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L'attività fisica e la permanenza a quote superiori ai mille metri fa bene o fa male? Un convegno dell'Apss a Candriai negli spazi della cooperativa Aerat

Il presidente della cooperativa Aerat, Edo Grassi: "Ci piace pensare che il nostro Centro formazione e vacanze di Candriai possa diventare un piccolo punto di riferimento per questo tipo di incontri, nei quali la location assume un valore aggiunto rispetto ai contenuti proposti"

Di Luca Andreazza - 09 dicembre 2024 - 16:45

TRENTO. L'attività fisica ma anche la sola permanenza a quote superiori a 1.000 metri è stata fortemente sconsigliata dai medici del passato nei soggetti cardiopatici o semplicemente per gli anziani in quanto ritenuta pericolosa per la salute, principalmente per la riduzione della quantità di ossigeno nell’aria.

 

Una credenza che si è trasformata nei tempi recenti in una diffidenza generica nei confronti dello svolgimento dell’attività fisica in montagna da parte delle persone cardiopatiche, diffidenza che rischia di condizionare il comportamento delle persone. Ma quali sono i riferimenti scientifici al riguardo? Quali le evidenze che la ricerca porta all’attenzione?

Questi i temi affrontati nel convegno "Mille e non più mille" realizzato nei giorni scorsi negli spazi dell’Holiday and training center di Areat a Candriai. Un'iniziativa che ha coinvolto 120 tra medici, infermieri, assistenti sanitari, medici di medicina generale e specialisti ambulatoriali da tutta Italia.

 

Un primo appuntamento, un “numero zero” su un tema estremamente nuovo, che è stato organizzato dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari in collaborazione con l'Università di Trento e Cismed e con il patrocinio della Provincia, Omceo Trento, Società italiana medicina di montagna, Sat e Soccorso alpino.

 

L’obiettivo principale del convegno è stato quello di analizzare la questione dell’attività fisica in quota alla luce delle più moderne acquisizioni scientifiche, presentate da esperti di medicina di montagna, al fine di poter fornire raccomandazioni solide e precise ai numerose persone con cardiopatia o anziani che intendono recarsi in montagna per svolgere attività motoria e sportiva.

In una provincia come il Trentino dove oltre il 70% del territorio è sopra i 1.000 metri e che viene visitato ogni anno da milioni di turisti, attirati anche dall’idea di praticare attività fisica in quota, la cultura della medicina di montagna può divenire quindi un utile arricchimento al bagaglio professionale di ogni sanitario che operi in questa realtà.

 

Anche la scelta del luogo dove svolgere la convention non è stata casuale: situata a mille metri di quota, Candriai è infatti risultata una località coerente con il convegno. Il Centro formativo gestito dalla cooperativa sociale Aerat, in particolare, è stato scelto per il suo setting naturale, immerso nel bosco, a diretto contatto con la natura e per la vocazione legata agli stili di vita attivi che da sempre contraddistingue le proposte della cooperativa e che sempre di più intende farsi parte attiva nell’organizzazione o nell’ospitalità di eventi in questo settore.


"E’ stato davvero un piacere ospitare questo evento, così particolare, qui a Candriai e speriamo di poter accogliere ancora iniziative di questo livello", commenta Edo Grassi, presidente della cooperativa Aerat. "Ci piace pensare che il nostro Centro formazione e vacanze di Candriai possa diventare un piccolo punto di riferimento per questo tipo di incontri, nei quali la location assume un valore aggiunto rispetto ai contenuti proposti”. 

 

La nostra proposta "va inoltre incontro alle aziende e organizzazioni interessate a promuovere e sostenere, dentro e fuori le proprie realtà, azioni legate al benessere, così come al miglioramento degli stili di vita", aggiunge Grassi. "Questo nell’ottica di contribuire allo sviluppo dell’agenda 2030 Onu sullo sviluppo sostenibile".


La promozione di convegni "per noi è anche un progetto di networking, di creazione di relazioni strutturate intorno a questi temi, che ci permette di far conoscere il nostro lavoro e di creare relazioni e reti davvero importanti, su scala nazionale. Qui si possono organizzare convegni e conferenze con numeri importanti in una location unica, straordinaria. Ci occupiamo di tutto, dalla gestione delle sale per i convegni al catering e, potendo soggiornare, ospitiamo sempre più spesso progetti formativi residenziali", conclude Grassi.

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