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L'ultimo saluto di Cuba al lìder maximo

Tanti i cubani in piazza a Santiago per l'ultima cerimonia pubblica in memoria di Fidel Castro. Raul Castro annuncia le ultime volontà del fratello: "Vietato intitolargli strade o monumenti". Sepoltura in forma privata

Le copertine dei quotidiani cubani (foto Lara Noto)
Di Luca Andreazza - 05 dicembre 2016 - 20:17

TRENTO. Feste, gente in strada e bandiere cubane per gli esuli cubani. Commozione, cordoglio e altrettante bandiere cubane sull'isola. Fidel Castro ha diviso, divide e dividerà anche dopo l'ultimo viaggio. La cronaca vede un breve discorso di omaggio al fratello, ma soprattutto la rivelazione della volontà del lìder maximo di non intitolare alla sua memoria strade o monumenti pubblici: "Il leader della rivoluzione - ha detto Raul Castro - ha sempre rifiutato qualsiasi manifestazione di culto della personalità ed è rimasto con questa idea fino alle ultime ore della sua vita, ribadendo che una volta morto il suo nome e la sua figura non fossero mai utilizzati per nominare istituzioni, piazze, parchi, viali, vie o altri luoghi pubblici, né che fossero eretti in sua memoria monumenti, busti, statue o altre forme di omaggio. Dunque rimarrà soltanto la sua tomba, qui a Santiago, non lontano dal villaggio dove nacque, Biran, e vicino al luogo dove iniziò la sua rivoluzione, la caserma Moncada. Davanti alle ceneri di Fidel, giuriamo di difendere la patria e il socialismo".

 


La copertina di Granma (foto Lara Noto)

 

Dopo tre giorni di viaggio dall'Avana a Bayamo, le ceneri di Fidel Castro, racchiuse in un'urna di cedro avvolta nella bandiera cubana, hanno percorso l'ultimo viaggio fino a Santiago de Cuba, dove alle sette ora locale di giovedì 4 novembre, le tredici in Italia, sono state tumulate, in forma privata, accanto al mausoleo di José Martí, venerato da tutti i cubani come l'apostolo dell'indipendenza dell'isola alla fine dell'Ottocento.
 
La decisione di mettere la tomba di Fidel Castro nel cimitero di Santa Ifigenia accanto a José Martí ha dato il via anche all'ultima polemica tra il regime e l'opposizione in esilio.

 

"L’improvvisa - commenta il direttivo del circolo "Ernesto Guevara a Trento" - ma non inattesa, dipartita del lìder maximo Fidel Castro Ruz ha lasciato increduli e ammutoliti i milioni di sostenitori e 'aficionados' che per lunghi decenni hanno accompagnato e sostenuto le numerose battaglie del grande rivoluzionario cubano".

 

"Egli - continuano - ha rappresentato l’impegno costante e generoso a favore di un cambiamento radicale delle condizioni di vita e di una nuova organizzazione politica e sociale di tutti i popoli dell’America Latina, Asia e Africa perennemente minacciati dai progetti di sfruttamento e sottomissione da parte di nazioni più ricche e più forti militarmente decise ad imporre le politiche neoliberiste. Ospitando migliaia di studenti universitari provenienti da tutto il mondo - compresi gli Stati Uniti - e permettendo la frequentazione gratuita dei corsi universitari, Fidel e la Cuba socialista hanno dato un esempio unico di come le politiche di solidarietà e condivisione possano offrire prospettive di sviluppo in campo umanitario e culturale, assai preferibili rispetto alla corsa agli armamenti e agli interventi militari, concedendo anche a molti ragazzi di tutto il mondo quello che la rivoluzione già consentiva ai giovani cubani".

 

"Ora molti si chiedono: quale eredità lascia Fidel?  - conclude l'associazione Italia-Cuba Trento - Il tema era già stato affrontato nell'intervista di Ignacio Ramonet nel 2006 in cui Fidel afferma che il problema in sé non esiste. I veri miei eredi sono quelle migliaia di medici, professori, avvocati, sportivi, lavoratori in ogni campo che hanno aderito pienamente agli ideali della rivoluzione e che tutti i giorni si prodigano a favore della società e dei progetti nonostante le condizioni materiali non siano tali da soddisfare le esigenze di chi si impegna con tanta passione".

 


L'Avana (foto Lara Noto)

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