Manca la cultura dell'andrologo e senza la visita di leva molte patologie non vengono trovate. L'Apss: "Lavoriamo con l'assessorato per un controllo prima dei 18 anni"
Gli inquinanti ambientali, i fitofarmaci, gli ftalati, il fumo, l'abuso di carni rosse e alcol riducono la fertilità e 'femminizzano' il maschio anche in Trentino. Tommaso Cai (Apss): "Il pene è più piccolo, i testicoli si sono ridotti in volume. Il sesso a rischio può provocare danni alla fertilità"

TRENTO. L'uomo perde in centimetri: il riferimento, bando gli arrossamenti, è proprio e volutamente lì. "Il pene dei giovani di oggi è più piccolo di circa un centimetro rispetto al passato - dice Tommaso Cai, dirigente e andrologo dell'Azienda provinciale dei servizi sanitari - mentre i testicoli, sempre negli ultimi 40 anni, si sono ridotti in volume". Insomma prima di quel che si creda dovremo riscrivere tutte le favole: gli eroi forti e virgulti potrebbero finire in soffitta. Il maschio si sta infatti 'femminizzando' e non si parla della vanità di oggi che porta il sesso forte a depilarsi e curare il proprio aspetto in maniera maniacale, ma dei caratteri antropologici della nostra specie.
Parafrasando Al Pacino in 'Ogni maledetta domenica' si potrebbe dire che la vita è un gioco di centimetri. Qui però bando ai facili doppi sensi. Il tema è serio e riguarda il benessere dell'uomo, non solo nel senso dell'esemplare maschile. "Gli studi sulle cavie - prosegue l'andrologo - dimostrano che questi mutamenti riducono la fertilità. Siamo davanti ad una grande sfida: costruire una consapevolezza. La visita medica di leva era in grado di trovare circa il 20% di patologie non diagnosticate e oggi manca questo controllo preventivo. La donna frequenta regolarmente un ginecologo, mentre all'uomo manca la cultura dell'andrologo: stiamo lavorando con l'assessorato per garantire una visita ai ragazzi e poter intervenire il prima possibile in presenza di eventuali criticità oppure anormalità".
Ma quali sono le cause? "Gli inquinanti ambientali - spiega il dirigente - il fumo, l'alcol, l'alimentazione e il sesso a rischio, senza dimenticare il massiccio uso di fitofarmaci in agricoltura e l'onnipresenza dei ftalati (la pellicola trasparente usata per avvolgere il cibo oppure all'interno delle vernici, nei detersivi e nei cosmetici, ndr): tutto incide sulla fertilità e l'erezione. Non ci sono segnali e sintomi: diventa decisiva la prevenzione. Un aspetto banale, ma capace di fare la differenza è l'importanza di un sano e corretto stile di vita. E' accertato che il fumo riduce la fertilità del 17%, così come l'abuso di alcol è dannoso. La carne rossa per esempio è ricca di estrogeni e farmaci: senza accorgercene il nostro sistema ormonale viene sballato e per questo alcuni ragazzi possono sviluppare i seni".
Viviamo un'epoca dove la popolazione invecchia progressivamente e aumenta anche il proprio peso: "Questo - continua - causa patologie cardiovascolari, ma incide anche su prostata, erezione e fertilità". Se non fosse per il progresso della scienza, "saremmo a rischio estinzione - ammette - ma è evidente che sempre più persone ricorrono alla tecnica della fecondazione assistita. Il problema esiste e stiamo analizzando il quadro ormai da decenni. Il 15% delle coppie può avere un problema: il passo culturale in avanti è il fatto di non legare più esclusivamente alla componente maschile o femminile una potenziale problematica legata alla fertilità".
Un fattore che può portare alla riduzione della fertilità è il cosiddetto sesso a rischio per via dell'infezione a trasmissione sessuale: "E'importante proteggersi - commenta - perché una cattiva salute sessuale può comportare danni importanti alla fertilità. Oggi l'Hiv non fa più paura, l'età del primo rapporto si è abbassata anche a 12 anni e internet comporta grande disinformazione. E' necessario usare il preservativo. Le malattie non vengono trasmesse dagli immigrati, ma dalla nostra scarsa cultura del sesso in quanto oggi è più importante l'immagine della sostanza".