La scultura, il disegno e la pittura. Le storie di tre profughi attraverso la loro arte
Le opere sono in mostra presso il Palazzo delle Albere fino al 15 gennaio 2017

TRENTO. Trasmettere i propri sogni, la propria gioia e la propria felicità. Hamza, Azhar e Morris lo fanno attraverso la pittura, il disegno e la scultura e le loro opere sono davvero speciali. Loro sono tre richiedenti protezione internazionale diventati ormai “famosi” nella comunità trentina grazie all’arte, ovvero alle mostre dove sono state esposte le loro sculture e i loro quadri. I tre giovani sono accolti presso la residenza Fersina a Trento. Le opere sono in mostra presso il Palazzo delle Albere fino al 15 gennaio 2017. Morris e Hamza sono originari della Nigeria e hanno scoperto di avere la passione per la scultura e per il disegno fin da piccoli. Azhar, che arriva dal Pakistan, ha iniziato a disegnare guardando Hamza.
Nella mente di Morris, 34 anni, la vita sembra scorrere accanto alla sua famiglia rimasta in Nigeria, ovvero la moglie e i quattro figli. Il presente pare avvolto in un velo di tristezza che il suo viso lascia trasparire. Morris, orfano di ambedue genitori, è riuscito a studiare solo due anni all’Istituto d’arte della propria città, ma non avendo soldi per terminare gli studi ha dovuto rimboccarsi le maniche e cercare lavoro.
Costretto quindi ad abbandonare il sogno di diventare un’artista/scultore, passione che ha iniziato a coltivare all’età di tredici anni. I lavori che ha svolto sono stati muratore, autista, pittore. Poi è dovuto scappare e ha dovuto lasciare la Nigeria a causa delle minacce per la sua fede religiosa.
Il seguito e pare anche tuttora, sembra essere per lui un sogno: il viaggio iniziale fino in Libia, il soggiorno che si è prolungato fino a sette mesi nello stesso paese nordafricano, poi il viaggio attraverso il Mediterraneo e infine l’arrivo in Italia e l’accoglienza in Trentino, fino alla gioia di vedere i suoi lavori valorizzati come opere d’arte apprezzate dalla comunità dalla quale è stato accolto.
Oggi della sua famiglia può sentire solo la voce dei figli e della moglie. Questa è la sua realtà in attesa della conclusione dell'iter di richiesta d’asilo in Italia e di avere un permesso di soggiorno, di integrarsi e trovare un lavoro che gli permetta poi, eventualmente, di ricongiungere i propri famigliari.

Hamza, invece, ha 26 anni ed è felice di essere ancora vivo e di poter disegnare. Il giovane richiedente asilo è rimasto senza genitori in tenera età ed è stato cresciuto da uno zio. Anche lui, come Morris, non ha potuto finire gli studi perchè non disponeva di risorse economiche per pagare la scuola. Ha fatto il muratore e il commesso in un negozio. È partito dalla Nigeria come Morris, sempre con la speranza di vivere in sicurezza poichè nel paese d'origine si trovava in pericolo per motivi religiosi. E come tante altre persone africane ha percorso la stessa strada per raggiungere l’Europa, passando per la Libia e attraversando il mare in barcone per arrivare in Italia e infine in Trentino, prima al Campo della Protezione Civile di Marco di Rovereto e poi alla residenza Fersina a Trento.

Infine c'è Azhar, originario del Pakistan, un “pittore occasionale”e l’unico fra i tre artisti ad essere asiatico, originario del Pakistan, ed è sempre l’unico ad aver seguito un’altra “rotta” per raggiungere l’Italia. Per un periodo ha vissuto in Grecia.
Era minorenne quando ha lasciato il proprio paese d’origine. Suo padre lavorava da anni in Arabia Saudita e riusciva a garantire una vita abbastanza dignitosa a lui, ai suoi altri cinque fratelli e a sua madre. Ha frequentato il liceo, quando un episodio di cui fu testimone cambiò il corso della sua vita.
Un giorno, davanti a scuola, aveva notato delle persone strane che, secondo lui, avevano delle bombe negli zaini. Ha avvisato la polizia ed è scappato dopo aver cominciato a ricevere telefonate minacciose. Rendendosi conto che la propria vita era in pericolo, è andato a Islamabad da una zia e ha iniziato a frequentare un corso di computer. Ma anche lì è stato rintracciato e quindi è dovuto scappare nuovamente. Ha fatto un viaggio molto lungo e attraverso la rotta balcanica è arrivato in Grecia nel 2008, dov’è rimasto per sette anni. A causa delle condizioni del paese non è riuscito a presentare richiesta d’asilo ed è venuto in Italia nel 2015; ora è in attesa di una risposta al ricorso. Azhar ha imparato a disegnare guardando l'amico Hamza. Le sue pitture evidenziano una mescolanza di fantasia e realtà: volti di persone tra le quali la sua ex ragazza greca, via Verdi a Trento, una torre del Pakistan e altro ancora.