Bottiglie, panettoni e regali in mezzo alla strada: quando anche a Trento si celebrava il Natale del Vigile
La tradizione è nata nell'immediato dopoguerra ed è durata per alcune decine di anni. Il comandante Giacomoni: "Erano altri tempi. Oggi per le leggi sull'anticorruzione e sulla trasparenza non possiamo accettare praticamente nulla"

TRENTO. Un fiasco di vino, dei panettoni, dolci e dolcetti, per i più fortunati anche delle bottiglie di Martini, ancora belle impacchettate, e poi qualche giocattolo, per i bimbi, o soprammobile, per le mogli. Si accumulavano ai piedi della pedana rialzata usata per dirigere il traffico o nel punto di raccolta appositamente segnalato dal cartello "Natale del Vigile", a dimostrazione dell'affetto che la cittadinanza nutriva per questo corpo. E non è un caso se anche Otello - Alberto Sordi nel film di Zampa, "Il Vigile", desiderasse più di ogni altra cosa indossare quella divisa. Erano gli anni '60 e anche a Trento usava la tradizione di fare doni e regali ai vigili urbani.

Una tradizione legata al Natale qui nel Nord Italia e alla Befana nel Centro e nel Sud. Era questo un modo per dimostrare riconoscenza verso chi dirigeva il traffico (per molti anni, gli unici a farlo perché i semafori non esistevano) e per aiutare le loro famiglie. L'autista si fermava, smontava dall'auto e rapidamente lasciava un presente. E altrettanto faceva il passante, il residente, il turista. Così è successo sin dal '46 fino a metà anni '60. Poi, con il boom economico la raccolta dei doni è rimasta, per qualche anno, ma il fine è cambiato. Non più aiutare i vigili e le loro famiglie ma orfani, bambini poveri, comunità in difficoltà.

"Erano altri anni - ci racconta il comandante del corpo di polizia locale di Trento Lino Giacomoni - io sono arrivato nel '95 e già non si usava più. Anzi, adesso per le norme sulla trasparenza e l'anticorruzione non possiamo accettare praticamente niente. E poi c'era una risposta completamente diversa da parte della gente. Il punto di raccolta era posizionato in San Martino, in Piazza Duomo e anche in via Manci. Ma sono ricordi lontani, nessuno di noi ha avuto la fortuna di viverli di persona". Tempi andati, di solidarietà lontana e rispetto diverso da oggi. Tempi che è bene, comunque, non dimenticare anche in questo fine 2016.
