“Negli occhi l’orrore della guerra ma nel cuore la voglia di ricominciare”, a Trento nasce la prima pasticceria siriana: “Per raccontare (con dolcezza) la nostra terra”
La dolcezza dei datteri, l'inconfondibile sapore della frutta secca e quello di "casa". La prima pasticceria siriana di Trento è pronta ad aprire i battenti, "per raccontare le tradizioni di un Paese che, oltre al dolore e alle barbarie della guerra, ha tanto da narrare"

TRENTO. La dolcezza dei datteri, l'inconfondibile sapore della frutta secca e quello di "casa". Una pasticceria siriana si appresta in questi giorni ad aprire i battenti a Trento e fra le mura del locale, che punta ad essere più che mai "autentico", si respira l'amore e la nostalgia d'un Paese "del quale ormai non resta più nulla", premette Fares Vauall, titolare di "Cara Siria", intervistato da Il Dolomiti.

"La Siria mi manca tantissimo ma in Trentino ho trovato tranquillità e il nuovo inizio che tanto desideravo - esordisce -. Sono arrivato in val di Non, dove tutt'ora risiedo, negli anni '90. Ho lavorato per anni (e fino a poco tempo fa) come metalmeccanico, ma nel cuore c'è sempre stata una grande passione, o meglio ancora il dolce ricordo delle mie origini che aleggiava e che voleva in qualche modo concretizzarsi".
Nelle vie del centro di Aleppo la famiglia di Vauall ha gestito per cinque generazioni diverse pasticcerie, divenute nel tempo famose e particolarmente apprezzate, infine però, purtroppo, distrutte dai bombardamenti: "Ora stanno piano piano ricostruendo, dalle macerie, quanto perso: la guerra è riuscita a distruggere anche i sassi", spiega il 58enne, con la voce spezzata dall'emozione.
La voglia di portare a Trento un po' della Siria e delle sue origini si è fatta nel tempo sempre più sentire, fino a quando nel 2013 Fares ha capito che una pasticceria con dolci siriani avrebbe potuto (davvero) funzionare: "L'idea è nata in particolare in occasione della Festa dei Popoli - ricorda -. Con la comunità siriana avevamo cucinato dolci tipici, venduti per raccogliere fondi per i bimbi orfani. Le nostre specialità avevano avuto talmente tanto successo che avevamo dovuto cucinare altri dolci, venduti tutti anche quelli".
"La delicatezza della pasta fillo e il gusto autentico e semplice della frutta secca e dei datteri avevano conquistato il cuore di tanti trentini, ed è così che ho pensato che fosse giunta l'ora di aprire una pasticceria siriana in città". Per concretizzare il sogno, però, ci sono voluti diversi anni: non soltanto per trovare il locale giusto e a causa della (tanta) burocrazia ma anche per trovare un pasticcere.
"Non volevo un professionista a caso ma qualcuno che, come me, conoscesse davvero i segreti della nostra tradizione - ammette il gestore di "Cara Siria" -. Quando qualche tempo fa ho conosciuto Hani Ramadan ho capito che lui era davvero quello giusto e che finalmente avrei potuto avviare la mia attività, con la certezza che assaggiando i dolci siriani i clienti potranno non soltanto apprezzare sapori diversi da quelli italiani ma anche tutto l'amore che nutriamo per la nostra terra".

Il pasticcere del locale, 28enne, ha anche lui alle spalle un passato difficile, segnato dalla perdita di molti cari e "da esperienze impossibili da dimenticare - fa notare Fares -. È arrivato in Italia nel 2021 grazie ai corridoi umanitari ma ne ha viste davvero molte, troppe. Non voglio scendere nei dettagli, mi ha raccontato cose che è meglio non dire, ma posso assicurare che i suoi occhi raccontano perfettamente quanto il dolore lo abbia segnato".
Oggi, fortunatamente, Hani si è costruito una famiglia in Trentino (ha 2 figli ndr) e con il lavoro a "Cara Siria" potrà dare una mano ai parenti rimasti a Damasco: "Domani, 21 dicembre, sarà il nostro primo giorno - conclude Vauall -. Alle 9 di mattina apriremo finalmente il nostro locale, che sorge in via Torre d'Augusto, 21, a pochi passi dal Castello del Buonconsiglio: saranno due giorni di grande festa. Non vediamo l'ora di cominciare: sono profondamente grato alla vita per tutto questo".
