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Dal viaggio in una barca di plastica schiacciato da altre cento persone dalla Libia, agli allenamenti al Briamasco. La storia di Bakari Badjan

A luglio il ragazzo proveniente dal Gambia compie diciotto anni e può essere tesserato. Ora lavora come tirocinante alla Giacca srl e si allena tutti i giorni in prima squadra. Mauro Giacca: "E' affamato di riscatto, Bakari ha tutte le carte in regola per giocare in serie D"

Da sinistra Mauro Giacca (presidente del Trento), Bakari Badjan e Sergio Paoli (responsabile dell'Appm)
Di Linda De Carli - Liceo G. Prati - 30 aprile 2017 - 17:39

TRENTO. Dal Gambia all'erba del Briamasco. Non si tratta però del classico acquisto attraverso provini e scouting del sodalizio di via Sanseverino, ma un approdo in maglia Trento quasi casuale per Bakari Badjan. Una storia, la sua, che somiglia a quella di tanti altri scampati alla povertà estrema, che oggi dilaga più che mai nell'Africa centrale. Nato diciassette anni fa, il promettente esterno, è arrivato infatti a Trento dopo essere giunto sulle coste siciliane a settembre.

 

Quando scende in campo, Bakari dimentica il passato. Gol, libertà e complimenti proiettano questo ragazzo in un mondo felice, nel quale la sofferenza non trova spazio e può pensare solo a giocare e divertirsi. Alto e possente, gioca come difensore e si allena ogni pomeriggio con la prima squadra.

 

Mauro Giacca, presidente del Trento, racconta di averlo visto ad un allenamento e di essere rimasto piacevolmente sorpreso dalle sue qualità: “Bakari - dice - è un bravo giocatore e abbiamo fatto di tutto per inserirlo al meglio in squadra. Si trova bene in spogliatoio, è un ragazzo molto sveglio e siamo tutti sicuri che nonostante la giovane età maturerà velocemente: questo giovane ha tutte le carte in regola per giocare in serie D. E' infatti affamato di riscatto”.

 

Ciuffo alla Pogba, al quale si ispira, Bakari è alla ricerca di un futuro al quale aggrapparsi, parla bene l'inglese e studia ogni giorno italiano. "Sono fuggito dal mio paese - ricorda il difensore - perché una feroce dittatura priva la popolazione della libertà e dei diritti". Sorride poco, ma quando lo fa è sincero e sembra dimenticare l’incubo della realtà in cui viveva.

 

Il Gambia è infatti tutt’ora uno dei paesi più tormentati dai conflitti armati, strozzato dalla corruzione politica e dalla tirannia di Jammeh. Bakari ha attraversato quattro paesi in furgone per raggiungere le coste della Libia. Qui inizia un viaggio estenuante dentro una barca di plastica, schiacciato dai corpi di centinaia di persone, fino all'arrivo in Sicilia.

 

Il calcio è però da sempre la sua passione. Racconta che quando era in Gambia, Paese non più grande dell’Abruzzo, si sentiva senza futuro e il calcio era l’unico modo che aveva per distrarsi. Bakari in Africa aveva una situazione familiare difficile, la madre da sola badava e manteneva tutti. "Ho lasciato il Gambia - spiega - perché per me non c’era speranza, ma mi manca molto la mia famiglia".

 

Quindi Bakari viene destinato a Trento: "Una volta arrivato in Provincia - spiega Sergio Paoli, responsabile dell'Appm (associazione provinciale problemi per i minori) al servizio dei giovani profughi - abbiamo subito cercato di inserirlo nel mondo del lavoro. Il nostro compito è quello di supportare i ragazzi attraverso un’alternanza scuola-lavoro. Queste percorso permette ai giovani di acquisire le basi necessarie per potersi integrare nel tessuto sociale del Trentino". 

 

A Trento la giornata di Bakari è impegnativa: la mattina lavora alla Giacca Srl come tirocinante, mentre il pomeriggio si allena al Briamasco, dove coltiva il sogno di diventare un calciatore professionista. La sera studia invece italiano e le altre materie scolastiche. Da luglio, quando compirà diciotto anni, potrà finalmente partecipare al campionato regionale, essere tesserato e diventare calciatore a tutti gli effetti. Ora parla con gli occhi bassi e la voce flebile alla ricerca del riscatto

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