Adunata degli Alpini, pronto un milione e mezzo di euro per il Doss Trento. In città e dintorni alberghi già pieni
A Palazzo Geremia le firme ufficiali per l'assegnazione della novantunesima edizione. Il sindaco: "Tutta la città coinvolta". Pinamonti: “Ricordiamo i giovani che hanno sacrificato la propria vita, con qualsiasi divisa abbiano combattuto”. E intanto rispunta la petizione contro l'evento del gruppo 'Trento è Tirolo-Trient ist Tirol'

TRENTO. "Orgoglio, soddisfazione e vanto: tutto il Trentino è coinvolto nell'organizzazione dell'Adunata degli alpini 2018. Un'occasione unica per la grande visibilità e le ricadute economiche che questa manifestazione può garantire. Non è un evento circoscritto agli alpini, ma si tratta di una festa della comunità. E' bello poter festeggiare in questo modo il centenario dalla fine del primo conflitto mondiale in questo modo. L'amministrazione comunale assicura il massimo impegno e il maggiore sforzo logistico", queste le parole del sindaco Alessandro Andreatta, dopo l'introduzione di Augusto Bleggi, addetto stampa e membro del comitato organizzatore dell'adunata.
Questa mattina è arrivata la firma ufficiale a Palazzo Geremia per l'assegnazione della novantunesima adunata degli alpini alla Trento dall'11 al 13 maggio 2018, la quinta volta a tinte trentine dopo gli eventi del 1922, 1938, 1957 e 1987. Una manifestazione che richiama nel capoluogo circa 500 mila persone e le strutture ricettive della città e dintorni registrano già il tutto esaurito, tanto che adesso il comitato sposta la propria ricerca di stanze a Rovereto, Valsugana, Egna, Ora e fino a Bolzano. "E' un grande onore organizzare l'adunata - dice l'assessore Tiziano Mellarini - per il valore dell'incontro fra tante persone. Le parole chiave di questo appuntamento devono essere pace, fratellanza e amicizia. Un inno al volontariato, senza dimenticare l'altruismo e la solidarietà che contraddistinguono da sempre gli Alpini".
L'Adunata cade in Trentino a cento anni di distanza dalla fine delle ostilità, "una ricorrenza importante per Trento, l'Italia e l'Europa - sottolinea Maurizio Pinamonti, il numero uno delle penne nere trentine -. Si tratta della ricorrenza della pace: un grande evento e un riconoscimento per i 24 mila soci della sezione di Trento e i suoi 266 gruppi che assicurano il proprio impegno sul territorio. Le genti e le famiglie trentine hanno sofferto in particolar modo quel conflitto e tanti cittadini sono stati esiliati e divisi. Un momento per ricordare tutti i giovani che hanno sacrificato la propria vita sul fronte, senza la distinzione di quella divisa che ha caratterizzato quei tragici frangenti".
Questo evento commemora la prima adunata spontanea tenutasi sul monte Ortigara nel vicentino e vivrà il suo culmine domenica 13, quando la sfilata di decine di migliaia di alpini colorerà le strade della città. "Il Comitato - spiega Renato Genovese, presidente del Comitato organizzatore dell'Adunata - è stato istituito alcuni anni fa per non disperdere l'esperienza e le competenze acquisite durante le precedenti edizioni. Una realtà che cerca un'accurata unitarietà e continuità organizzativa. Questa firma è solo un ultimo passo, in quanto Trento ha iniziato il suo percorso di avvicinamento oltre un anno fa. Da oggi si accelera".
Oltre a Renato Genovese, il resto del direttivo del Comitato organizzatore dell'adunata, che ha il compito di coordinare il centinaio di volontari, è composto da personalità di spicco come Maurizio Pinamonti (vice presidente Coa e presidente della sezione trentina), Adriano Crugnola (direttore generale dell'Ana), Mauro Bondi (consigliere nazionale), Michele Dal Paos (consigliere amministrativo), Massimo Curasì (presidente commissione nazionale della protezione civile Ana), completano l'organigramma i trentini Paolo Frizzi (consulente legale), Giorgio Debiasi (presidente protezione civile Ana di Trento), Luciano Rinaldi (segretario), Rinaldo Pola, Augusto Bleggi per finire con Tiziano Mellarini in rappresentanza dell'amministrazione provinciale e Massimo Ducati per il Comune.
Dopo aver sottolineato l'assoluta condivisione sull'assegnazione dell'adunata a Trento, il presidente nazionale Sebastiano Favero, ha messo in luce i valori che ispirano l'evento: "Noi alpini non siamo guerrafondai, noi vogliamo la pace. Sappiamo però che è necessario avere anche la forza di difendere la pace: per questo occorre far capire ai nostri ragazzi l'importanza e il valore dello Stato, dell'appartenenza e del rispetto verso gli altri, soprattutto in questi momenti difficili. Trento è il simbolo di cerniera fra unità e condivisione. Vogliamo che sia veramente l'adunata della conciliazione".
L'adunata porta anche il progetto di circa 1 milione e mezzo di euro per la riqualificazione del museo sul Doss Trento: "Stiamo definendo la fattibilità ambientale - ammettono gli alpini -. La struttura sarà conservata, ma ampliata per una migliore fruibilità e per ammodernare lo stabile, anche per ospitare congressi e allargare la biblioteca". Un progetto però ancora poco lucido per Andrea Maschio, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle: "La sistemazione del museo degli alpini può essere un'opportunità unica per Trento. Abbiamo presentato una mozione per prevedere una valorizzazione dell'area, che deve superare la mera conservazione storica per rendere maggiormente accessibile la frequentazione della cittadinanza e ampliare l'offerta turistica. Non solo storia, ma anche eventi sportivi e musicali. Uno studio preliminare deve contemplare un ascensore esterno panoramico che funga da attrattiva a sé oltre che garantire facile accesso al Doss Trento". Un ascensore è in programma? "E' una decisione - concludono gli alpini - che spetta al Comune".
E chi scende in campo ancora una volta contro l'Adunata degli alpini 2018 a Trento è il gruppo 'Trento è Tirolo-Trient ist Tirol' che ha lanciato una petizione su change.org, che ha ampiamente superato la soglia simbolica delle duecento firme richieste affinché venga presa in considerazione dall'amministrazione comunale. "Siamo preoccupati - spiegano - che un tale evento possa essere strumentalizzato e possa mancare di rispetto verso i caduti di ambo le parti, che hanno combattuto un conflitto sanguinoso che non volevano di certo. In particolare, i caduti originari della nostra provincia di Trento, che all’epoca hanno combattuto con la divisa di Schützen e di Kaiserjӓger, non sarebbero sicuramente rappresentati dal Corpo degli Alpini. L’eventuale intonazione di inni nazionali, sarebbe altresì irrispettosa, e provocherebbe ancora una volta la riapertura di ferite mai rimarginate da parte di una fetta della popolazione. Teniamo a sottolineare che questa nostra petizione non va intesa come un mero strumento per rivendicazioni storiche, riteniamo soltanto che sia necessario riflettere sulla sciagura che si è abbattuta sul mondo intero il secolo scorso, abbandonando per un attimo le rivendicazioni nazionali".