Riforma della cultura, arriva la conferma della maggioranza, sì al cda unico
Dopo il vertice di maggioranza sembra tramontare la proposta di Walter Viola (Progetto trentino). Accantonate anche alcune proposte delle minoranze. Dopo il ponte del 25 aprile il ddl arriva in commissione, se non ci saranno intoppi, vial libera alla riforma in giugno

TRENTO. Nessun dietrofront e via libera al consiglio d'amministrazione unico dei musei. Dopo il passo di lato dell'assessore Tiziano Mellarini e l'abbandono all'idea dei quattro poli per tornare alla proposta iniziale, la maggioranza provinciale si è espressa positivamente sull'introduzione del consiglio d'amministrazione unico per gli enti funzionali della Provincia. Castello del Buonconsiglio, Mart, Muse e Museo degli usi e costumi della gente trentina avranno un solo organo, mantenendo l'indipendenza dei propri comitati scientifici.
L'intesa informale tra l'assessore e Walter Viola (Progetto trentino), che sembrava poter nuovamente bloccare per la seconda volta in tre anni l'idea di un sistema museale guidato da un unico consiglio d'amministrazione, dovrebbe venir meno. Dopo il ponte del 25 aprile si vota e sembra quindi chiudersi la porta alla proposta di Viola, dopo che l'assessore aveva lasciato uno spiraglio di valutazione: tramonta quindi anche la possibilità dei quattro consigli a capo rispettivamente del Castello del Buonconsiglio, Mart, Muse e San Michele ridotti a tre membri ognuno.
Archiviata anche l'altra proposta delle minoranze relativa al coordinamento tra soggetti provinciali, in quanto una prospettiva non ritenuta utile per perseguire il coinvolgimento dei soggetti a livello provinciale per le decisioni e le scelte del futuro, oltre che mantenere un'unitarietà di intenti e limitare il frazionamento del settore.
"L’identità del museo è garantita dal comitato scientifico e dal direttore - spiega Lucia Maestri del Partito democratico -. Restiamo compatti sul cda unico, ma l’emendamento di Viola nella parte in cui mette in rete i musei principali con quelli più piccoli è condivisibile".
In attesa della discussione in commissione per arrivare verso giugno alla delibera finale, il Pd è intervenuto inoltre con un emendamento per rendere più trasparenti e meno discrezionali i finanziamenti provinciali nel settore della cultura e degli spettacoli: "Viene introdotto il programma operativo annuale degli interventi della Provincia - conclude Maestri - Piazza Dante dovrà specificare obiettivi, riparto delle risorse, indirizzi relativi ai criteri e alle modalità di attuazione del sostegno al settore. Maglie più strette vengono proposte per la valutazione degli interventi, che dovrà riguardare il profilo quantitativo e qualitativo".