Da piazza Mostra senza identità e carattere alla magia che forse non c'è stata. I numeri del Mercatino sembrano tornare ma qualità e contenuti?
L'Azienda per il turismo di Trento e il Comune "festeggiano", forti dei dati negli alberghi, la 30esima edizione appena conclusa. Dall'equivoco "due piazze, un Mercatino" al contesto e contenuto, forse i numeri non raccontano tutto

TRENTO. Si è chiuso il Mercatino di Natale. I toni degli organizzatori suonano trionfalistici ma la sensazione è quella di una 30esima edizione apparsa un po' mesta. L'Azienda per il turismo di Trento e dal Comune, forti dei numeri, confermano un format di successo (Qui articolo). Ma è così? Si può davvero essere soddisfatti oppure, almeno dietro le quinte lontano dai riflettori, le riflessioni sono aperte? Difficile sapere quanto alberga tra gli addetti ai lavori ma il rischio è quello di avvitarsi a un modello ormai sempre uguale. Altrove invece le proposte, più o meno simili, abbondano e la concorrenza è sempre più alta.
A perdersi probabilmente la visione della doppia dimensione dell'evento. Il turista, quello mordi-fuggi (che gira come una trottola, lascia probabilmente poco sul territorio e che sostanzialmente un Mercatino vale l'altro) e quello che si ferma qualche giorno: la motivazione iniziale può essere il Mercatino e la manifestazione (chi più, chi meno) piace.
C'è anche il residente, che potrebbe respirare un'aria stantia e qualcuno va un po' riconquistato con iniziative e programmi perché altrimenti l'esperienza si ferma ai disagi (zero parcheggi, poche proposte).
Un'analisi può essere sulla qualità in senso più generale. Bello, bellissimo il periodo di Natale. Ma il Mercatino è un appuntamento commerciale. E' legittimo, non va nascosto e non c'è nulla di cui vergognarsi: gli espositori vengono selezionati, pagano la casetta, sono lì per guadagnare e non per spirito natalizio.
I NUMERI, UN TERRENO CHE SCHIVIAMO
I dati, si è detto, confermano il successo. Non si parla di accessi al Mercatino di Natale (come, per esempio, nel 2020 un milione e mezzo), si parla di occupazione e presenze nelle strutture ricettive (come anche spiegato dal sindaco Franco Ianeselli) ma non entriamo nel merito dei numeri. Ci fidiamo di quelli forniti, i dati aiutano e confermano, spiegano e sono sempre un'ancora di salvezza degli organizzatori ma sono un terreno che non raccontano tutto. La statistica è una scienza, tuttavia basta considerare un giorno in più o in meno, un segmento in più o in meno, occupazione o presenze per avere una (sottile) differenza.

Un'affluenza, specie nel turismo, viene condizionata poi da tanti fattori: il meteo, un ponte in più o una festività ben posizionata nel calendario, piste da sci aperte o chiuse. Un altro tema è la gestione dei flussi. Un ponte di Sant'Ambrogio come l'anno scorso e si parla di overtourism, un week end scarico e ci si avvia al flop. E alla fine contano i fatturati. Ma anche qui: un espositore è contento, un altro si sarebbe aspettato di lavorare meglio ma è soddisfatto, un altro ancora è deluso. Fa parte dei giochi.
DUE PIAZZE, UN MERCATINO. UN EQUIVOCO DA RISOLVERE
Preambolo, epoca Trento Fiere. Nella fase di sviluppo e di affermazione con Corrado Tononi e di definitivo lancio (e l'ingresso dell'area food, da progressivo a dominante) con Claudio Facchinelli ci sono stati due confini piuttosto netti: una piazza e un periodo ristretto. Una parentesi: sarebbe opportuno studiare la storia dell'evento e ripercorrere la genesi a partire dal Centro Trentino Esposizioni.
E non perché volessero fermare una macchina in corsa ma perché avevano intuito alcune insidie che oggi pesano sull'appeal dell'evento. L'Azienda per il turismo ha sempre spinto in un'altra direzione, infatti non è un caso che appena prese le redini, ecco un evento più lungo e il raddoppio delle piazze.
Ci si è limitati a sfruttare il traino senza pensar troppo: prendere, copiare e incollare (più in piccolo) la proposta di piazza Fiera. La novità è piazza Battisti. Non è mai decollata. Più i malumori che le soddisfazioni. L'edizione saltata a causa Covid avrebbe permesso di riflettere sull'offerta. Passaggio a vuoto. Ci si è poi illusi che bastasse spostare tutto nella nuova piazza Mostra con la cornice del Castello.
Dopo due edizioni si scopre che non basta e che serve tempo. Ma quanto ancora? Ecco allora l'equivoco di fondo. La promozione, in sintesi, è due piazze e un Mercatino. Ma sono due i Mercatini: fisicamente separati, per location, per storia. Confonde e continuare a raccontare e raccontarsi il contrario significa non voler uscire dal vicolo cieco.
II Mercatino di Natale in piazza Mostra ha bisogno di una sua identità e di un suo carattere.
L'area food è una garanzia. Puntare sul gusto di eccellenza con spazi chiusi a vista e qualità estrema della gastronomia per attirare un visitatore alto-spendente? Un Mercatino di Natale delle Vigiliane in chiave medioevale con personale in costume, artigiani (intagliatori, fabbri, orafi e così via in un presepe vivente) in azione che creano e vendono i prodotti? Una proposta legata al dolciario con le aziende del territorio? Spetta all'Apt, titolare dell'evento, avere un'idea. Per alcuni casi si può bussare alla porta della Pro Loco Centro Storico di Trento. Ma ci vuole la volontà, anche politica.
Poi forse, di conseguenza, andrebbe rivisto qualcosa anche in piazza Fiera per non indebolire la proposta del cuore del Mercatino. Ma non esageriamo, già trovare un'idea e una connotazione per piazza Mostra potrebbe essere un passo in avanti.
Capitolo espositori. L'area food funziona e ormai è diventato l'azionista di maggioranza, zoppica l'oggettistica con l'apertura a espositori che appaiono non in linea per proposta e offerta. Non è sfuggito qualche prodotto la cui produzione non è così territoriale ma arriva da molto, molto, molto lontano.
LA MAGIA DEL NATALE?
Non sembra pervenuto poi un "contesto" di livello per una città, come tante nel periodo appena trascorso, che si definisce "città del Natale".
Qualche torretta, alcune illuminate e altre lasciate spente, non è sufficiente; la segnaletica scarsetta e mal posizionata, un "ingresso" in piazza Fiera che si è ghiacciato e che per qualche ora è stato chiuso con il nastro perché scivoloso (un gran benvenuto), reti da cantiere a delimitare l'area, la semplicità è una forza ma le casette sono un po' troppo anonime. Il resto è affidato alle luminarie, senza guizzi. I dettagli sembrano curati pochino.
Certo, ingeneroso scaricare tutte le "colpe" sugli organizzatori perché tutti dovrebbero fare la propria parte e in questo senso il Mercatino è in buona compagnia in termini di stanchezza d'immagine. L'arancione per il Festival dell'Economia è scomparso più che sbiadito, il Festival dello sport sembra seguire la stessa strada e il Trento Film Festival idem: qualche totem, stendardi in via Belenzani e poco altro.
Un evento vitale è Autumnus con bandierine appese, un branding coerente, coordinato e tanto, ma tanto, diffuso. Eccessivo? Può essere ma funziona. La manifestazione è giovane (tre edizioni) e il tempo ci dirà della tenuta. Le Feste Vigiliane sono ancora piuttosto pop, anche perché ha manutenuto una sua "invasività".
Qualche nota positiva. Piazza Duomo è sempre una certezza. Si è poi rimediato a un errore di valutazione su piazza Battisti. Traslocati i Mercatini, l'anno scorso è stato lasciato, con leggerezza, un vuoto: un duro colpo per gli esercenti della zona. Questa edizione ecco le (pochissime?) casette della solidarietà e del volontariato.
E il suo giro il pattinaggio l'ha avuto in fin dei conti. In quest'ultimo caso c'è stato un passo indietro, si è passati dalla pista sintetica in polimero e gli hip hip hurrà per la sostenibilità al "ghiaccio vero" che forse fa più trendy. Ma si può chiudere un occhio, si è visto di peggio (la pista di fondo da piazza Duomo a via Belenzani con camion e camion di neve portata in centro già dimenticata?). E anche questa volta tanto "il Comune non ci mette un euro" e va bene così.
Il Villaggio di Babbo Natale si è dimostrato un po' debole e non certo per l'impegno dei protagonisti. Il focus è stato principalmente da 0 a 6 anni e l'offerta laboratoriale modesta (articolata in pochi giorni) a fronte di un periodo lungo, 22 novembre - 6 gennaio. Ma tanto ci sono stati la ruota panoramica, la pista da slittino, l'area ristoro e il trenino.
E non parliamo dell'uso del city brand. Questi alcuni spunti, ma beninteso si può tranquillamente continuare così, sciorinare numeri e dati, trascinare l'evento in quanto tale. I Mercatini continueranno a funzionare così come a portare visitatori, qualche edizione di più, qualche edizione di meno.