ExpoRivaHotel, una piattaforma strategica del turismo trentino di domani fra coltura, cultura e gusto
Il quartiere fieristico di Riva del Garda ospita l'edizione numero 41 della kermesse dedicata al turismo. Il food è l'attrazione del momento e la fiera ha registrato un +20% di visitatori rispetto alle manifestazioni già in archivio

RIVA DEL GARDA. Dalla padella al cibo e viceversa. C’è tutto, forse anche di più. Tra proposte per una tecno vacanza alle specialità culinarie in grado di rilanciare la bramosia dei sensi. Quelli gustativi, ma non solo. Nei padiglioni c’è di tutto e la ressa dei visitatori – almeno un 20% in più rispetto alle precedenti edizioni, parcheggi impossibili, tornelli intasati e la calca davanti gli stand cibari – conferma come il food sia l’attrazione del momento.
Con 40 edizioni alle spalle ExpoRivaHotel diventa punto di confronto e di formazione tra la variegata, talvolta disomogenea, pletora di operatori dell’ospitalità trentina. Albergatori di vari livelli, per proposte altrettanto diversificate. B&B come agritur, SPA e rustiche proposte vacanziere. Senza mai tralasciare legami lacustri. Il Garda, il suo fascino, accogliente per antonomasia.
Il quartiere fieristico ancora una volta diventa un laboratorio d’idee e fucina di proposte. Gli spazi espositivi – ma soprattutto le strutture esterne – sono messe a dura prova. Ben 539 le aziende espositrici e un corollario d’iniziative, seminari, dibattiti e prove gastronomiche a ritmo continuo per tutte le giornate d’apertura.
Progetti di food solidale, il banco alimentare, pure la presenza dei casari di Amatrice, ospitati a Riva del Garda per far ripartire le produzioni alimentari nelle zone devastate dal sisma.
Ospitalità e benessere, tra design e soluzioni ecosostenibili, per garantire ai vacanzieri piena soddisfazione. Soddisfatti gli organizzatori, dal presidente dell’ente fiera rivano, Roberto Pellegrini – “Era un nostro traguardo, adesso questa edizione conferma che la nostra aspirazione è diventata realtà" – a tutti i dirigenti del settore turistico.
Diversificare l’offerta, stimolare gli operatori a competere con le esigenze dei vacanzieri, ma anche convincerli a promuovere le produzioni trentine tra gli oltre 6 milioni di turisti che transitano in Trentino. In uno scambio vacanza / ritorno a casa, basato pure sul sogno: conservare tra i ricordi belli, le piacevolezze, paesaggistiche e materiali, i sapori stessi della vacanza. Tutti, tra i 25 ettari espositivi della Baltera, sono convinti di poter contribuire a questa ‘mission’. Soprattutto le nuove generazioni alla guida di storici alberghi.
Con associazioni di cuochi in prima linea nella presentazione delle loro cucine. Quelle strutturali, attrezzature ipertecnologiche, in grado di ‘spadellare’ cibi sopraffini, coinvolgendo pure schiere (brigate) di giovani aspiranti cuochi.
La formazione delle future categorie di addetti ai lavori è l’altra sfida espositiva di questa Expo. Tutte le scuole alberghiere si danno appuntamento. Confronti ai fornelli, ma pure confronti educativi, percorsi sensoriali, per avvicinare alla coltura del gusto. Intesa come progettazione gastronomica. Per promuovere produzioni locali – appunto colture – in maniera semplice quanto accattivante. Sfruttando produzioni agricole tutte da riscoprire. Broccolo di Torbole, carne salada, i pesci del Garda, ma anche farine di frumento coltivato nelle vallate limitrofe, pure certi biscotti a base di canapa. Senza tralasciare l’olio extravergine trentino, leccornia indiscutibile. Talmente esclusivo da essere ritenuto EVO tra i migliori al mondo.
Poi, la birra. Tutta una serie di ‘spumeggianti bionde’ – con altre varianti - proposte da micro birrifici, non solo trentini. Un successo, di pubblico, dei giovani in particolare.
E ancora. Prove tecniche d’impasto, la pizza come pietanza facile, ma non banale, i confronti sulle frontiere della mobilità turistica, il lago di Garda da valutare nel suo ‘unicum’, senza contrapposizione tra sponde rivierasche, ma vero bacino d’ospitalità e vacanza ecosostenibile.
Perché ExpoRivaHotel potrebbe essere una sorta di ‘piattaforma strategica’ per progettare il turismo trentino del domani. Stimolare a conoscere le produzioni tipiche nostrane, valorizzarle come simboli d’identità. Senza campanilismi, ma confrontandosi con altre comunità, puntando su felici ‘contaminazioni’. Colturali, culturali e del gusto. Con la gastronomia, ad esempio. Che supera il concetto del 'Km Zero' e guarda lontano. Senza mai tralasciare i legami con il territorio e dunque le radici dei suoi saperi.