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"Stop finanziamenti pubblici al Sacro Cuore". Lo chiede Antonia Romano dopo la sentenza sull'insegnante lesbica

L'esponente de L'Altra Europa con Tsipras: "Ciò che è accaduto è ora definitivamente chiaro e grave perché una donna è stata vittima di discriminazione". E si rivolge a Ugo Rossi e Sara Ferrari: "Chiediamo un intervento pubblico"

Di Donatello Baldo - 09 marzo 2017 - 17:35

TRENTO. La notizia della sentenza di appello che conferma la discriminazione subita dall'insegnante lesbica allontanata dall'Istituto Sacro Cuore, con addirittura l'aumento del risarcimento per la docente, non non è stata granché commentata. A parte la soddisfazione espressa dall'insegnante stessa e dall'avvocato Schuster che l'ha affiancata in questa battaglia legale, non ci sono state prese di posizione.

 

Non sicuramente da parte del governatore e assessore all'Istruzione Ugo Rossi, che forse crede assolta la sua parte. Prima del processo, su imput dell'ex ministra Stefania Giannini, aveva provveduto a effettuare un'ispezione interna alla scuola balzata nel 2014 fin sulle cronache nazionali.  

 

"L'esito dell'ispezione - spiegava allora Ugo Rossi - evidenzia che all'interno dell'istituto sono rispettati i requisiti che portano alla parità scolastica. Il clima interno - affermava - non prevede alcuna discriminazione e il progetto educativo e formativo è rispettoso delle regole della Costituzione e non vìola i diritti delle persone".

 

Di tutto questo informò la ministra Giannini che, interpellata dalla stampa, aveva detto: "Se verrà dimostrato che c'è stata discriminazione saremo molto severi". Dimostrazione che non è arrivata da Ugo Rossi, che però è arrivata con ben due sentenze. 

 

Di nuove ispezioni non se ne parla, nel senso che dall'assessore non è arrivata nessuna presa di posizione, come sembra sia stata in silenzio anche la nuova ministra Valeria Fedeli. Prende la parola, invece, Antonia Romano che con il suo partito, L'Altra Europa con Tsipras, denunciò per prima il fatto,

 

"L'otto marzo per la nostra città è una data particolarmente significativa perché ha celebrato il compimento di giustizia attraverso la sentenza della corte d'appello che condanna pesantemente il Sacro Cuore di Trento per discriminazione in base a orientamento sessuale e danno all'immagine di un'insegnante", afferma in una nota.

 

Romano chiede da subito "la sospensione dei finanziamenti pubblici alla scuola paritaria". Si rivolge a Ugo Rossi: "Gli chiediamo ora di intervenire sospendendo il finanziamento pubblico, alla luce di una sentenza gravissima. Non si può far ricadere, infatti, la colpa solo sulla defunta suor Eugenia Libratore,  la quale per l'occasione si è esposta ed espressa pubblicamente in modo inequivocabile".

 

Eugenia Libratore era la preside, e non usò mezzi termini per definire "improprio" l'orientamento sessuale dell'insegnante all'interno di un istituto scolastico. "Nessuna persona, docente o dipendente della scuola, ha preso pubblicamente le distanze dalle dichiarazioni della direttrice. Nessun esponente della Curia trentina ha pubblicamente preso le distanze dalla suora. È dunque chiaro ed evidente la cessazione delle 'ragioni' per cui una scuola paritaria riceva finanziamenti pubblici".

 

Antonia Romano fa anche un appello alle realtà istituzionali che dovrebbero difendere le ragioni delle pari opportunità: "Chiediamo un intervento a sostegno della sospensione del finanziamento pubblico alla scuola all'assessora Sara Ferrari, che all'epoca dei fatti aveva chiesto interventi istituzionali se fossero emerse evidenze di discriminazione. Chiediamo un intervento pubblico della commissione provinciale per le pari opportunità".

 

"Ciò che è accaduto è ora definitivamente chiaro e grave - afferma la nota - perché una donna è stata vittima di discriminazione e la sua immagine professionale è stata danneggiata all'interno di una scuola paritaria che riceve congrui finanziamenti pubblici.  Ciò non può essere ignorato da chi si impegna da anni  per le pari opportunità e la tutela dei diritti civili".

 

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