aggiunge il segretario - attraverso una propria nota a verbale: deve essere rispettata".

 

Il sindacato evidenzia inoltre la necessità di non bypassare regole trasparenti di assegnazione dei docenti nelle scuole: "Si mette a rischio - conclude Di Fiore - la libertà di insegnamento e la qualità dell'apprendimento per i nostri ragazzi. Questa volta non basta la disponibilità, ma chiediamo i fatti, altrimenti ci muoviamo inviando le lettere di diffida legale. E' ora di trovare soluzioni eque e condivise: vengono chiesti ulteriori poteri per la Giunta provinciale, ma nel frattempo servono oltre 8 mesi per deliberare un bando di concorso".

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