I volontari della Croce Rossa assieme agli ospiti del Campo di Marco per una giornata davvero speciale
L'iniziativa è stata realizzata con l'obiettivo di conoscersi e creare un momento di collaborazione e allegria

TRENTO. Un'occasione per stare assieme e soprattutto conoscersi per imparare cose nuove l'uno dell'altro. Questo lo spirito dell'iniziativa che ha visto protagonisti i volontari della Croce Rossa di Trento assieme ai migranti del Campo di Marco di Rovereto in una giornata davvero unica.
Sabato scorso, circa 60 volontari di Croce Rossa Italiana del Trentino, hanno aiutato i migranti nella sistemazione e pulizia degli spazi comuni, delle pertinenze attorno ai dormitori e nelle aree circostanti il campo.
“Abbiamo individuato questa iniziativa – ha spiegato la vice presidente della Croce Rossa, Maria Chiara Torzi Gerosa - come momento di coinvolgimento tra volontari di Croce Rossa e gli ospiti per conoscerci meglio. Noi dobbiamo conoscere chi assistiamo e chi aiutiamo ma anche queste persone devono conoscere noi. Abbiamo quindi voluto fare un percorso di accompagnamento verso un'attività lavorativa come giardinaggio e il riordino del campo ma anche il coinvolgimento durante il pranzo e dell'attività ludica”

Non è stato un lavoro semplice ma carichi di sentimento, per tutta la mattinata, ospiti e volontari, si sono avventurati sistemando il tutto. Dopo qualche momento iniziale di diffidenza degli ospiti, in molti hanno deciso di dare una mano grazie anche allo spirito di coinvolgimento messo in campo dai volontari.
“Abbiamo insegnato ai migranti a creare delle aiuole – ha spiegato la vicepresidente della Croce Rossa - a tenere in ordine il Campo e a sistemare la biancheria. Ci sono stati poi dei momenti di informazione sulla raccolta differenziata”.
Accanto al lavoro anche occasioni di dialogo e divertimento con un pasto comune, una tombola e tanta allegria seguita poi da una merenda e della musica suonata e cantata dagli ospiti.
“Questi momenti – hanno spiegato i volontari della Croce Rossa - servono per far sentire a casa i nostri fratelli meno fortunati, per farli tornare ad una vita 'normale' e per dargli un sorriso. A volte basta poco per dare un senso di casa ad ogni casa.”
