Mori, che fine hanno fatto i mosaici dell'ex scuola elementare? L'opera di Umberto Savoia dimenticata in magazzino
Dopo la ristrutturazione dell'edificio di via Scuole, il lavoro realizzato dall'artista roveretano (a cui è stata da poco dedicata la piazza del Mart) è depositato all'ex cinema Vittoria . Nessuna ipotesi per la sua valorizzazione

MORI. Al loro posto sorge ora l'istituto comprensivo. In via scuole una volta c'erano semplicemente le elementari, e ancor prima delle elementari l'edificio, fino alla costruzione di quelle in Linar a metà anni '70, ospitava le scuole medie.
Sulla facciata esterna della vecchia struttura, sotto al portico di entrata, c'era un mosaico molto grande, opera di Umberto Savoia, che l'artista e insegnante realizzò assieme agli studenti del suo corso. Suo era anche il cavallo posto nei giardinetti vicini. Tutti se lo ricorderanno, per tanto tempo rimase con la testa mozzata e generazioni di bambini sono stati immortalati in groppa al cavallo di cemento.
Molti si ricorderanno, quindi, anche dei mosaici. Di quello esterno che raffigurava Mori, con il campanile, la chiesa, la stessa scuola, tutto realizzato con le tessere colorate. Gli alunni che in quella scuola hanno studiato, i genitori che accompagnavano i figli, gli insegnanti che lì hanno insegnato, non avranno certo dimenticato che sopra alla porta di ogni classe erano affissi altri mosaici: giochi di linee e curve, giochi di colori che caratterizzavano l'atrio della scuola.

Ma che fine hanno fatto quelle opere? La ricerca non è stata facile. In Comune nessuno si ricordava dove fossero finite. Alcuni pensavano addirittura che con la demolizione del vecchio edificio per la costruzione di quello nuovo, fossero andate in frantumi. Ma questa ipotesi è stata subito scartata dallo studio di architettura che ha effettuato la ristrutturazione: “Noi abbiamo consegnato i mosaici al Comune di Mori”.
E allora, è nuovamente al Comune di Mori che si chiede dove siano finiti. Il sindaco dice che forse sono nel magazzino comunale, l'assessora alla cultura che si informerà, che ci farà sapere. Scopriamo da soli che i mosaici sono accatastati dentro l'ex cinema Vittoria, in piazza Cal di Ponte. Sono stati adagiati su un bancale, posti in solitudine nella stanza che un tempo serviva alla proiezione delle pellicole dei film.

Un pannello sopra l'altro, diviso da un foglio di pluri-ball, l'ultimo pannello coperto da uno strato di polvere nera depositato negli anni. Più di una decina di sicuro. Manca qualche tessera, qualche altra è posticcia, ormai staccata. Ma nell'insieme i mosaici sembrano conservati bene, anche se si dovrebbero valutare più attentamente le condizioni per esserne certi. Insomma sono lì, abbandonati. Accatastati nel magazzino del Comune.

L'opera in sé forse non ha nessuna rilevanza artistica, non vale niente sul mercato. Non è di pregio o di valore. Ma è comunque l'opera che Umberto Savoia ha realizzato con i suoi studenti, il lavoro di un insegnante che ora è celebrato e ricordato come il fondatore, l'ideatore e tenace sostenitore del Mart.
Savoia è nato nel 1935, morto nel 2006. Ha insegnato dal 1958 al 1981, prima a Mori e poi a Rovereto al Liceo scientifico sperimentale. Si è avvicinato negli anni Sessanta alla Galleria Ferrari di Verona, manifestando una capacità artistica che sempre più gli viene ora riconosciuta. Ma Savoia è ricordato anche per il suo impegno politico. E' stato consigliere comunale per i Verdi negli anni in cui si pensava a un nuovo museo da dedicare alle opere di Fortunato Depero.
E fu proprio Umberto Savoia a lanciare, in quella discussione, la proposta di costruire a Rovereto un museo dedicato all'arte moderna e contemporanea, a mettere le basi per il nuovo Mart. Un museo che non fosse inserito in un vecchio palazzo (si pensava in quegli anni alla ristrutturazione di palazzo Parolari), ma un edificio ad hoc. Si racconta che Savoia aveva portato l'architetto Mario Botta e l'ingegnere Giulio Andreolli in udienza all'allora sindaco Renzo Michelini.
L'idea di tutto, la visione, il sogno di un grande museo a Rovereto, è stata dunque sua. E proprio per questo il Comune di Rovereto, all'unanimità, ha deciso di dedicare a Umberto Savoia la piazza interna al Mart. Un riconoscimento importante, che forse dovrebbe ricadere anche sulle sue opere, e comunque sulla sua figura che anche a Mori ha lasciato la sua impronta.
Quella sua opera, quei mosaici che hanno abbellito la vecchia scuola, forse dovrebbero essere tolti dalla polvere del magazzino comunale. Umberto Savoia è passato anche da qui e con un'importante interazione con gli studenti – e allora questi progetti erano ben poco esplorati – ha lasciato alla comunità un ricordo, un'opera che non fosse altro che per la memoria di più di una generazione, andrebbe se non altro rispolverata.
Un'idea potrebbe essere quella di chiedere al progettista della futura scuola media di Linar di tenere in considerazione l'opera di Savoia, per inserirla nella nuova struttura, per valorizzarla. Un'idea, poi decida l'amministrazione come meglio crede. Per ora è lì, ferma, impacchettata. Dimenticata.