Referendum, Tobia Zevi attraversa l'Italia per il Sì. La tappa trentina con Lorenzo Dellai
L'arrivo in piazza Pasi a Trento accompagnato dall'ex governatore che dice: "Non sono un fanatico della riforma ma con il Sì prospettiva favorevole"

TRENTO. “Aó, aó”, si chiamano così tra loro quelli di Roma, e in piazza Pasi un po' stupiva sentirli così “caciaroni” questi che hanno deciso di attraversare l'Italia a piedi per il sì al referendum. Tobia Zevi è il camminatore di punta, l'apripista. Quando arriva si fa festa, come succede per ogni traguardo che si rispetti.
“Sabato scorso siamo partiti da Torino, quella di oggi è la sesta tappa. Una ventina di chilometri al giorno”. Oggi hanno fatto Bolzano-Laives e Lavis-Trento. Ad aspettarli nel capoluogo trentino il Pd, ma soprattutto Lorenzo Dellai. “A Lore', aspetta”, diceva Tobia, e Dellai davanti a loro che camminava in via Manci di gran carriera, più svelto dei camminatori provetti: no, Dellai non ha fatto tutto la tappa, ha fatto gli ultimi metri, quel tanto di strada per accompagnarli dentro il centro storico, fino in piazza Pasi.

“Io non sono un tifoso di questa riforma – avverte subito l'ex governatore, senza un filo di fiatone – non penso che con il Sì al referendum si aprirà un futuro radioso, come non penso che con il No si cada nel baratro. Penso però che questa riforma – sostiene il deputato – tenga aperta la porta a una prospettiva importante. Ovviamente è un compromesso, che sconta il clima sfavorevole che in Italia si avverte contro le regioni, contro le autonomie. Ma la salvaguardia di quelle speciali potrà essere da stimolo, in futuro, per riconsiderare il regionalismo, per ripensarlo”.
Tobia e i suoi amici distribuiscono spillette “Sì #puoidirloforte. Il cammino per l'Italia che cambia”, c'è scritto. In piazza Pasi, attorno al giovane militante dem che attraversa lo Stivale, c'è anche il deputato Vittorio Fravezzi, il segretario del Pd Italo Gilmozzi, Elisa Filippi e l'assessora Chiara Maule. “Camminare per il Paese significa testimoniare l'impegno civile per il referendum di dicembre – spiega Zevi - uno sforzo per il cambiamento che noi facciamo con le nostre gambe, incontrando le persone sul territorio. Noi camminiamo verso qualcosa, non contro qualcuno”.
Ma a passo svelto contro quelli del Sì arrivano quelli del No. In piazza Pasi c'erano, prima dell'arrivo dei sostenitori al referendum, quelli che al referendum si oppongono: “C'eravamo prima noi – dicono arrabbiati – non è giusto che veniate in questa piazza che noi abbiamo prenotato tempo fa”. Risponde una militante del Pd: “Voi state là e noi qua, e non venite a farci il volantinaggio tutto attorno, non è corretto”.
Alla fine ognuno si prende una porzione di piazza, da una parte il Sì e da una parte il No. “Che è?, che sta a di'?”, chiede il camminatore romano che il dialetto non lo intende. “Nulla Tobia – gli dicono i trentini per il Sì – vuoi qualcosa da bere?”, gli chiedono gentili. “Che si beve qui? Lo spritz?”. Lorenzo Dellai lo sente e rabbrividisce: “Cosa volelo sto chi? Tobia, qui si beve il Trento doc!”.
In piazza Pasi, ai tavolini del bar, il calice di vino trentino convince i passanti, si chiacchiera e si discute di politica. Tobia Zevi nei suoi modi è accattivante, è allegro. Ai trentini la caciara un poco piace: “Voteranno Sì – afferma convinto il camminatore – sia a Bolzano che in Trentino, c'è un clima positivo, tutti ci hanno riservato un'accoglienza molto favorevole”.