"Il Trentino accoglie" per davvero. Tante persone alla fiaccolata in piazza Duomo
Un richiedente asilo al microfono: "Ecco cos'è l'accoglienza, sono le tante persone che sono qui oggi in piazza con noi"

TRENTO. All'iniziativa “Il Trentino accoglie” hanno aderito in tanti. Ma non stiamo parlando delle molte firme che hanno sottoscritto l'appello per la mobilitazione, stiamo parlando delle tante persone che si sono presentate puntuali in piazza Duomo per la fiaccolata. Millecinquecento, forse di più.
Uomini e donne, famiglie intere, e illuminati dal fuoco delle fiaccole i volti dei profughi di Trento e Rovereto, delle valli che li accolgono. Tutti in piazza per dire che i fatti di Lavarone e Soraga, quegli attentati incendiari che volevano dimostrare la contrarietà trentina all'accoglienza dei richiedenti asilo sono da isolare, da stigmatizzare, da condannare. Per dire che l'accoglienza è lo strumento per l'integrazione.

“Tante persone – ha detto al microfono Soma, un richiedente asilo – ecco cos'è l'accoglienza, sono le tante persone che sono qui oggi. Amici, fratelli – ha esordito – noi a volte ci sentiamo soli perché nessuno ci chiede chi siamo, nessuno ci chiede di noi. E allora chiedeteci da cosa scappiamo, del perché siamo qui, e noi ve lo diciamo, ve lo raccontiamo”.
“Se si sta chiusi in casa, davanti alla tv, non saprete mai chi siamo – ha proseguito Soma – incontrateci, parlate con noi, perché voi oggi siete la nostra famiglia, siete i nostri fratelli, i nostri amici”.
Alla manifestazione hanno partecipato anche Luca Zeni e Sara Ferrari della giunta provinciale, Ugo Rossi ha inviato un messaggio di vicinanza. In piazza anche il presidente del consiglio Bruno Dorigatti, i consiglieri Mattia Civico, Donata Borgonovo Re e Lucia Maestri, il presidente della Federazione della cooperazione Fezzi, i segretari dei sindacati Ianeselli, Alotti e Pomini, il presidente dell'Arci La Malfa, di Arcigay Zanella, del Forum per la pace Pilati.
In testa al corteo, dietro lo striscione di apertura anche l'imam Bregheche. Manca il vescovo Tisi (nel 2008, alla manifestazione contro il razzismo il suo predecessore c'era)

Ma anche Antonio Rapanà, Michele Nardelli, Luisa Zanotelli, Silvano Bert e tanti altri rappresentanti della società civile, delle associazioni. Il Comune di Besenello addirittura con il gonfalone ufficiale.
Nel corteo anche il Centro sociale Bruno con uno striscione e con parole d'ordine che sottolineavano il rifiuto della guerra come causa prima della tragedia dei profughi, e i sindacati di base (gli unici che hanno voluto tenere le bandiere anche se l'indicazione era quella di non segnalare le distinzioni di appartenenza ma quelle di sciogliersi nella richiesta comune di accoglienza).
Ma nel corteo c'era soprattutto un ragazzo somalo, da solo, con una fiaccola in mano che portava con estrema solennità. “Grazie, grazie a tutti – ha detto sottovoce – io dico grazie a tutti, io oggi sono felice”.

Le poche parole di italiano che sa le usa tutte, e la prima è proprio questa: “Grazie a tutti”. Dalla Sicilia al Trentino, uno dei tanti profughi che hanno attraversato il deserto, il mare: “Ma prima una storia brutta, una storia lunga che è dentro di me – spiega il ragazzo – ma oggi è un giorno bello, oggi non ho paura”.
Nessuno ha paura: “Spesso sento che le persone hanno paura – spiega – ma sono io che ho avuto paura, siamo noi che siamo spaventati, siamo in un altra terra, siamo lontani dalla famiglia, sentiamo che non ci vogliono”.
Ma ieri la piazza di Trento ha detto a questo ragazzo che è il benvenuto, e lui lo sa. Prosegue lungo la via con la fiaccola salda in mano, ma prima di andarsene ringrazia ancora: “Grazie, grazie a tutti”.