Scuola, Rossi: "Il Consiglio di Stato ci dà ragione", la Delsa attacca: "Non è vero, si decide a giungo"
Questa mattina il Consiglio di Stato si è svolta un'udienza per decidere il merito al commissariamento della scuola trentina. Il presidente: "Gli insegnati interessati non hanno presentato ricorso". Pericolo (Delsa): "Nostro senso di responsabilità, anno finito, ma si decide durante l'udienza finale"

ROMA. Si è tenuta oggi davanti al Consiglio di Stato a Roma, su istanza presentata lo scorso 13 dicembre dalla commissaria ad acta Daniela Beltrame, un’udienza di chiarimento in merito alle procedure che l’Amministrazione provinciale ha messo in campo per ottemperare alle ordinanze con cui il Consiglio di Stato aveva disposto l’inserimento di 164 insegnanti di scuola primaria nella graduatoria di quarta fascia. "Non essendo stato presentato - dice il presidente Ugo Rossi - da nessuno dei 164 insegnanti interessati, un ricorso contro le procedure di ottemperanza seguite dalla Provincia, il Presidente del Consiglio di Stato ha ritenuto che il Collegio non potesse pronunciarsi, di fatto confermando l'operato della Provincia nell'applicare quanto deciso dallo stesso Organo giurisdizionale".
Il capitolo sull'istruzione trentina sembra quindi chiudersi, ma "smentiamo - ribatte Mauro Pericolo, presidente del sindacato Delsa - quanto affermato dall'amministrazione, secondo la quale i nostri ricorrenti non avrebbero contestato l'applicazione dell' ordinanza. La lunga udienza della VI commissione del consiglio di Stato, presieduta dal presidente Caracciolo, ha rilevato come il procedimento commissariale, con l'incarico attribuito alla Beltrame, non si sia concluso nella maniera sperata. Contrariamente a quanto affermato dalla Provincia di Trento, nel corso dell'udienza è stata rilevata la mancata applicazione dell'ordinanza, che purtroppo la commissaria non ha potuto certificare in quanto la sua attività si è interrotta in maniera anomala".
La vicenda inizia lo scorso novembre, quando il Consiglio di Stato dà ragione agli insegnanti precari abilitatisi con il vecchio sistema (il diploma magistrale ante 2002), disponendo l'ultimatum che se entro 30 giorni la Provincia non avesse adempiuto all'ordinanza cautelare già emessa il 5 agosto 2016 (la numero 3.377) che prevedeva l'inserimento con riserva dei 164 insegnanti ricorrenti nella graduatoria per titoli trentina si procederà al commissariamento sostitutivo del dipartimento della conoscenza attraverso l'ufficio scolastico regionale di Verona. "Il 20 novembre - ricorda il sindacato autonomo Delsa - si tengono le convocazioni 'riparatorie' per rimediare al pasticcio, ma si evidenziano palesi irregolarità durante le assegnazioni degli incarichi e abbiamo contattato il commissario ad acta Daniela Beltrame. Dopo aver esaminato le osservazioni del sindacato e la documentazione fornita dalla Provincia di Trento a riprova della esecuzione delle ordinanze, il 12 dicembre si verifica puntuale l'arrivo della commissaria in via Gilli e la richiesta di mettere a disposizione tutte le pratiche, gli uffici e il personale coinvolto per gli accertamenti del caso".
Un'attività commissariale interrotta bruscamente, come spiegato nella dura nota del commissario ad acta, che faceva presente che 'la documentazione depositata dalla Provincia è assolutamente lacunosa, parziale, incongruente e inidonea a rivelare lo stato di attuazione dell'Ordinanza cautelare. Pertanto ci si permette di suggerire a codesto collegio (il Ministero dell'Istruzione, ndr) di ordinare un'adeguata attività istruttoria da parte dell'Amministrazione intimata, comprensiva di una relazione documentata in ordine alle singole operazioni compiute, fase per fase. In mancanza di ciò, qualsiasi attività di sostituzione da parte dello scrivente sarebbe assolutamente esposta al rischio di errore, omissione e pregiudizio per il servizio scolastico e per l'utenza".
La prima sede utile per poter fare delle contestazioni ufficiali, era proprio l'udienza di questa mattina, nella quale i giudici di Palazzo Spada "ascoltate le parti in tutte le loro osservazioni e reciproche contestazioni - prosegue il sindacato - hanno ritenuto di avvallare l’accordo tra gli avvocati di non procedere con un ulteriore commissariamento che, visti i tempi, si sarebbe avviato nel mese di marzo per poi concludersi solo dopo Pasqua, con il rischio di causare ulteriore danno a docenti e famiglie, ad anno scolastico ormai concluso. Il nostro è un atto di doverosa responsabilità al fine di non creare ulteriori danni al sistema scolastico, già duramente provato da questa vicenda Il giudice ha ritenuto di dover rinviare le conclusioni all'udienza finale di metà giugno".
"Auspichiamo che - conclude Periocolo - approssimandosi la conclusione del procedimento, giunga un segnale di disponibilità da parte della Provincia a trovare soluzioni politico-sindacali che possano evitare l’avvio di ulteriori nostre procedure giudiziarie per tutti quei docenti che ancora non hanno ricevuto tutela adeguata".
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