Coronavirus, i test salivari antigenici non validi per il Green pass. Il Cibio: ''Quelli trentini sono molecolari''. In fase di avviamento usati solo in determinati ambiti
Il virologo Massimo Pizzato: "La circolare riporta la difficoltà pratica di processare i test salivari molecolari ma il sistema del Trentino è stato disegnato proprio per superare questa criticità". I test salivari possono essere usati in determinati contesti e in caso di positività non serve la conferma tramite tampone molecolare, i dati devono essere forniti a Roma

TRENTO. "La strumentazione trentina resta valida per ottenere il Green pass". A dirlo Massimo Pizzato, virologo del Cibio, nel commentare la circolare ministeriale che regola l'utilizzo dei test salivari a livello nazionale. "La metodologia si basa, infatti, sul saggio molecolare e il riferimento sull'esclusione per la certificazione verde riguarda quei prodotti che utilizzano la matrice antigenica".
I test antigenici su saliva non vengono al momento raccomandati come alternativa ai tamponi oro/nasofaringei: non raggiungono i livelli minimi accettabili di sensibilità e specificità. Inoltre "i test antigenici su matrice salivare - si legge nella circolare del ministero della salute - sono al momento esclusi dall'elenco comune europeo dei test antigenici rapidi validi per ottenere la Certificazione verde Covid-19".
Invece via libera all'utilizzo dei test molecolari su campione salivare. Almeno in una prima fase di avviamento, possono essere considerati un'opzione alternativa ai tamponi nasofaringei in determinati ambiti, quali l'ambito di attività di screening in bambini coinvolti nel piano di sorveglianza "Sentinella" nelle scuole o per gli anziani nelle Rsa e persone disabili, operatori sanitari e socio-sanitari nel contesto degli screening programmati in ambito lavorativo.
La raccolta del campione salivare può "essere effettuata anche con modalità di auto-prelievo a domicilio da parte dei genitori/tutori, seguendo un preventivo iter formativo per il conseguimento della necessaria confidenza con i dispositivi di raccolta".
In questo senso, le strutture trentine hanno già lavorato alla fase applicativa e si è partiti a luglio con 5 enti aderenti (Kaleidoscopio, Adam 99, Progetto 92, poi CusCamp Unitn e Aerat per le attività con il campus calcio Trento) all'interno del progetto pilota "Screening dei bambini con test salivare". Ora è partito il progetto "Sentinella", un piano che coinvolge tre istituti comprensivi (Aldeno/Mattarello e Trento 1 e 7) e 900 alunni.
La circolare ministeriale ribadisce che il test molecolare su campione respiratorio nasofaringeo e orofaringeo resta il gold standard internazionale per la diagnosi di Covid-19 per sensibilità e specificità, ma con particolare riferimento al monitoraggio della circolazione virale in ambito scolastico viene messo in luce come le evidenze scientifiche sui test salivari molecolari abbiano individuato valori di sensibilità compresi tra il 77% e il 93%. A questo si aggiunge che in alcuni studi condotti in ambito scolastico c'è una elevata concordanza tra i risultati ottenuti con test molecolare salivare e con test molecolare su campione nasofaringeo e orofaringeo.
Il test salivare trentino in questo caso presenta una sensibilità del 68% "Non è possibile stabilire la sensibilità assoluta di ciascuno dei due test. Considerando il risultato ottenuto sul Tnf come riferimento la sensibilità del test molecolare effettuato su saliva risulta del 68%", c'è scritto nella documentazione fornita dall'Apss a Il Dolomiti. "Considerando invece come vera la positività ottenuta su una qualsiasi delle due matrici (n=418), la sensibilità su saliva risulta del 73,7% mentre quella sul tampone naso-faringeo è 82,3%" (Qui articolo).
L'impiego dei test salivari molecolari "richiede - rileva la circolare - un numero più elevato di passaggi che comportano tempistiche più lunghe per il processamento dei campioni". E per evitare il sovraccarico dei laboratori di microbiologia regionale e di assicurare adeguate risorse per garantire l'efficacia e la sostenibilità di questa attività di sanità pubblica, questi strumenti vengono limitati a contesti precisi.
"La circolare effettivamente - commenta Pizzato - riporta la difficoltà pratica di processare i test salivari molecolari ma il sistema del Trentino è stato disegnato proprio per superare questa criticità". La stima fin dall'inizio è stata quella di arrivare all'analisi di 3 mila test salivari al giorno con refertazione tra le 24 e le 48 ore. L'analisi viene portata avanti nei laboratori del Cibio-Centro di biologia integrata dell’università di Trento a Mattarello.
In caso di positività del test salivare molecolare, precisa inoltre la circolare, non sarà necessario effettuare un test di conferma su campione nasofaringeo/orofaringeo e "si ribadisce che gli esiti dei test molecolari su campione salivare, compresi quelli eseguiti nel contesto di attività di screening - conclude il ministero - dovranno essere segnalati nel Sistema di sorveglianza Covid-19 (sia nel flusso di dati individuali, coordinato dall’Istituto superiore di sanità, che in quello aggregato, coordinato dal ministero della salute)".