Capitale della cultura 2018, sfuma il sogno di Trento
Palermo è la 'Capitale italiana della cultura 2018". A Roma presenti Alessandro Andreatta e l'assessore Andrea Robol. Il Sindaco: "Abbiamo partecipato per vincere, ma non dissiperemo il patrimonio di Trento18"

TRENTO. "La 'Capitale della cultura 2018' è Palermo", queste le parole del ministro Dario Franceschini che spengono il sogno di Trento. Non sarà la città del Concilio ad essere “Capitale della cultura 2018”. La comunicazione è arrivata poco fa nella sala Spadolini del Ministero dei Beni Culturali. La scelta è arrivata dalla giuria presieduta da Stefano Baia Curioni ed è stata comunicata al ministro Dario Franceschini che ha poi informato a sua volta quale delle dieci finaliste è stata insignita del titolo.

"Una scelta difficile. Non è un concorso di bellezza - ha detto Curioni - e neppure una gara che guarda al passato oppure solo al patrimonio. Non è un confronto di potenza a chi può spendere di più. E' stato premiato un progetto che guarda alla capacità di innovare la tradizione. Guardare al futuro attraverso processi di trasformazione. La cultura oggi deve adempiere a nuovi compiti: una città deve essere attrattiva dal punto di vista turistico, delle risorse umane, dell'inclusione e della tolleranza".
"La cultura ha un compito nuovo - prosegue Curioni - quello di scendere in campo per alimentare visione e progetti per percorrere la via della modernità e della civiltà. Tutte le candidate erano meritevoli, ma la vincitrice ha presentato un progetto sostenibile, credibile e meglio articolato. Una scelta unanime della giuria".
Le dieci finaliste per il titolo di “Capitale italiana della cultura per il 2018” erano Alghero, Aquileia, Comacchio, Erice, Ercolano, Montebelluna, Palermo, Recanati, Settimo torinese e Trento. In mattinata a recarsi a Roma sono stati il sindaco di Trento Alessandro Andreatta e l'assessore alla cultura Andrea Robol assieme a Clara Campestrini, dirigente del Comune di Trento.
Trento, sconfitta, non ha però nessuna intenzione di dissipare il patrimonio di visibilità e soprattutto di relazioni e sinergie attivate nel percorso della candidatura. E non lascerà cadere il marchio “Trento18”, sintesi perfetta di un anno di eventi che avranno il compito di sottolineare anniversari cruciali e cambiamenti epocali: la fine della prima guerra mondiale, innanzitutto, e poi Trento che diventa “l'ultima italiana”, l'ultima città, insieme a Trieste, a lasciarsi alle spalle il “mondo di ieri” dell'impero asburgico per diventare parte dell'Italia unita.
“Abbiamo partecipato per vincere – ha commentato il sindaco . dopo il verdetto – E devo dire che Trento, in qualche modo, ha vinto comunque. La candidatura ci ha spinto a ripensare al nostro passato, ad approfondire le potenzialità della città di oggi e di quella che verrà. Soprattutto, abbiamo attivato rapporti, collaborazioni, canali di comunicazione che non vogliamo interrompere. La candidatura ci ha lasciato, oltre a un programma ben delineato, anche un metodo di lavoro basato sulla condivisione che ci accompagnerà nei prossimi anni. Trento18 dunque va avanti, naturalmente senza alcuna intenzione di far concorrenza alla Capitale della cultura designata, con cui anzi cercheremo di dialogare e, se possibile, di progettare qualche iniziativa in comune”.