Sanità, rapporto Agenas: Santa Chiara al top per operazioni bypass. Il Trentino si conferma in fascia alta, meglio l'Alto Adige
Il Programma nazionale esiti conferma le ottime performance del Trentino e dell'Alto Adige. Zeni: "Cambiano gli indicatori, ma siamo sempre in fascia alta. Bene, ma queste analisi servono per migliorare punti poco brillanti"

TRENTO. L'agenzia sanitaria delle Regioni italiane ha messo online il Programma nazionali esiti, uno strumento che attraverso una serie di indicatori rende contro della qualità dell'attività sanitaria. Mortalità, rapidità di risposta e volumi di lavoro vengono valutati per ogni struttura sanitaria per costruire il quadro del funzionamento della sanità nelle Regioni.
L'ospedale Santa Chiara di Trento si classifica al terzo posto per un intervento chirurgico di by pass, subito dietro al San Raffaele di Milano e le Cliniche Gavazzeni di Bergamo. In generale il maggior numero di strutture ospedaliere con livelli di qualità molto alti sono in Lombardia, Friuli, Valle d'Aosta e Alto Adige. Un gradino sotto ci sono invece Trentino, Toscana, Sicilia e Molise. Salvo qualche caso la frattura fra Nord e Sud è evidente.
Questa indagine conferma i risultati dell'Università di Tor Vergata di Roma, che nel Rapporto Crea sulle performance di servizi sanitari colloca Trento al secondo posto oppure il rapporto Ocse che vede il Trentino all'undicesimo posto fra le regioni europee.
"Si tratta di riconoscimenti importanti - dice l'assessore Luca Zeni - dove Trento si colloca sempre ai primi posti a prescindere dai criteri utilizzati. Cambiano i parametri di riferimento, ma il Trentino resta sempre nella fascia alta. Certamente però non ci fermiamo a questi dati e utilizziamo tutte queste analisi per capire le criticità. Queste comparazioni sono stimoli per lavorare serenamente e sperimentare, ma soprattutto per individuare quegli indicatori meno brillanti".
A Trento infatti si registrano meno decessi rispetto agli altri ospedali della penisola per malasanità, mentre i dati per l'aspettativa di vita degli ultra 75enni senza disabilità colloca Trento ai primissimi posti: gli anziani trentini in media riescono a contare su più di 9 anni di vita autonoma.
"A fronte dell'invecchiamento della popolazione e le cronicità collegate - conclude l'assessore - il Trentino presenta un alto tasso di ospedalizzazione. Per questo stiamo attuando con l'Azienda provinciale per i servizi sanitari una riorganizzazione per migliorare la rete fra ospedale e territorio. Questi indicatori sono importanti, ma è necessario non fermarsi e capire costantemente quali siano i bisogni della società in termini di salute per migliorare".
BYPASS AORTOCORONARICO MORTALITA' A 30 GIORNI (strutture con volumi più alti, almeno 250 casi rilevati da Agenas a biennio)
La cardiochirurgia è una specialità che si misura abbastanza bene: gli interventi che vengono realizzati in questi reparti super specialistici sono soprattutto due, il bypass e la sostituzione delle valvole. Lavora meglio chi lavora di più e si valuta la riuscita dell'intervento andando a vedere la mortalità dopo 30 giorni dall'uscita dalla sala operatoria. Ecco quali sono le eccellenze nel nostro Paese. Il Santa Chiara di Trento si posiziona sul terzo gradino del podio nel club della top ten.
01. San Raffaele, Milano - 0%
02. Cliniche Gavazzeni, Bergamo - 0,37%
03. Santa Chiara, Trento - 0,50%
04. Hesperia Hospital, Modena - 0,55%
05. Spedali Civili, Brescia - 0,62%
06. Fondazione Giovanni Paolo II, Campobasso - 0,66%
07. Ospedale di Lecco, Lecco - 0,73%
08. Città di Lecce, Lecce - 0,74%
09. Poliambulanza, Brescia - 0,80%
10. Ismett, Palermo - 0,85%
Media italiana, 2,36%
PERCENTUALE DI FRATTURE AL FEMORE OPERATE ENTRO 2 GIORNI (ALMENO 150 CASI NEL 2015)
Un indicatore importante è la proporzione fra le fratture del collo del femore sopra i 65 anni di età operate entro due giorni: l'Italia è passata dal 31% del 2010 al 55% del 2015, restando ancora sotto lo standard internazionale atteso (superiore all’80%), mentre il regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera fissa al 60% la proporzione minima per struttura di interventi chirurgici entro 2 giorni su pazienti con frattura del collo del femore di età maggiore di 65 anni. Trento si colloca sopra il 70%, mentre Bolzano si attesa intorno alla quota 80%, quindi ben sopra la media nazionale.
01. Istituto ortopedico Galeazzi, Milano - 97,39%
02. Santa Maria della Scala, Imola - 91,65%
03. Fondazione Poliambulanza, Brescia - 91,55%
04. Ospedale Versilia, Camaiore - 90,03%
05. Ospedale di Venere, Bari - 90,04%
06. Careggi, Firenze - 89,11%
07. Fondazione Macchi, Varese - 88,97%
08. Ospedale Martini, Torino - 87,84%
09. Ospedale Umberto I, Lugo di Romagna - 87,71%
10. Policlinico Gemelli, Roma - 87,35%
Media italiana 54,64%
PERCENTUALE DI PARTI CESAREI
L’Organizzazione Mondiale della Sanità dal 1985 afferma che una proporzione di cesarei superiore al 15% non è giustificata. Il parto con taglio cesareo rispetto al parto naturale comporta maggiori rischi per la donna e per il bambino e dovrebbe essere effettuato solo in presenza di indicazioni specifiche. Il regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera fissa al 25% la quota massima di cesarei primari per le maternità con più di 1.000 parti annui e 15% per le maternità con meno di 1.000 parti annui. Rispetto alla media italiana del 25%, Trento e Bolzano sono comunque ai primi posti con rispettivamente il 15% e il 20% di interventi.
01. Ospedale di Carate Brianza - 5,41%
02. Ospedale di Lecco - 6,68%
03. Ospedale del Ponte, Varese - 6,85%
04. Ospedale Ramazzini, Carpi - 8,11%
05. Fondazione Bambino Mamma, Monza - 8,41%
06. Istituto clinico perfezionamento, Milano - 8,57%
07. Ospedale dell'Est Veronese - 9,57%
08. Ospedale di Montebelluna - 10,02%
09. Ospedale Civile, Vimercate - 10,38%
10. Azienda ospedaliera, Reggio Emilia 10,87%
Media italiana - 25,11%