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Neofascisti arruolati in Ucraina? Parla Cocco: “Mai toccato un’arma, mai stato di Forza Nuova. Sono a Lugansk per ragioni umanitarie”

La versione di Riccardo Emidio Cocco: “Le ragioni della mia presenza a Lugansk sono esclusivamente umanitarie, finalizzate ad aiutare la popolazione civile e documentare le condizioni di vita durante un conflitto che ha avuto pochissima copertura da parte dei media”

A sinistra volontari del battaglione neonazista “Azov”; a destra Riccardo Emidio Cocco
Di Tiziano Grottolo - 10 marzo 2022 - 18:34

TRENTO. Secondo l’Antiterrorismo sono almeno una sessantina i ‘foreign fighters’ italiani (sia di Destra che di Sinistra) che si sono arruolati per combattere in Ucraina. La particolarità è che questi combattenti si possono trovare su entrambi i fronti: sia tra le fila dei battaglioni di volontari che affiancano l’esercito ucraino (fra cui quello di ispirazione neonazista “Azov”), sia tra i separatisti filorussi dove per l’appunto combattono fianco a fianco estremisti “rossi” e “neri”.

 

In questi giorni due dei nomi saliti alla ribalta delle cronache sono quelli di Riccardo Emidio Cocco e Andrea Palmeri, detto il “Generalissimo”, quest’ultimo un personaggio legato alla curva di estrema destra della Lucchese e a Forza Nuova. Per quanto riguarda Cocco invece, appare in almeno un video-appello pubblicato di recente e diventato virale sui canali social frequentati dai sostenitori del presidente russo Vladimir Putin.

 

 

In un recente articolo pubblicato su Il Dolomiti è stato affrontato la questione dei neofascisti che si trovano a combattere in Ucraina. Nell’intervista, il giornalista Paolo Berizzi, che dal febbraio 2019 vive sotto scorta per le minacce ricevute da esponenti della galassia neofascista e neonazista, vengono toccati vari temi e si cita lo stesso Cocco. Fra le altre cose il prossimo 12 marzo Berizzi, ospite dell’Anpi alto Garda e Ledro sezione “Luciano Baroni”, sarà a Riva del Garda per presentare il suo ultimo libro “È gradita la camicia nera. Verona, la città laboratorio dell’estrema destra tra l’Italia e l’Europa”. L’appuntamento è alle 20e30 al conservatorio Bonporti.

 

Ad ogni modo Cocco ha ritenuto opportuno fornire alcune precisazioni. È però doveroso far notare che una frase attribuita a Il Dolomiti (di cui peraltro non esiste un’edizione cartacea) è stata in realtà pubblicata da un altro quotidiano. Ciononostante riportiamo la nota recapitata da Riccardo Emidio Cocco tramite un indirizzo mail che fa riferimento alla Russia.

 

In relazione all'articolo pubblicato dal quotidiano Il Dolomiti, in data 10 marzo 2022 - a pagina 7 nella versione cartacea e diffuso nella versione on line - titolato I ‘foreign fighters’ neofascisti che combattono in Ucraina, Berizzi: "Un pericolo concreto che non possiamo più sottovalutare", devo precisare quanto segue.

 

Il testo su menzionato contiene notizie non rispondenti al vero e gravemente lesive della mia onorabilità, in particolare ove si sostiene che il sottoscritto si sarebbe arruolato "nella fila dei gruppi militari filo russi per combattere a favore delle due Repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk." Tale affermazione è totalmente falsa e quindi palesemente diffamatoria in quanto la condotta che mi viene attribuita costituirebbe un grave reato per l'ordinamento italiano. 

 

Non faccio parte e non ho mai fatto parte di nessun gruppo militare o paramilitare, di nessuna milizia o esercito, non ho mai partecipato a scontri armati, non ho mai impugnato un'arma né in Italia né altrove. Le ragioni della mia presenza a Lugansk sono esclusivamente umanitarie, finalizzate ad aiutare la popolazione civile e documentare le condizioni di vita durante un conflitto che ha avuto pochissima copertura da parte dei media. Animato da mero spirito di solidarietà e corretta informazione ho realizzato i video da Voi citati. Inoltre, è assolutamente falsa la mia appartenenza al gruppo politico Forza Nuova, in cui non ho mai militato.

 

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