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Il senzatetto dorme in biblioteca. Il direttore: "Giuseppe stava male, lo abbiamo fatto portare all'ospedale"

Sui social un utente della Comunale di via Roma ha postato la foto chiedendo maggior decoro a una struttura pubblica. Antoniacomi: "Fuori ci sono cinque gradi sotto zero. Non me la sento di sbatterlo in strada. Siamo in costante contatto con i servizi sociali"

Di Luca Pianesi - 12 gennaio 2017 - 16:34

TRENTO. "Giuseppe è un frequentatore abituale della biblioteca e francamente preferisco stia qua dentro, al caldo, piuttosto che saperlo su una panchina a meno cinque gradi sotto zero. Oggi, comunque, era in una situazione particolarmente critica e abbiamo contattato l'ospedale". E' stato, quindi, portato al Santa Chiara, Giuseppe, uno dei più conosciuti senzatetto di Trento, che spesso e volentieri si "rifugia" nella biblioteca di via Roma. A spiegarlo lo stesso direttore della Comunale, Giorgio Antoniacomi che abbiamo interpellato dopo che sui social ha cominciato a circolare un'immagine dell'uomo seduto sopra il suo materasso/coperta.

 

Sul post, a corredo della foto, l'utente della biblioteca ha scritto: "Da un lato capisco l'esigenza del senzatetto di trovare un posto caldo, dall'altro però, è altrettanto opportuno che gli sia suggerito di spostarsi in uno dei luoghi adibiti ad accogliere i clochard, perché va anche tutelato il decoro sociale e urbano di un posto pubblico". Un concetto condiviso anche dal direttore della biblioteca Anoniacomi che però aggiunge: "La situazione di Giuseppe è particolarmente critica. E' seguito dai servizi sociali ma ha dei problemi a restare negli spazi chiusi e quindi non riesce, per esempio, a dormire al Punto d'Incontro. Quindi gira per la città ma, ovviamente, queste temperature possono diventare per lui molto pericolose. Normalmente passa il suo tempo tra la nostra biblioteca e la stazione. Ed è una persona assolutamente pacifica, non dà fastidio a nessuno, in tanti anni solo una signora s'era lamentata del fatto che stava seduto per terra. Gli abbiamo dato una sedia e tutto s'è risolto. Oggi, effettivamente, la situazione era più critica del solito. Ci è parso in difficoltà anche a livello di salute e quindi lo abbiamo fatto portare all'ospedale".

 

Ma normalmente qual è la procedura se si verificano certe situazioni? "Noi ovviamente non abbiamo poteri coercitivi o penali - prosegue il direttore della biblioteca di via Roma - ma abbiamo degli strumenti amministrativi. Possiamo far allontanare la persona dalla guardia ed emanare un provvedimento di allontanamento per un tot di tempo, anche di 6 mesi. L'anno scorso abbiamo fatto così in una decina di casi. Ma devono essere particolarmente gravi. Dal caso del tossico che importuna uno degli utenti della biblioteca a quello capitato l'anno scorso di un uomo che si era messo a fare la pipì su un glicine. Nel caso di Giuseppe non siamo sicuramente in queste dinamiche. La cosa peggiore che potremmo fare è fregarcene. L'altra ipotesi sarebbe quella di chiamare la guardia e buttarlo fuori, ma non me la sento. Con le temperature di questi giorni penso sarebbe davvero da irresponsabili abbandonarlo al suo destino. La terza strada, che è quella che stiamo percorrendo, è di essere in costante contatto con i servizi sociali. Oggi lo abbiamo fatto portare in ospedale. Se tra qualche giorno tornerà in salute e sarà a posto lo riaccoglieremo come abbiamo sempre fatto. Se sarà ancora in condizioni difficili richiederemo nuovamente l'intervento dei servizi. Quello che non ci sentiamo di fare, in assoluto, è di abbandonarlo a se stesso".      

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