2.000 telecamere per monitorare tutto il Trentino. Firmato il Protocollo d'intesa sulla sicurezza
Stanziati dalla Provincia 1 milione e 600 mila euro per il sistema di videosorveglianza che monitorerà il territorio (già operativi 1050 dispositivi). Un altro milione e 400 mila euro (in tre anni) andranno ai "problemi" di Trento

TRENTO. Sono più di 1.000 le telecamere già installate in 91 comuni del Trentino e quando il piano di sicurezza entrerà completamente a regime saranno circa 2.000 i dispositivi attivi. E' stato firmato oggi il "Protocollo d'intesa per la sicurezza della Provincia di Trento". Un documento che prefigura la nascita di un vero e proprio modello operativo teso a coinvolgere tutte le forze dell'ordine e i diversi livelli istituzionali, dallo Stato con il Commissariato del Governo alla Provincia e ai Comuni. E infatti a firmare il Protocollo c'erano il prefetto Gioffré, il presidente della Provincia Rossi, l'assessore alla coesione territoriale Daldoss e il presidente del Consorzio dei Comuni Gianmoena.
Il progetto prevede di migliorare la vivibilità urbana, la prevenzione e la repressione dei fenomeni criminali creando un sistema capillare di controllo che va dall'impianto di videosorveglianza a una nuova ridistribuzione delle forze dell'ordine a livello abitativo, passando per la promozione di iniziative formative in favore della legalità e per l'istituzione di un osservatorio tecnico che tenga monitorata tutta la situazione provinciale in materia di sicurezza.

"Il Trentino è un territorio sicuro - ha detto il prefetto Gioffré - dove la criminalità organizzata non è mai riuscita ad attecchire. C'è, però, un problema legato alla microcriminalità che non possiamo e non vogliamo sottovalutare e proprio per questo abbiamo deciso di innalzare il nostro sistema di controllo su scala provinciale. Il Protocollo è il frutto del lavoro di 1 anno e mezzo portato avanti da un tavolo tecnico istituito ad hoc. Ecco allora che è stato realizzato un sistema di videosorveglianza diffuso su tutta la provincia. Un impianto che permette la mappatura, il controllo e l'analisi del territorio e che mette in rete tutti i dati recuperati, consentendo l'interconnessione delle informazioni tra le diverse forze dell'ordine".
Al momento, ha spiegato Daldoss, sono 1050 le telecamere installate nei 91 comuni che hanno già aderito al progetto. Telecamere che, grazie a un software sviluppato da Trentino Network, monitorano le strade, le vie e le piazze di buona parte del Trentino lanciando un allert, per esempio, al passaggio di targhe di mezzi rubati o già segnalati alle forze dell'ordine. "Ma a regime contiamo di poter disporre di circa 2.000 telecamere - prosegue Daldoss - per un investimento globale della Provincia di 1 milione e 600 mila euro. Un altro milione e 400 mila euro è stato stanziato, in tre anni, invece sulla città di Trento. Nel capoluogo, infatti, dal 2017 arriveranno i corpi speciali di sorveglianza (le cosiddette unità antidegrado ndr) e controllo del territorio".
Il Protocollo prevede poi l'istituzione di un osservatorio della sicurezza. I dati raccolti con i sistemi di videosorveglianza verranno analizzati e approfonditi per poi essere "tradotti" in un Rapporto annuale utile a enti locali e forze dell'ordine per capire dove intervenire e in quale modo per migliorare il livello di benessere della comunità. Proseguiranno, quindi, le iniziative per la diffusione della legalità (nelle scuole, per esempio) e si punta anche a una ridistribuzione del personale delle forze dell'ordine sul piano abitativo, così da avere una maggiore presenza, anche in questo senso, su tutto il territorio.