Scuola, le perplessità dei sindacati sui nuovi interventi della Provincia. "Chiediamo una scuola che sia di tutti e per tutti"
La giunta provinciale approva due delibere sulla scuola e i sindacati non nascondono le perplessità: numero di alunni per classi, bisogni educativi speciali, piano trentino trilingue, e incremento dell'organico docente sono le questioni più scottanti.

TRENTO. "Non nascondono criticità e difficoltà le delibere approvate ieri dalla Giunta Provinciale". Così si esprime il segretario generale Uil Scuola, Pietro di Fiore, in merito a due questioni che ormai sono all'ordine del giorno tra le cattedre di insegnati, sindacati e amministratori provinciali: i criteri per la formazione delle classi e per la determinazione dell'organico del personale docente sia nel primo che nel secondo ciclo di istruzione.
Non c'è dubbio: il numero massimo di studenti per classe rimane elevato. Anche se la media di alunni per ogni aula è migliore rispetto alle statistiche nazionali (con 18 ragazzi per classe nella scuola primaria - 19 a livello nazionale, 21 nella scuola media - 22 a livello nazionale e 19 in quella superiore - 21 a livello nazionale), è necessario considerare un'altra importante discriminante: la conformazione geografica del Trentino non favorisce una distribuzione omogenea degli studenti nei vari istituti scolastici. Ne consegue che, se nelle valli si troveranno numerose piccole scuole con un numero di alunni molto basso, nei centri urbani maggiori i giovani studiosi saranno stipati tra i banchi di scuola. Se le classi sono sovraffollate, inevitabili saranno i problemi verso i quali ci si indirizza. "Come poter andare incontro alle esigenze di ogni bambino? - ribadisce di Fiore -, e come garantire un efficace processo di apprendimento?". La situazione si complica ulteriormente se consideriamo la presenza in aula di bambini con "Bisogni Educativi Speciali": per poter dedicare loro le adeguate attenzioni e per favorire una loro integrazione positiva nel gruppo classe, Uil Scuola chiede di poter ridurre a 20 il tetto massimo di studenti nelle aule che accolgono bambini con bisogni educativi speciali.
Le due delibere approvate dalla Giunta provinciale affrontano altre importanti questioni volte a favorire un incremento del personale docente e un rafforzamento dei rapporti con il mondo del lavoro. Prima grande novità il Piano Trentino Trilingue, che nel prossimo anno coinvolgerà 155 classi quinte e 280 classi tra prime e seconde della scuola primaria per un totale di 435 nuove classi. Ciò porterà a un incremento di 1460 ore di insegnamento Clil, pari a circa 73 ulteriori posti di docente di lingua straniera.
Il presidente Ugo Rossi lo ritiene un modo innovativo per creare nuovi posti di lavoro, dato che "non si assegnano più le cattedre al momento del pensionamento, ma in maniera più ampia". Anche nelle scuole medie saranno circa 240 le classi prime che partiranno con il Clil portando a un aumento di circa 27 cattedre equivalenti. Questa volta, anche la segretaria generale della Cisl Scuola, Stefania Galli, interviene per mettere in luce le proprie perplessità: "L'applicazione del Clil appare estremamente nebulosa. Per questo abbiamo chiesto un incontro: rischiamo di avere insegnanti non adeguatamente formati".
Molte le promesse che il presidente Rossi cerca di concretizzare anche nelle scuole superiori: oltre al potenziamento dell'organico finalizzato all'insegnamento delle lingue, viene rafforzata l'attuazione dell'alternanza scuola – lavoro, crescono le attività educative riservate agli adulti con un aumento degli insegnanti nei corsi serali e saranno incrementati anche gli organici per le funzioni organizzative e amministrative. "In una scuola non si fornisce solo educazione – sostiene Rossi -, ma è necessario valorizzare anche il servizio che vi sta attorno".
Se per la Giunta provinciale il potenziamento e l'innovazione dell'offerta formativa sono importanti passi avanti verso la promozione di una scuola inclusiva, Galli li ritiene l'essenza della scuola di qualità. "Tutto ciò che per la Provincia è 'in più', per noi non sono che risorse indispensabili".
Sta di fatto che, sia la Provincia che i sindacati, persistono nel loro impegno verso la promozione di una scuola che sappia preparare i giovani alle sfide del futuro, ma in particolare una scuola che, come sostiene di Fiore, "sia di tutti e per tutti".