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Metti un ''gelato al cioccolato'' a Mosca con Pupo e un'intervista esclusiva: ''Per me la Russia ha un richiamo ancestrale. Qui per tre serate e lanciare il nuovo singolo''

Il giornalista altoatesino Marco Marangoni vive in Russia da tempo e negli scorsi giorni ha incontrato Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, a due passi dalla celeberrima ‘Krasnaja Ploshad’, la piazza Rossa. Ne è nata una chiacchierata con il cantante, amatissimo anche in Russia, non si è nascosto anche in merito a quel che pensa di Putin

Di Marco Marangoni - 10 dicembre 2024 - 16:33

MOSCA. A Mosca le luminarie e gli addobbi illuminano piazze, strade, vetrine dei negozi e ristoranti. È tutto pronto per l’arrivo del sempre celebratissimo e attesissimo ‘Novy God’ (nuovo anno). Mosca è tutto e tanto: è shopping nei grandi magazzini e nelle botteghe di epoca sovietica dove si trovano pezzi anche unici, donne e uomini che brulicano sulle strade innevate, grandi e piccini che si divertono a giocare a hockey nel campetto sotto casa o a pattinare sui tanti ‘katok’, le piste ghiacciate allestite nei parchi e nelle piazze.

La neve e quel vento gelido che soffia dal nord rendono l’atmosfera ancor più frizzante. Gli scaffali dei supermercati sono stracolmi di prodotti. Non mancano vini e dolciumi ‘made in Trentino Alto Adige’, per non parlare di quelli italiani, pasta, olio, marmellate, panettoni e pandori. Tra le italianità nella capitale russa, pronta ad affrontare l’inverno, è arrivato il simbolo della canzone italiana in Russia, il cantante più amato e conosciuto dai russi, un idolo: ‘Pupo’, al secolo Enzo Ghinazzi.
 
Il padre della celeberrima canzone ‘Gelato al cioccolato’, che manda in estasi il popolo russo sin dai tempi dell’Unione Sovietica quando l’inquilino del Cremlino era il cigliuto Leonid Brezhnev, lo abbiamo incontrato nel cuore di Mosca, a due passi dalla celeberrima ‘Krasnaja Ploshad’, la piazza Rossa magica in ogni periodo dell’anno e che diventa sublime ed incantevole sotto la neve.
 
Per il cantante aretino una toccata e fuga tra incontri con gli studenti di due università, le interviste con i media russi, dalla storica agenzia Tass alla televisione Rossiya 1 dove ha cantato in anteprima il nuovo singolo del 2025 dal titolo significativo, ‘Insieme’.

 

 


 
“Ho cantato per tre serate consecutive in un club privato molto esclusivo in centro a Mosca dove il biglietto era di 500 euro, c’erano tutti giovani che si sono diverti”, dice il Pupo in attività da ben 50 anni e che nell’autunno del prossimo anno potrebbe cantare il concerto del Giubileo proprio nella capitale russa, chissà, magari anche con il suo grande amico, il leggendario cantante di Stato sin dall’Unione Sovietica, Lev Leshchenko autore della famosissima canzone patriottica ‘Den Pobedy’ (‘Il Giorno della Vittoria’) e della malinconica ma molto bella ‘Do svidanya, Moskva’ (‘Arrivederci Mosca’), brano che segnò la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Mosca ’80.
 
Ritornando al perché così tanto amore verso la Russia, il padre di ‘Gelato al Cioccolato’ dice, “è iniziato tutto molto casualmente, è stato un richiamo ancestrale e anziché andare a trascorrere vacanze esotiche con gli amici, io andavo a Leningrado (oggi San Pietroburgo, ndr) e Mosca che frequento dal 1978”. Parlando del concerto più significativo, Pupo ricorda quello del 1985, “quando sono rimasto in Unione Sovietica per un mese e mezzo, ero stato anche a Kiev, in quegli anni ‘Gelato al Cioccolato’ era conosciuta perché arrivava come canzone clandestina”.

 

Sulle sue canzoni più popolari in Russia il cantante italiano dice, “sicuramente ‘Gelato al Cioccolato’ ma anche ‘Un amore grande’, ‘Burattino Telecomandato’ e ‘Sarà perché ti amo’ da me scritta per i Ricchi e Poveri”. Poi una piccata rivelazione, “fino alla caduta del muro di Berlino, quindi il 1989, gli italiani venivano in Urss per le ragazze. Portavano loro calze, pantaloni, jeans. Erano disonesti ed è chiaro quello che poi chiedevano in cambio”.

 

 
Pupo poi parla della situazione attuale. “La democrazia non significa che tutti possono parlare, perché se parlano tutti siamo nel caos – sostiene Pupo –. Il messaggio che deve arrivare, è lasciare perdere la semplificazione dei concetti, nel mondo non ci sono buoni e cattivi per default, bisogna essere più attenti a valutare le emozioni. La Russia è un Paese straordinario, ci ha dato una  mano per sconfiggere Hitler: prima di giudicare qualcuno bisogna conoscere la storia. Per quanto mi riguarda se mettiamo a confronto Putin con Zelensky, stiamo parlando del Papa (Putin, ndr) e di un prete di campagna (il presidente ucraino). Putin conosce a fondo la Russia e sa come gestirla”.
 
Infine, una constatazione: “Se io fossi Stati Uniti o Gran Bretagna, non andrei ad insegnare ad altri come gestire il proprio Paese. Noi in Occidente rischiamo di perdere la bussola fino a rischiare il declino dell’Unione Europea con il resto del mondo che nel frattempo avanza in ogni settore”.

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