Referendum, gli uomini della montagna dicono Sì, ma anche No
Il mondo dell'alpinismo mal voto per il referendum del 4 dicembre. La guida alpina Zampiccoli: "Vinca il Sì o vinca il No, quello che deve cambiare non è la Costituzione ma la mentalità degli italiani"

TRENTO. Il mondo della montagna ha una certezza: il voto è una conquista troppo importante da potervi rinunciare. E quindi nessuno (ovviamente di quelli che abbiamo sentito) si asterrà al referendum del 4 dicembre.
Si presenterà ai seggi, prenderà matita e scheda elettorale, si recherà nella sua cabina e, una volta tirata la tendina, barrerà una delle due scritte. Quale? Maurizio Pinamonti, degli Alpini trentini non ha dubbi: “Voterò Sì. E' l'unica cosa da fare per cambiare qualcosa. Io sono ben deciso. Poi mi direte che si poteva fare meglio, di più, etc. Va bene. Ma intanto andiamo avanti”.
Altrettanto deciso è Massimo Faletti, guida alpina internazionale che vive a Povo e che è convintissimo: “Chiaramente voto No. Non c'è dubbio. Io sto con i 5 Stelle. Stiamo vivendo un golpe dietro l'altro l'accentramento di potere fa paura, province e regioni sono alla mercé della corruzione. Può bastare come motivazione o serve altro?”.
Più dubbiosi il presidente della Sat Claudio Bassetti e quello del Soccorso Alpino Adriano Alimonta. “Sicuramente andrò a votare – spiega Bassetti – perché il voto è stata una conquista faticosissima e, personalmente, non mai mancato un appuntamento con la cabina elettorale. Certo è che per altri referendum il quesito era molto più netto e chiaro e non ho avuto dubbi: dall'aborto al divorzio e anche quello sull'acqua. Qui, invece, le cose sono un po' più confuse e devo ancora prendermi il mio tempo per capire, anche perché ho amici preparati e che stimo che votano in maniera opposta”.
“Bisogna informarsi perché il tema è troppo importante anche se non penso che ci sarà la catastrofe, sia che vinca il No sia che vinca il Sì. Peccato invece – conclude – che il livello della discussione sia stato bassissimo. Che non si sia parlato quasi per niente di costituzione e che ovunque, invece, siano volati insulti e accuse pesanti. Io riformerei l'articolo 1 della nostra Costituzione: forse dovremmo ripartire dal senso di comunità, dall'identità di un popolo che si è un po' smarrita”.
“Anche io non ho mai mancato un appuntamento elettorale – fa eco a Bassetti, Alimonta – e anche io devo ancora informarmi a dovere. Diciamo che a sensazione sono più per il Sì, per il cambiamento, perché in questa Italia non possiamo restare sempre uguali a noi stessi. Ora devo capire per bene se quella della riforma è la strada giusta per il cambiamento oppure no”.
Denis Zampiccoli, guida alpina e gestore del rifugio sul monte Altissimo è invece sicuro: “Io andrò a votare e voterò No. Mi sono informato e mi sono confrontato con alcuni amici di cui mi fido: perché non si può mettersi a leggere gli articoli e capirci dentro come se si fosse un costituzionalista, è bello fidarsi, parlare con le persone, capire assieme, convincersi a vicenda”.
Ma è comunque scoraggiato: “Vinca il Sì o vinca il No, quello che deve cambiare non è la Costituzione ma la mentalità degli italiani.- Oggi – dice dispiaciuto – non si indigna più nessuno, nessuno si stupisce, un Paese che va a rotoli, la politica che fa affari e tutto va avanti come nulla fosse”.