Mette colla nella crema mani per 'scherzo' e la collega finisce al pronto soccorso, la Cassazione conferma il licenziamento
La dipendente è stata licenziata per motivi disciplinari nel 2011. Metalsistem ha considerato l'evento un atto di bullismo

ROVERETO. La Corte di Cassazione ha confermato e avallato la decisione della Metalsistem, che aveva deciso di licenziare, dopo otto anni in azienda, una sua dipendente a seguito dello 'scherzo' ai danni di una collega. I fatti risalgono al 4 novembre 2011 e Metalsistem aveva ritenuto il comportamento tanto grave da meritare il licenziamento immediato per motivi disciplinari e questo provvedimento era stato notificato il 25 novembre 2011.
L'organo al vertice del potere giudiziario nell'ordinamento giuridico ha infatti rigettato per inammissibilità il ricorso in terzo grado della dipendente licenziata, che, secondo l'accusa, avrebbe messo della colla per lavorazioni aziendali all'interno di un tubetto di crema per le mani della collega, la quale in seguito allo scherzo ha riportato, come scritto nel referto del pronto soccorso, una dermatite irritativa da contatto.
La ricostruzione dello 'scherzo' vede la donna andare nel bagno dell'azienda per aggiungere della colla al tubetto per le mani della collega, che al primo contatto avrebbe avvertito prima un forte odore di colla e quindi un forte bruciore. Dopo aver provato ad alleviare il dolore lavandosi le mani, la vittima si è rivolta al caporeparto e insieme hanno analizzato il contenuto del tubetto, trovandoci la colla non nel tappo, ma mescolata alla crema.
In sede di appello, la donna licenziata aveva invece sostenuto di aver bloccato solamente il tappo con alcuni punti di colla, senza infilare il beccuccio nel tubetto. Venuto a conoscenza dello 'scherzo', il responsabile del personale ha convocato i dipendenti per invitare il responsabile ad ammettere la propria colpa.
Nessuno però si fece avanti, L.S. di 48 anni aveva negato di essere l'autrice dello 'scherzo', ma tre colleghe l'hanno accusata, compresa una persona coinvolta nell'architettare il piano, affermando che si sarebbe dissociata in quanto troppo pesante.
Metalsistem non ha mai ritenuto questo evento uno scherzo, ma piuttosto un atto di bullismo. L.S. nell'ultimo procedimento ha negato di essere la responsabile, ammettendo però che si sarebbe trattato di uno scherzo e quindi per la Cassazione il licenziamento è del tutto legittimo.